Aci Catena, parola al candidato sindaco Nello Oliveri «Priorità? Pulire un territorio diventato pattumiera»

Nello Oliveri, 55 anni di professione fotografo, è stato già sindaco di Aci Catena dal 1995 al 1999. Anche in quel caso la città proveniva da un periodo di commissariamento. Dopo quella parentesi amministrativa, Oliveri non è stato più rieletto nonostante ci abbia sempre riprovato. Oggi sembra più deciso che mai, coadiuvato anche dai maggiori partiti di centrodestra.

Cosa la porta a candidarsi nuovamente, dopo che dalle ultime uscite elettorali è uscito sempre sconfitto?
«Mettersi al servizio della città in un momento così difficile, perché Aci Catena ha bisogno di amministratori seri, capaci e in grado di affrontare problemi straordinari come quelli che ci sono in questo momento».

Sono passati diciannove anni dall’ultima esperienza politica. Oggi a quali iniziative darà priorità?
«La prima priorità in assoluto sarà quella di una pulizia straordinaria del territorio, con annessa opera di disinfestazione. Il territorio è diventato una pattumiera a cielo aperto e questo sistema di raccolta differenziata, così come concepito, non va e merita di essere rivisto e riorganizzato. Un ambiente come Aci Catena deve essere pulito, sano e vivibile».

Si arriva a queste elezioni dopo la vicenda gettonopoli, che ha visto sette consiglieri rinviati a giudizio per falso e truffa ai danni dello Stato. Ma, soprattutto, il prossimo sindaco dovrà sostituire Ascenzio Maesano, adesso agli arresti domiciliari con l’accusa di aver intascato tangenti. La politica ad Aci Catena ha bisogno di ritrovare la giusta condotta morale?
«Aci Catena ha bisogno di un’amministrazione degna di tale nome, che ami il paese, perché chi ama Aci Catena la rispetta. I fatti giudiziari li lascio alla magistratura. Non intendo esprimere giudizi se non prima la stessa completi il proprio corso. Siamo fiduciosi, garantisti per quanto possibile: rimango sempre dell’idea che chi sbaglia paga».

Cosa ne pensa di Ascenzio Maesano? E’ stato da sempre un suo avversario politico, ma la città non dimentica l’alleanza stretta durante le ultime elezioni al ballottaggio.
«L’ultimo ballottaggio ha avuto uno scopo politico, che, per chi mastica di politica è di chiara lettura. Aveva senso perché bisognava battere l’amministrazione uscente del tempo. E così è stato.

Adesso vanta una coalizione con tutti i partiti e le forze più importanti del centrodestra catenoto, dopo aver stretto un accordo con Giovanni Pulvirenti, inizialmente candidato sindaco del movimento #ilmomentogiusto. Come mai avete deciso di correre insieme, dato che le strade sembravano essere separate?
«Dall’altra parte, la parte a me avversa, si è costituita un’alleanza larga, una corazzata. Quindi, per andare a vincere, tenendo conto dell’attuale legge elettorale, bisognava unire le forze. Così, le due coalizioni che in un primo momento andavano con due candidati sindaci hanno deciso di fare un’unica coalizione per affrontare la parte avversa, poiché ci trovavamo d’accordo sul programma e sulle idee».

La sua giunta e diversi consiglieri che la sostengono provengono dall’ex amministrazione Maesano, dove sta il cambiamento? Come si comporterà con i consiglieri rinviati a giudizio qualora venissero condannati?
«Il mio modo di operare non cambierà, nonostante la larga coalizione. Mi pare che ancora nessuno abbia ricevuto una condanna. Quella parte di ex consiglieri potrebbe ricevere un’assoluzione, quindi aspettiamo i fatti e lasciamo lavorare la magistratura per quello che gli compete. Dopo prenderemo atto dei risultati».

