Per la storica gara automobilistica si rinnova il finanziamento triennale previsto dal governo Musumeci lo scorso anno. Dal 10 al 12 maggio si terrà la versione moderna. Luigi Sunseri, M5s: «Chiediamo bilanci trasparenti, i soldi devono essere vincolati al territorio»
Targa Florio, Regione conferma contributo di 100mila euro «Dopo 10 anni ripristinato il tratto da Cerda a Caltavuturo»
Centomila euro dalla Regione come «contributo all’Automobile Club di Palermo per la realizzazione della Targa Florio e delle eventuali rievocazioni storiche»: a tanto ammonta la quota che il governo Musumeci destina anche quest’anno alla storica gara automobilistica. Lo si apprende dalla lettura del bilancio della Regione Siciliana da poco approvato. Il contributo in realtà risale all’anno scorso (è stato approvato con la Finanziaria 2018) ma ha valenza triennale, con una quota fissa da rinnovare anche nel 2020. Una conferma non scontata, visto che la manovra è caratterizzata da molti tagli, e che viene salutata con piacere da Angelo Pizzuto, presidente dell’ACI Palermo.
«Lo stesso presidente Musumeci di automobilismo se ne intende – dice Pizzuto – Per noi è importante in ogni caso che la Regione abbia percepito la grande portata, sia storica che turistica, della Targa Florio. Dopo anni di assenza, la Regione rientra a pieno titolo come partner istituzionale della manifestazione. Ciò ci fa molto piacere, considerando che nei giorni della gara non c’è un albergo libero da Terrasini a Messina». E c’è molta attesa per l’edizione di quest’anno, o sarebbe dire meglio dire le edizioni: a maggio infatti si terrà la versione moderna della Targa Florio e poi ad ottobre la classica. Si riparte dunque, dal 10 al 12 maggio, all’insegna del legame con le Madonie, in un’ottica che vede una rinnovata sinergia tra una delle corse automobilistiche più antiche al mondo e i borghi del palermitano che provano a reinventarsi soprattutto attraverso l’industria turistica e le mille attrattive del territorio.
«La grande novità di quest’anno – aggiunge Pizzuto – è il ripristino della cosiddetta prova Targa, che arriverà a Caltavuturo, esclusa per oltre 10 anni per via della strada impraticabile, e che partirà dall’abitato di Cerda. Si tratta di 17 chilometri e mezzo, che recuperano una grande parte del vecchio circuito, con una valenza simbolica molto significativa. I dettagli sono in definizione, per il percorso completo di quest’anno bisognerà attendere ancora qualche giorno». Consapevoli dell’importanza del richiamo di migliaia di appassionati, c’è chi però prova a chiarire gli aspetti dietro la natura del contributo. È il caso di Luigi Sunseri, deputato all’Ars per il Movimento 5 stelle.
«Siamo sempre stati contrari a questo tipo di finanziamenti così diretti – spiega Sunseri – ma la Targa Florio ha un valore particolare per il territorio. Vorremmo che quei soldi fossero veicolati alla reale Targa Florio che si svolge nel palermitano. Chiediamo dunque di vincolarli al territorio. Se come Aci organizzi una corsa ad Enna, per fare un esempio, si tratta di un’altra cosa. Quindi la nostra richiesta era ed è di rendere innanzitutto trasparenti i bilanci, per capire a cosa servono i soldi che la Regione dà. Lo scorso anno, poi, Cerda, Campofelice e Collesano sono state tagliate fuori dal circuito. E sono le città simbolo: a Cerda ci sono le tribune della Targa Florio, a Collesano c’è il museo, da Campofelice passava il vecchio tracciato. Speriamo che non vengano dunque nuovamente escluse dall’importante indotto economico che la Targa Florio genera».