È stata presentata la relazione in cui si quantifica il risarcimento che il Comune deve alla società privata per i ritardi nella concessione per la realizzazione del centro commerciale Fiera del Sud. «Chiediamo la sostituzione della consulente Marcella Caradonna», dichiarano l'ente locale e l'associazione ambientalista
Siracusa, confermato danno di 6,5 mln per Open Land Legambiente: «Convinti che il ricalcolo non sia giusto»
Poco meno di 6 milioni e 600mila euro. È questa la nuova cifra conteggiata dalla consulente tecnica nominata dal Consiglio di giustizia amministrativa per la quantificazione del risarcimento che il Comune di Siracusa dovrebbe alla ditta Open Land, per il presunto ritardo nel rilascio della concessione edilizia per il centro commerciare Fiera del Sud. Subentrata al precedente ctu Salvatore Maria Pace, arrestato nell’ambito dell’operazione sul cosiddetto Sistema Siracusa, la presidente dell’ordine dei commercialisti di Milano, Marcella Caradonna, ha depositato la propria relazione, con la cifra che ammonta per l’esattezza a 6.559.882 euro. Dopo questa decisione, arriva dal Comune e da Legambiente la richiesta della sua sostituzione.
Ai circa 2,8 milioni di euro già pagati dal Comune in favore della società Open Land, l’ente aretuseo dovrebbe aggiungerne quasi altri quattro. Una cifra ridimensionata di molto rispetto ai 50 milioni di euro inizialmente chiesti dalla ditta e anche rispetto ai circa 27 milioni di euro certificati dalla prima consulenza fatta da Pace. Quest’ultimo è stato coinvolto nell’operazione sui processi condizionati con l’accusa di essere stato corrotto dall’ex pm aretuseo Giancarlo Longo per redigere consulenze favorevoli economicamente alle società riferibili al Gruppo Frontino e patrocinate dall’avvocato Giuseppe Calafiore. «Siamo convinti che il ricalcolo non sia corretto – dichiara a MeridioNews il legale di Legambiente, Corrado Giuliano -. Riteniamo che sia necessario che il giudice guardi con più attenzione alle osservazione che noi, e anche il Comune, abbiamo depositato». Intanto, da palazzo Vermexio, tramite il legale del Comune, è arrivata la richiesta per la sostituzione dell’attuale ctu. «Lo stesso faremo anche noi – assicura il legale dell’associazione ambientalista – perché quella in cui ci troviamo è una situazione incomprensibile».
L’appuntamento in Camera di Consiglio per la trattazione della causa e la decisione finale è in programma per il prossimo 9 maggio. «Prima ci saranno altri passaggi intermedi perché noi – afferma Giuliano – siamo rimasti negativamente sorpresi dalla decisione della consulente che contestiamo perché abbiamo riscontrato delle anomalie nella relazione. Continueremo ad andare avanti – conclude il legale – per riavere i soldi che l’ente comunale ha già ingiustamente versato e per fare in modo che il riconteggio sia fatto in modo equo». In pratica, le due voci che sono rimaste valide sono, da una parte, la mancata percezione di canoni di affitto e, dall’altra, l’aumento del costo di costruzione che sarebbe intercorso nei 13 mesi passati dalla revoca alla concessione. In merito a quest’ultimo punto, il Comune riterrebbe esagerata la percentuale di aumento dei costi quantificata rispetto ai dati oggettivi dei rincari dei materiali che si sono avuti nell’arco temporale preso in considerazione.
Era stata una sentenza del Cga del giugno del 2013 a stabilire che il Comune avrebbe dovuto risarcire la differenza di costi che la società Open Land aveva dovuto affrontare per un ritardo di circa un anno nella realizzazione del centro commerciale Fiera del Sud. In quella sentenza, però, si legge anche che «sul piano sostanziale, l’istanza di concessione non avrebbe potuto in alcun modo essere accolta, difettando i presupposti urbanistici per il suo legittimo rilascio». La collocazione geografica della struttura, infatti, l’avrebbe resa non edificabile trovandosi in un’area a vincolo archeologico dagli anni ’50 nella zona Epipole, chiusa dentro le grandi Mura Dionigiane del quarto secolo avanti Cristo.