Il 14 Luglio Roma ospita nellIppodromo"Le Capannelle" tre gruppi di punta dellindie rock internazionale: i White Lies, i Franz Ferdinand e The Killers.
Le cronache del Rock in Roma: il bimbo indemoniato,lantico romano e le palme di plastica
Ogni concerto è una guerra: nel resistere per ore sotto il sole per prendere i posti migliori, nel mantenerli tra le spinte della folla, nelle corse da centometristi verso il palco schivando i ragazzini ubriachi già dalle 4 del pomeriggio. Immaginatevi, quindi, cosa possa essere seguire a Roma,sotto una cappa di calore, i tre concerti di White Lies, Franz Ferdinand e The Killers.
Fuori dai cancelli ho sentito lunghe discussioni su chi dovesse essere considerata la band protagonista del concerto: basandosi sulla grandezza dei caratteri nel cartellone, sullordine di uscita, su chi era stato annunciato per prima, era tutta una gara tra The Killers e Franz Ferdinand. I White Lies ne restono fuori, bollati come gruppo spalla. Prima che inizino a cantare sento persino un sonoro ma chi cazzo sono? alle mie spalle.
Il risultato è, però, sorprendente: niente fronzoli, solo musica.
Il cantante Harry McVeigh a tratti sembra intimiditoits the first time we are here in Italy ci dice, e poi attacca a suonare. Un ragazzo romano che si candida forzatamente a Virgilio musicale inizia un sermone sulle somiglianze coi Joy Division. Ed effettivamente sono molte: sonorità cupe e testi un po gotici, ma grande attenzione allaspetto ritmico. Il cantante rimane quasi tutto il tempo con le braccia dietro la schiena come i vecchietti che osservano i lavori stradali. E ogni tanto sorride. Mi viene da augurargli una vita più felice di Ian Curtis. Il batterista, che mi ricorda moltissimo il bambino di About a Boy ma con uno sguardo spiritato, mantiene una concentrazione estrema per tutto il concerto.
Considerando un solo album allattivo, e quindi una selezione di brani limitata, sembra quasi normale che alcuni brani suonino piuttosto ripetitivi, ma le reazioni del pubblico sono molto buone. Pochi sono i veri fan ma alla fine tutti seguono compiaciuti. Inevitabile che la maggiore attenzione sia per To Lose My Life, col ritornello cantato a squarciagola da tutti, e per il finale con Death ma altri brani come Farewell to the Fairground o A Place to Hide funzionano benissimo.
Insomma è chiaro che la stoffa cè tutta. E a livello canoro Harry McVeigh è il cantante che, in tutta la serata,si fa notare di più per potenza.
Its the first time we are in Italy,ripete alla fine: cè da lavorarci sopra
Mezzora dattesa e gli scozzesi Franz Ferdinand entrano trionfanti.
Da quando mettono piede sul palco, è chiaro che non siamo noi ad ospitarli qui a Roma: sono loro i padroni di casa, e che padroni! Tutto lo spettacolo sembra ideato esclusivamente per noi: dalladesivo SPQR sulla chitarra allingresso del batterista Paul per lencore con indosso un elmo da antico romano, tutto è un omaggio al pubblico italiano. Ancora: il transimission party di Do You Want to diventa roman party e il frontman Alex Kapranos intrattiene ed incita continuamente il pubblico in un buon italiano.
-Fate casino,Roma!!-esorta Kapranos. Ma non ce nè proprio bisogno. Si parte con una versione accelerata di This Fire generalmente usata come chiusura, quasi a ribadire che ogni loro concerto è unico – e già è il delirio. Con Do You Want To e Take me out le prime file ondeggiano pericolosamente. Durante Michael il chitarrista Nick scende dal palco e suona a ridosso delle transenne mentre Alex si lancia in riff tenendo la chitarra dietro il collo. Una festa gioiosa dallinizio alla fine.
Le ultime canzoni si godono con più tranquillità: viene da pensare che i fan duri e puri o forse solo i più casinisti – non abbiano apprezzato molto lultimo disco. Eppure è in questa parte del concerto che troviamo le parti ritmiche più sorprendenti, il finale con Lucid Dreams, che nella versione dellultimo disco contiene una lunga parte elettronica, trasforma lippodromo in una discoteca a cielo aperto. E Outsider- in realtà del secondo disco – dimostra lo straordinario affiatamento della band. Dopo aver seguito il ritmo esotico del ritornello la band si riunisce intorno alla batteria e si scatena. Probabilmente il momento più bello.
