Nel rapporto diffuso da Legambiente la città è 102esima su 104 capoluoghi di provincia. Si confermano le criticità come lo spreco d'acqua potabile, la bassa percentuale di raccolta differenziata, lo scarso utilizzo dei mezzi pubblici. L'assessore all'Ambiente Sergio Marino non ci sta: «Classifica ingenerosa con gli sforzi di questa amministrazione»
Qualità ambientale, Palermo in fondo alla classifica «Parametri opinabili, ci penalizzano trasporti e rifiuti»
È ormai un appuntamento annuale fisso con esito scontato: esce la classifica di Legambiente sulla vivibilità urbana e Palermo rimane nelle ultime posizioni. Alla presentazione di ieri a Bari del XXIII Rapporto sulla qualità ambientale dei Comuni capoluogo di provincia la città è terz’ultima in Italia e ultima tra le grandi città – oltre i 200mila abitanti. I dati dell’associazione ambientalista, insomma, non fanno sconti. I parametri sotto osservazione sono cinque: aria, acqua, rifiuti, mobilità, energia. Per ciascuno sono previsti una serie di indicatori, fino ad un numero massimo di 17, e un punteggio che va da 0 a 100. La mobilità pesa complessivamente il 33% del totale, seguita dall’aria al 23%, i rifiuti al 18%, l’acqua al 14% e l’energia al 12%. «Continua a prevalere – si legge nel rapporto – nella stragrande maggioranza delle città prese in esame, una diffusa staticità». Un’osservazione che vale per la città panormita, rimasta al 102esimo posto come nel 2015. Tra conferme e lievi miglioramenti.
«Palermo spreca ancora più della metà dell’acqua potabile immessa in rete – si apprende da Legambiente – ed è, com’è noto, tra quei capoluoghi che non si possono certamente permettere sperpero idrico e ha ridotto il quantitativo di rifiuti raccolti separatamente, dal 10% al 7%». Anche se qualcosa pare cambiare per la città, che «ha risultati accettabili solo relativamente ai dati legati all’ozono, tra i più bassi in assoluto, e nel numero di auto circolanti dove il capoluogo regionale siciliano totalizza un diciottesimo posto nella graduatoria dell’indice con un comunque non esaltante 57 auto ogni 100 abitanti». Punto nodale è poi il trasporto pubblico, dove nell’anno passato la città non ha raggiunto neanche la soglia dei 50 viaggi effettuati all’anno per ogni cittadino residente (a fronte di città come Roma e Milano che sfondano il tetto dei 450): un dato che comunque pone Palermo al di sopra della media nazionale ferma a 35 viaggi annuali. Ciò fa sì che metà degli abitanti utilizzi auto e moto private per spostarsi da una parte all’altra della città, nonostante le percentuali di isole pedonali e di piste ciclabili siano discrete.
In città comunque dal punto di vista ecologico, almeno secondo Legambiente, si continua a vivere male. Un ulteriore esempio può individuarsi nella percentuale di verde fruibile in area urbana, dove Palermo si colloca in un poco dignitoso 86esimo posto. Ma è davvero un quadro a tinte fosche? Non è d’accordo Sergio Marino, assessore all’Ambiente del Comune di Palermo. «Se si guardano le singole graduatorie Palermo non è messa così male – è il suo commento. È il peso dato alle diverse categorie che che ha influenzato la posizione, penso alla mobilità e ai rifiuti. La classifica comunque è ingenerosa con lo sforzo che questa amministrazione sta portando avanti. Su alcuni procedimenti importanti come la ztl bisognerà comunque aspettare l’anno prossimo».