Fiumefreddo, presidio davanti all’ex cartiera Inquinamento, tumori e cittadini indifferenti

Doveva essere la manifestazione di tutti i cittadini di Fiumefreddo, invece ieri mattina davanti ai due ecomostri gonfi di amianto sul lungomare di Marina di Cottone c’erano meno di dieci persone. Dieci giorni dopo il dissequestro dell’ex cartiera Siace da parte della Procura della Repubblica di Catania e la parziale bonifica dell’area, quella di ieri doveva essere l’occasione per fare il punto sull’altra ex cartiera, la Keyes. «Fiumefreddesi e non, in difesa della salute e dell’ambiente. Per l’immediata bonifica dell’area interessata». Recitava così il volantino che i promotori dell’iniziativa hanno distribuito nei giorni scorsi.

«La manifestazione – spiega Salvo Cavallaro, giovane di Rifondazione Comunista – è nata più come una provocazione nei confronti di una città che continua a dormire». L’organizzazione è partita su Facebook. «Il gruppo di Rifondazione aveva già organizzato un presidio settimane fa – continua Cavallaro – ma molte persone non hanno partecipato per problemi di appartenenza politica». Da qui è partita la provocazione. «Seguiamo da anni il caso delle due cartiere, stavolta abbiamo messo da parte le nostre bandiere e abbiamo provato ad organizzare qualcosa senza sigle, soltanto come società civile. Ma il risultato è desolante».

L’ex cartiera Keyes è stata messa sotto sequestro a fine gennaio. Nei cinque ettari di terreno su cui sorge sono disperse cinque tonnellate di amianto. C’era amianto ovunque nella fabbrica che fino al 2003 fabbricava cartoni per le uova: nelle coperture dei capannoni, nella coibentazione del forno dove venivano essiccati gli stessi cartoni, nella copertura dei macchinari, nei tubi. La Guardia di Finanza ha trovato anche tre silos di grandi dimensioni ma quale sostanza chimica ci sia dentro ancora non è chiaro. È ormai chiaro invece – lo ha confermato la Guardia di Finanza in occasione del sequestro – che «diversi ex operai» dei due impianti sono morti di tumore ai polmoni. A dodici anni dalla chiusura fallimentare, è ancora tutto lì, a poche decine di metri dalla spiaggia che dal 2006 colleziona le Bandiere Blu di Legambiente.

La Keyes è affidata ad un curatore fallimentare. Il Comune di Fiumefreddo ha espresso la volontà di acquistarla, ma resta da capire a chi spettino le opere di bonifica. «Il Comune – precisa Salvo Cavallaro – sarebbe pronto a sborsare 1milione e 200mila euro per diventare proprietario dei terreni e della struttura. Ma bonificare l’area costerebbe cinque volte tanto e per usufruire dei fondi europei servirebbe comunque un cofinanziamento da parte dell’ente locale». Il timore dei militanti di Rifondazione è che il Comune apra un mutuo con la Cassa depositi e presiti, che condizionerà ogni scelta futura della cittadina ionica. Resta ancora da definire il futuro dell’altra ex cartiera, la Siace, di proprietà della Provincia. Per anni si è pensato di far diventare quest’area un parco tematico, ma nel 2010 la Provincia è uscita dalla società Sicilyland, nata appunto per questa finalità. Da allora poco o nulla si è saputo.

Domenica mattina davanti ai cancelli della Keyes al gruppo di Rifondazione Comunista si sono aggiunti Marinella Fiume, sindaco di Fiumefreddo dal 1993 al 2002 e Giorgio Currò, il candidato sindaco del Partito democratico sconfitto alle ultime elezioni comunali. Per Marinella Fiume lo stallo attuale è legato alla complicata situazione dei proprietari delle aree su cui sorgono le due ex cartiere. «La volontà dell’ingegnere Sebastiano Russotti (che possiede circa 20 ettari di terreno nell’area della Keyes ndr) di insistere sul parco tematico continua ad essere un ostacolo insormontabile».

Davanti ai cancelli della Keyes ieri mattina c’erano due megafoni e una radio, alimentati da un gruppo elettrogeno. «Questi sono proprio vintage» specificano i presenti. Appartengono al nonno di uno dei ragazzi. «Anche lui era comunista – spiega Cavallaro – e ci faceva i comizi elettorali improvvisati girando per le strade». Domenica sono serviti solo per passare la musica. Non c’era nessun cittadino di Fiumefreddo disposto ad ascoltare.


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