Ipab Paternò, Tar sospende il decreto regionale Documento su passaggio da Regione a Comune

Ogni decisione sul futuro dell’Ipab Salvatore Bellia di Paternò è stata rimandato al prossimo ottobre. La prima sezione del tribunale amministrativo regionale di Catania, presidente Antonio Vinciguerra, al quale si era rivolto il comune di Paternò, ha accolto la richiesta dell’ente comunale di applicare la sospensiva sul decreto di estinzione dell’istituzione regionale, firmato a novembre del 2016 dal governatore della Regione Sicilia Rosario Crocetta. Documento che sanciva il trasferimento della casa d’ospitalità al Comune paternese. Si giunge dunque a una nuova fase di stasi in attesa che lo stesso tribunale possa entrare nel merito della vicenda. 

Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Paternò Mauro Mangano il quale, attraverso i legali del Comune Alfio Platania e Giuseppe Girlando, ha spiegato il perché del ricorso: «Il Tar in sostanza ha ritenuto valide le nostre motivazioni. Tutto questo significa anche che c’è bisogno di sedersi con la Regione perché la sospensiva non ha risolto i problemi. Abbiamo bisogno che gli uffici di Palermo ci vengano incontro. Se si continua a sostenere che le case d’ospitalità vanno chiuse con una battaglia legale, difficilmente riusciamo a essere d’aiuto». 

Per risolvere la vicenda il Comune aveva inviato alla Regione una proposta per la firma di un protocollo d’intesa che concretamente metta le basi per la gestione unitaria dell’Ipab. Il documento prevede, nella fase di transizione del passaggio dalla Regione al Comune, l’impegno di quest’ultimo al trasferimento delle «risorse finanziarie per consentire il regolare pagamento delle mensilità al personale, nonché per assicurare il pagamento delle utenze, dei fornitori dei beni e servizi indispensabili e di assoluta prima necessità. Trasferimento che viene complessivamente previsto in misura non superiore a 50 mila euro».

La notizia della sospensiva del decreto regionale è stata invece accolta con grande amarezza e insoddisfazione dai dipendenti dell’lpab che vantano 36 mesi di mensilità arretrate e temono che la decisione coincida con un prolungamento della loro agonia. «Un situazione che non ci aiuta – spiegano  all’unisono -. Vogliamo sapere cosa c’e nel nostro futuro e avere risposte certe per l’immediato». Da parte sua il commissario straordinario Giovanni Riggio ha specificato invece che il suo «mandato è scaduto e che in questo momento sta gestendo l’ordinaria amministrazione in attesa che la Regione si esprima».


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