Molto curato anche laspetto visivo: la scelta dei video proiettati dietro la band è perfetta. Le labbra di una donna per No You Girls Never Know, occhi rossi per Lucid Dreams, il David di Michelangelo(altra strizzatina docchio al pubblico italiano?) durante Turn it on.
Per i The Killers lattesa si fa più lunga: ci vuole unora per montare la scenografia e completare il soundcheck. Entrano palme giganti (a richiamare la copertina di Day & Age), tubi al neon ovunque, la mitica insegna luminosa a forma di k, altre palme: tutto fantastico, certo, se non fosse che in prima fila potrò vedere solo la metà di tutto questo.
Nellattesa, lemergenza acqua si fa sentire, e i cori si fanno più incattiviti. La security fa volare qualche sparuta bottiglia tra il pubblico e vien quasi da rimpiangere i prezzi ladri degli ambulanti. La security ci racconta dellinvasione di palco al concerto di alcuni giorni prima. Avevo sentito dire che in futuro le nazioni si faranno guerra per lacqua: inizio a temere che la guerra tra fan dei Franz e dei Killers sarà per qualche bottiglietta in più o in meno.
Cè spazio anche per una piccola scommessa: quali piume indosserà Brandon sulla sua giacchetta?
Poi sullo sfondo del palco parte un countdown. La band entra tra ovazioni e qualche urlo isterico-ormonale: fingo disapprovazione, perché la mia isteria lho consumata già intravedendoli a lato del palco, durante lultima canzone dei Franz.
Tornando alla scommessa: io avrei detto piume daquila, come nel video di Human. Ma, allingresso di Brandon, facciamo pari per tutti perché è impossibile identificare un animale dalle piume nere glitterate.
Si inizia con Human, completamente sommersa dai cori dei fan. Poi una serie di pezzi più deboli come Joy Ride e This is your life spezzati da una scatenata Sombody Told Me.
Dopo un trionfale approccio in italiano Siamo i The Killers e questa sera siamo vostri, Brandon continua ad interagire in inglese col pubblico. Durante For Reasons Unknown, gioca un po con noi e spiega anche la genesi di quella canzone, elogiando tra laltro le beautiful italian girls. Il mio Virgilio musicale che inizia a darmi seriamente sui nervi- dice che pare un concerto de Madonna. Ma non si tratta di deriva pop, qui si mostra la parte più autoriale, in una scaletta che mette da parte alcune perle come Sams Town o Losing Touch per privilegiare i grandi successi.
Il cartello di un fan dice Its Indie Rock an roll for me,ma forse questa sera non ne hanno messo abbastanza.
In tutto questo Brandon rimane eccezionale. Come Alex Kapranos dei Franz Ferdinand sa muoversi benissimo sul palco: saltella da una cassa allaltra, canta col pubblico, ma limpegno è doppio in quanto fa tutto da solo, mantenendo il suo sorriso sornione fino alla fine.
Nonostante la stanchezza sia generale, la seconda parte del concerto regge molto bene con alcuni pezzi forti come Spaceman, Read My Mind e All These Things That Ive done(col coro I got soul but Im not a soldier che potrebbe durare allinfinito per quanto è trascinante) suonati e cantati alla perfezione.
Non particolarmente originali le scelte dei video: si gioca con colori e luci e per alcuni singoli viene proiettato il video ufficiale come in Bones (insomma,se ti fai girare il video da Tim Burton ogni momento è buono per mostrarlo), ma le movenze di Brandon rendono il tutto superfluo.
Chi è stato a Verona dice che questa esibizione è stata più riuscita.
Il finale è affidato a When you where young. Brandon la introduce dicendo Enjoy it as hard as you can as we will play it as hard as we can e via una pioggia di fuochi dartificio ad accompagnare uno dei brani più riusciti.
La band ci saluta e lorganizzazione fa partire le note di Moon River che in una serata del genere dove anche le canzoni diffuse durante le pause sono state puro indie- sembrano un po una presa in giro.
Pare che Killers e Franz siano stati molto disponibili coi fan alluscita, ma storie di autografi e di cartoni di pizza condivisi li scoprirò al mio ritorno – con una punta dinvidia – sui vari forum;a me, nella difficoltà di destreggiarsi tra taxi pieni e una pessima organizzazione del trasporto urbano, rimane la soddisfazione per un grande evento.