Oliveri è stato presidente dell’Ambito territoriale ottimale. Cosa farà per rendere più efficiente la raccolta differenziata?
«Intendo potenziare il servizio in un modo totalmente diverso da come è stato concepito. L’igiene ambientale sta nel mettere ordine in un contesto di disordine come quello attuale. Aci Catena non può avere discariche abusive in ogni angolo, non può avere erba alta nelle strade,come se fossimo nelle strade di campagna. Le discariche creano randagismo e i ratti vagano per la città: alla luce di questo, c’è un intero sistema da andare a riformare».

Aci Catena corre il pericolo di un dissesto finanziario? Abbiamo gli anticorpi per contrastare possibili decreti ingiuntivi per debiti accumulati in passato?
«Io credo che questa storia sia stata un po’ amplificata. Vero è che il Comune si trova in una situazione di disagio finanziario, ma credo sia più un disagio legato alle disponibilità di cassa. In ogni caso, chi come me ha un’esperienza decennale sa bene come affrontare questo tipo di situazione. Non dico che la cosa non mi spaventi, ma so come arginare questi problemi, partendo dal taglio di tutte le spese inutili e futili, spendendo il meno possibile e facendo attenzione a non sperperare il denaro pubblico. Mi impegnerò a non aumentare di un centesimo una sola tassa. Si faccia fronte alle spese ordinarie andando a tagliare tutte le spese inutili: la cosa non mi spaventa affatto».

In un’intervista, l’ex sindaco Maesano affermò che ad Aci Catena la mafia non esiste: piuttosto, secondo Maesano, si poteva parlare solo di delinquenza. Anche lei è di questo avviso?
«Io mi chiamo Oliveri. Non mi interessa quello che dicono o come si chiamano gli altri. Io non sottovaluto il problema, che c’è come in tutti gli altri paesi: l’unica cosa è non farlo penetrare all’interno dell’amministrazione comunale».

Una parte politica della città la considera nostalgico, tacciandola per estremista. Alcuni hanno sollevato delle critiche sulla sua battuta in cui diceva «Noi non siamo zingari, ma persone». Non la considera un’affermazione azzardata?
«Questa cosa è stata amplificata da chi, non potendo incidere dal punto di vista elettorale sull’opinione pubblica, altro non fa che il rivoluzionario da tastiera. Hanno estrapolato una frase all’interno di un contesto. Con “zingari” non intendevo l’offesa alla città, alla razza o a un popolo, ma mi riferivo a un nel contesto generale del discorso in cui si parlava delle condizioni disastrose del centro per l’impiego, facevo riferimento ai problemi cui deve far fronte chi si reca in quegli uffici disagiati, con la gente che va e che viene così come vive un popolo che è in cammino.

In base all’accordo stipulato tra l’Anci e il governo, Aci Catena potrebbe accogliere 2,5 migranti ogni mille abitanti: sarebbe d’accordo?
«Aci Catena ha abbastanza cittadini stranieri, per la maggior parte integrati. Non sono contrario, ma nemmeno favorevole: prima bisogna andare a fare ordine. Sono sempre del parere che prima vengono i cittadini catenoti e poi vengono gli altri, di qualsiasi razza e colore essi siano».

Piano regolatore generale: ci saranno variazioni? Sarà ancora possibile edificare?
«Spero che il piano regolatore venga finalmente adottato. Sono vent’anni che questo documento viene rinviato: manca solo la valutazione della vas (valutazione ambientale strategica, ndr), quindi mi auguro che quest’approvazione possa avvenire: dobbiamo realizzare servizi, poi i palazzi. Il piano regolatore che risale alla mia amministrazione era stato adottato dalla commissione straordinaria: fu bocciato per un vizio di forma. Portai quel piano regolatore in consiglio comunale, il consiglio lo bocciò e si diede vita ad un abbassamento degli indici di edificabilità. Quel periodo si edificò con normalità, facendo venire meno la speculazione edilizia libera».


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