Il presidio dei pompieri era stato aperto il 17 luglio dell'anno scorso. I costi dovevano essere a carico di tutti i comuni del comprensorio ai quali era destinato il servizio. Il sindaco Giovì Monteleone: «Finora abbiamo pagato tutto, ma siamo un'amministrazione in dissesto finanziario e adesso non possiamo più sostenere queste spese»
Carini, chiude dopo un anno e mezzo caserma vigili del fuoco «Non ci sono i soldi per pagare le bollette di luce e telefono»
Chiude dopo soltanto un anno e mezzo della sua inaugurazione la sede dei vigili del fuoco di Carini. Il motivo della chiusura è legato alla morosità nel pagamento delle bollette per la fornitura dell’energia elettrica e delle utenze telefoniche. Il distaccamento era stato attivato per fornire un servizio ai comuni del comprensorio e, quindi, a Terrasini, Cinisi, Capaci, Isola delle Femmine e Torretta. Il costo doveva essere ripartito anche tra i comuni, ma nessuno dei sindaci era al corrente se vi fosse o meno una convenzione. Le spese per il mantenimento e la gestione dell’edificio sarebbero state assolte solo dal comune di Carini: «Noi abbiamo pagato tutto finora – afferma il sindaco Giovì Monteleone –, ma siamo un comune in dissesto e adesso non possiamo più sostenere queste spese».
Ammontano a 12mila euro all’anno le spese di locazione, più i costi di luce e telefono. Il primo cittadino sottolinea che la sede di vigili del fuoco volontari «potrebbe chiudere definitivamente se anche gli altri comuni non cominciano a contribuire. Ci sono alcune illuminazioni che sono state spente perché non riusciamo a pagarle. Comune in dissesto significa anche questo». Le spese che non sono state adempite riguardano, appunto, il servizio elettrico e quello telefonico della sede: non è, infatti, possibile raggiungere telefonicamente il distaccamento poiché non risponde nessuno. Monteleone afferma che le spese per la distribuzione elettrica ammontano a circa 700 euro, mentre per le utenze telefoniche i dati non sono ancora certi ma verranno pubblicati non appena il sindaco ne sarà in possesso.
«Non si può andare avanti così. Ormai tutti chiedono servizi su servizi, dimenticando che siamo un comune in dissesto. Se si chiedono prestazioni, queste si devono pagare». Con quest’ultima frase, Monteleone. Il comune vorrebbe sostenerne i costi, ma non può. C’è però da dire – chiosa il sindaco – che, anche se il servizio si riattivasse, bisognerà gestirlo in modo più parsimonioso».