Le previsioni più nefaste si sono avverate e, certamente, non è un sollievo dire «l'avevamo detto». Sta andando in scena il depotenziamento del direttore sportivo della società. La gestione del club rosanero è «sui generis» e continua a esserci poca chiarezza sul piano finanziario e societario.
Il Palermo rischia di sprofondare nel caos Il caso Foschi ennesimo segnale d’allarme
Palermo, che caos. Le previsioni più nefaste si sono avverate e, certamente, non è un sollievo dire «l’avevamo detto». L’operazione «demolizione definitiva» sta andando in scena con il depotenziamento di Rino Foschi da direttore sportivo della società.
L’unico a capirne veramente di calcio (perlomeno di calcio italiano) è stato in pratica messo fuori gioco da un improbabile progetto inglese. Riassunto: il nuovo presidente Clive Richardson ha di fatto scelto l’ex calciatore britannico Dean Holdsworth come «Director of Football Operations for Sport Capital», in pratica come l’uomo che dovrà gestire il calciomercato del Palermo. La mossa è stata rattoppata con varie spiegazioni ma la realtà è che i consulenti british hanno chiesto in giro, e per conto dei rosanero, informazioni su giocatori da poter inserire nella rosa nella restante parte del campionato. Un modo di agire che, giustamente, ha fatto infuriare Foschi, vera continuità con la gestione Zamparini e esperto del mondo del pallone nostrano. E che crea non pochi interrogativi ai tifosi.
«Questi inglesi non sono nessuno, non hanno né firma né potere. Sono azioni che fanno male alla società e al sottoscritto. Sono molto meravigliato della figura di questo nuovo presidente e di questo nuovo staff, non so perché vogliono operare in un modo sbagliato. Non mi dimetto ma dovete aiutarmi. Se fosse una cosa seria non accadrebbero queste cose qui. O sbaglio?», ha tuonato il dirigente senza peli sulla lingua. E come dargli torto? Forse qualcuno dimentica che la squadra lotta per la serie A e che si devono preparare per bene, e con tranquillità, le partite a partire dall’anticipo con la Salernitana. Insomma si rischia di rovinare il lavoro di Stellone e dei giocatori che stanno a guardare (con quale serenità?) questa situazione.
L’impressione, dall’esterno, è che la gestione del club sia «sui generis» e che ci sia poca chiarezza. Sia sulle scelte da compiere per rafforzare la squadra e, soprattutto, dal punto di vista societario. I 20 milioni di capitale fresco per rimpinguare le casse societarie non si sono ancora viste e rimane l’incertezza sull’intera vicenda. Ora il caso Foschi rischia di rovinare quanto di buono è stato costruito in campionato. Zamparini tace, del resto ufficialmente ha venduto. Ma se il Palermo doveva passare in mani salde e competenti, allora c’è qualcosa che non va.