Gli sfollati chiedono risposte, il più velocemente possibile. Non solo sulle cause che hanno portato al cedimento delle loro abitazioni, ma anche su dove alloggeranno nei prossimi giorni. Nel frattempo, stop al cantiere per la Stesicoro-aeroporto
Crollo via Castromarino, sospesi lavori della metro Indagini in corso. Rabbia tra i cittadini senza casa
I lavori della tratta metropolitana Stesicoro-aeroporto sono sospesi in via cautelare fino a data da destinarsi. Lo hanno deciso i vertici della Ferrovia Circumetnea assieme ai tecnici della Cmc, la società che si sta occupando degli scavi proprio nella zona dov’è avvenuto il crollo. Nella notte sono venuti giù i balconi e parte delle stanze di una palazzina tra via Castromarino e via Plebiscito, a pochi passi da via Lago di Nicito. Dall’esterno non si capirebbe niente, se non fosse per il massiccio dispiegamento di vigili del fuoco e per la tenda della protezione civile. Tutto montato per prendere le generalità di chi viveva nell’edificio di due piani adesso completamente sgomberato.
In strada c’è chi ha perso la sua abitazione e non esita a puntare il dito contro i lavori della metropolitana: «Sentiamo tremare da giorni», dice una residente. Le fanno eco diverse studentesse fuori sede che abitavano all’ultimo piano dell’immobile. Ieri sera si erano allargate delle crepe nei muri. Cosa che aveva spinto alcuni cittadini a chiamare i vigili del fuoco per un primo sopralluogo che, però, aveva dato esito negativo. «Ci hanno detto che potevamo stare dentro», dichiara ancora la donna. Poco dopo, però, la situazione sembra essere peggiorata. «Abbiamo chiamato di nuovo i vigili del fuoco – prosegue la testimonianza – Il crollo è avvenuto di lì a poco».
Un rumore fortissimo, il tremore del pavimento («Sembrava un terremoto») e il cedimento della struttura. «Ci siamo svegliate subito per il rumore – aggiunge una studentessa di Giurisprudenza – Così siamo uscite, ma non avevamo capito quello che era successo». Loro, in tre iscritte all’università di Catania, si sono accorte che era «caduta la cucina» solo quando sono rientrate, ore dopo, a prendere qualche vestito. Uscendo non avevano guardato il resto della casa, non sapevano che una delle porte della loro abitazione adesso dà sul vuoto di un balcone che non c’è più.
Nei due appartamenti vicini vivono altri due gruppi di studenti e studentesse. Sono stati mandati a dormire al vicino Hotel Mediterraneo, della catena Best Western. «Ma ha dovuto pagare la padrona di casa», dicono due giovani. Su questo punto il Comune di Catania sta tentando di capire il da farsi. Alessandro Porto, assessore alla Protezione civile, si trova circondato dai residenti che chiedono risposte. «Ci dicono di seguire l’iter – dice un altro uomo – ma voglio vedere se là dentro avevano figli o altri parenti… Ci avrebbero detto di seguire l’iter?». I nervi di molti sono a fior di pelle. Tutti vogliono rientrare per prendere quello che hanno lasciato dentro, ma non è così semplice. E non è possibile farlo nell’immediato: bisogna attendere i risultati delle verifiche eseguite dai pompieri. Nel frattempo, l’assessorato ai Servizi sociali sta lavorando per cercare soluzioni.
I giovani e le giovani le cui famiglie vivono lontane dalla città e, in qualche caso, fuori dalla provincia di Catania tentano già di organizzarsi per tornare a casa. Qualcuno, però, deve affrontare nei prossimi giorni gli esami universitari. Qualcun altro deve laurearsi a breve e su, a casa, ha lasciato anche il computer con la tesi quasi finita. «È stato fatto tutto quello che si poteva fare per essere sicuri che i lavori della metro non avrebbero causato problemi? Solo questo mi domando», insiste uno studente. Il cantiere, secondo tutti, è l’indiziato numero uno. Ma al di là delle opinioni di chi vive nella zona non si può andare: il rapporto diretto di causa ed effetto è troppo presto per provarlo. «La protezione civile sta eseguendo le sue verifiche – spiega Porto – E la procura sta facendo i suoi accertamenti». Sembra, infatti, che sul fatto sia stato aperto un fascicolo.