Asante, la prima squadra di giovani migranti in Sicilia Schillaci: «Che il calcio cambi la vita di questi ragazzi»

Il calcio inteso come strumento attraverso il quale si possono abbattere le barriere e favorire l’integrazione nel territorio. La traduzione di questo concetto in dato di realtà dà lustro all’attività dell’Asante Calcio, squadra che (a partire dal 29 ottobre) militerà nel campionato di terza categoria e formata dai giovani migranti di origini africana, ospiti dei centri Azad ed Elom gestiti dall’Associazione Asante Onlus. La compagine guidata da Giuseppe Leone, prima squadra di giovani migranti a livello regionale, è stata presentata ieri pomeriggio a Palazzo delle Aquile. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Leoluca Orlando che, dopo avere espresso la propria soddisfazione per l’insediamento del team africano, ha premiato simbolicamente i componenti della rosa (oltre ad alcuni componenti dello staff come il dirigente accompagnatore Antonino Lopes e la mediatrice culturale Lisa Pellegri) definendoli «preziosi tasselli del mosaico Palermo».

Uno dei tasselli di questo puzzle ha il volto del palermitano Totò Schillaci. L’eroe dei Mondiali di Italia ’90, direttore dei servizi di comunicazione, ha accettato senza esitazione la proposta che prevede il suo coinvolgimento in un progetto dal grande scopo umanitario: «Questa è una iniziativa che mi sta molto a cuore – ha ammesso l’ex attaccante di Messina, Juventus e Inter – è un progetto non solo calcistico ma con ricadute molto importanti anche sul sociale. Spero che questi ragazzi, ai quali consiglio di scendere in campo innanzitutto per divertirsi mettendo da parte litigi e altre dinamiche, riescano a realizzare il loro sogno. A me il calcio ha cambiato la vita e mi auguro che anche loro possano dire la stessa cosa. Il campionato di terza categoria – ha aggiunto – non va sottovalutato. E’ un torneo impegnativo con avversari competitivi. Io ho sposato questa causa importantissima e darò anche un contributo sul piano tecnico monitorando qualche giocatore». 

La guida della squadra, che godrà di visibilità anche in ambito nazionale grazie alle telecamere della trasmissione Quelli che il Calcio in onda su RaiDue, è affidata a Giuseppe Leone: «Questo non è solo un progetto calcistico – spiega – è una iniziativa che ha come capisaldi i concetti di unità e integrazione. Gli obiettivi sono certamente l’uguaglianza e, dal punto di vista tecnico, il salto di categoria. I ragazzi sono carichi e vogliono vincere il campionato».

Sono venti i tesserati, tutti maggiorenni allo stato attuale dato che la procedura per il tesseramento di ragazzi minorenni è più lunga. La squadra, che si allenerà tre volte a settimana sul terreno di gioco della Fincantieri, disputerà le gare casalinghe al Ribolla (impianto gestito da Schillaci, ndr) e, al di là delle trasferte, spesso farà delle gite per dare impulso alla conoscenza delle zone in cui dovrà giocare. «Si tratta di una grande opportunità per me ma anche per i miei compagni – ha sottolineato Lamin Fatty, neodiciottenne capitano della squadra – sono molto contento perché è la prima volta che gioco in Italia. In Libia ho fatto parte di un’Academy e poi qui a Palermo ho solo giocato tra amici al Foro Italico. Sono carico e darò il massimo». Fatty, che nei weekend è impegnato come guida turistica a Palazzo delle Aquile nell’ambito del festival Le vie dei tesori, ha un idolo: «Pogba, ex Juventus. È centrocampista come me. La mia squadra del cuore, in ogni caso, è il Real Madrid».


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A Palazzo delle Aquile è stata presentata la prima squadra di giovani migranti a livello regionale che militerà nel campionato di terza categoria. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Orlando. Coinvolto nel progetto anche Totò Schillaci che, in qualità di direttore dei servizi di comunicazione, promuoverà l'immagine del team.

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