Al centro della vicenda le maggiorazioni per le ore trascorse in galleria. «Chiedevamo una misura del 26 per cento rispetto alla paga oraria ma l'azienda è ferma al 18 per cento», spiega a MeridioNews Giovanni Pistorio, segretario di Catania della Cgil
Torna il caos alla Cmc, mancate indennità ai lavoratori Indetto lo sciopero. Vicenda sul tavolo dell’Ispettorato
Alla fine la fumata bianca non è arrivata e così la Cmc rischia di finire nuovamente nel caos con l’annuncio, per domani mattina, di uno sciopero a tempo indeterminato nel cantiere della futura fermata Palestro della metropolitana di Catania. Il verdetto è arrivato al termine di un faccia a faccia tra l’azienda di Ravenna, ormai in crisi ma un tempo quarto gruppo italiano nel settore costruzioni, e le sigle sindacali di Filca Cisil, Feneal Uil e Fillea Cgil. Sul tavolo dell’Ispettorato territoriale di Catania le istanze sulla mancata applicazione del contratto collettivo nazionale del lavoro e di quello integrativo a livello provinciale. Il muro contro muro, nel dettaglio, riguarda le indennità per i lavori in galleria e quelle per i cosiddetti lavori disagiati.
«Fino a questo momento l’azienda ha corrisposto ai lavoratori queste indennità nella misura del 18 per cento sulla paga oraria – spiega a MeridioNews Giovanni Pistorio, segretario di Catania della Fillea Cgil – Noi, invece, chiediamo l’applicazione del contratto nazionale che alza la percentuale al 26 per cento. Con Cmc spesso si è arrivati a una soluzione ma su questa vicenda ci rincorriamo da tempo. E dopo l’ultimo confronto si è stabilito di incrociare le braccia, oltre al fatto che trasmetteremo gli atti al servizio ispettivo dell’Ispettorato del lavoro».
Quanto previsto per domani è un copione che si ripete. A luglio scorso i lavoratori si erano fermati chiedendo il pagamento degli stipendi arretrati. Specchio di una crisi che passa per la cassa integrazione di una parte di dipendenti a livello nazionale e la richiesta di concordato preventivo, risalente al 4 dicembre 2018 con la successiva ammissione da parte del tribunale di Ravenna a giugno scorso. Il progetto prevede il pagamento dei creditori, secondo le stime entro il 2020, e la successiva distribuzione degli utili e delle riserve di cassa nel periodo compreso tra il 2022 e il 2030.
«Si tratta di una situazione che riguarda circa il 90 per cento dei lavoratori – aggiunge Domenico Murabito, Filca Cisl, oggi affiancato al tavolo dal segretario generale Nunzio Turrisi – I soldi che vengono chiesti sono previsti nel contratto nazionale e garantirebbero una cifra in più rispetto al normale stipendio». Attualmente sul fronte metropolitana, la Cmc è impegnata in due cantieri: cioè le tratte Stesicoro-Palestro (consegna prevista entro la fine del 2020) e Nesima-Monte Po. A questi, da fine 2018, si era aggiunto l’appalto per il prolungamento da Monte Po a Misterbianco per altri 112 milioni di euro. Salvo poi l’esclusione da quest’ultimo cantiere per un’offerta ritenuta anomala a causa di un ribasso eccessivo.