Punta Izzo, attivisti chiedono consiglio comunale «Esercitazioni impossibili con vincoli ambientali»

Il consiglio comunale di Augusta prenda ufficialmente posizione sulla vicenda Punta Izzo. La richiesta arriva dal coordinamento che da mesi si sta occupando dell’area costiera del centro del Siracusano, e dopo il pronunciamento del ministero della Difesa che non ha escluso che in futuro si possa riattivare il poligono della marina militare. Ipotesi contro la quale le associazioni si battono chiedendo un impegno diretto da parte della politica locale.

«Oggi il Coordinamento per Punta Izzo Possibile presenterà al Comune di Augusta, indirizzandola al sindaco, al presidente del Consiglio e a tutti i consiglieri comunali – si legge in una nota – una richiesta d’indizione di un consiglio comunale monotematico. Dopo il recente pronunciamento del ministero, riteniamo urgente e doveroso che il massimo organo di rappresentanza della comunità augustana si esprima con un chiaro indirizzo in merito all’istanza popolare di smilitarizzazione, bonifica e tutela di Punta Izzo sostenuta da migliaia di cittadini e dalla stessa amministrazione comunale megarese». 

Il coordinamento chiede inoltre che a prendere parte alla seduta siano anche i rappresentanti degli enti coinvolti nella questione e dunque l’assessorato regionale Territorio e ambiente, la Soprintendenza di Siracusa, il Libero consorzio, l’Agenzia del demanio, il Comitato misto paritetico per le servitù militari per la Regione siciliana, e poi ancora ministero della Difesa, ministero dell’Ambiente e ministero dei Beni culturali.

Il coordinamento sottolinea come l’ipotesi di una ripresa delle esercitazioni militari nella zona sarebbe incompatibile «con i vincoli ambientali apposti nell’area dal Piano paesaggistico della Regione». Punta Izzo, infatti, risulta destinataria di un livello massimo di tutela, comprensivo dell’impossibilità di effettuare qualsiasi forma di movimento terra che possa determinare modifiche alla morfologia del territorio. «A ciò si aggiunge – continuano gli attivisti – la considerazione che il comprensorio costiero in questione è attiguo alle ex Saline Regina, cioè a un’importante area umida rifugio per l’avifauna, riconosciuta dall’Unione europea come sito d’interesse comunitario e zona di protezione speciale, che verrebbe minacciata nei suoi naturali equilibri».


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