La pirateria multimediale spiegata attraverso gli occhi di chi la fa. Tra masterizzatori e immigrati, la vita (illegale) di un novello pirata
Capitan Uncino è morto: adesso i pirati navigano sul web
Quello della pirateria sul web è un argomento molto dibattuto e di grande attualità, ma il più delle volte viene affrontato solo da un punto di vista, ossia da quello di chi la combatte. Noi di Step1 abbiamo indagato per voi, e scavando nelle nostre infinite risorse abbiamo trovato un ragazzo che oltre a studiare cerca di arrotondare masterizzando giochi per pc e Playstation.
Il nostro “amico” ci spiega come sia facile tramite luso dei freeware appropriarsi di molti programmi da cui poi creare le copie da rivendere ai compratori al modico prezzo di quattro euro, se si tratta di vendita al dettaglio, e di due euro se invece si attua una vendita allingrosso. Ci viene detto inoltre che gli acquirenti di un numero elevato di copie sono per la maggior parte immigrati clandestini (molti i senegalesi), che poi rivenderanno i falsi cd a cinque euro presso i vari mercati o nelle strade principali della città.
Molto importanti sono i luoghi in cui la compravendita in blocco viene effettuata: per ovvie ragioni sono al riparo da occhi indiscreti e vengono cambiati di frequente in modo tale da correre meno rischi possibili.
Ed in effetti questo lavoro (se così possiamo chiamarlo), di rischi ne presenta davvero tanti, ma nonostante ciò il nostro informatore ci racconta di come in cinque anni di onorata carriera non si sia mai imbattuto in controlli da parte delle forze dellordine.
Il coraggio di certo accomuna i pirati multimediali del presente ed i pirati che solcavano i mari nel passato, con la differenza che per questultimi il tesoro era costituito da uno scrigno pieno di gioielli ed oro, mentre ai giorni nostri il vero bottino è rappresentato da tutto ciò che può essere scaricato e masterizzato, specialmente se si tratta dellultima compilation di Sanremo.