A Carini il Giubileo del mondo del lavoro «Chiesa e istituzioni unite contro la crisi»

La zona industriale come simbolo ideale del Giubileo del mondo del lavoro. E proprio in una zona industriale, quella di Carini, presso il centro direzionale, è andata in scena la manifestazione, un momento liturgico di incontro e riflessione e per porre l’attenzione verso un serio problema che attanaglia il territorio: la crisi e la disoccupazione. Infatti, negli ultimi anni numerose industrie presenti da anni nella zona sono state costrette alla chiusura.

L’iniziativa è stata organizzata dall’ufficio pastorale per i Problemi sociali e il Lavoro con il supporto del Movimento cristiano lavoratori, di Confindustria e Confcommercio Palermo e del Ciac (Coordinamento Imprenditori dell’area di Carini). «La Chiesa quest’oggi vuole essere accanto alle industrie e ai lavoratori per dar loro coraggio» dice monsignor Michele Pennisi, arcivescovo dell’arcidiocesi di Monreale, il quale è apparso orgoglioso della manifestazione organizzata. Anche Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo, ha presenziato all’iniziativa ribadendo la sua opinione sul Giubileo del mondo del lavoro: «Questa giornata è carica di significato: sindacati, imprenditori e Chiesa si riuniscono per un momento di preghiera per tutti i lavoratori, per il nostro territorio e per il suo sviluppo sano».

A guidare le fasi della manifestazione è stato don Angelo, parroco della chiesa alla Stazione di Carini, accompagnato da un frate dell’Ordine dei Francescani. Il corteo ha attraversato la Porta santa, dove Monsignor Pennisi ha pregato per qualche minuto, per poi dirigersi in un angolo del complesso direzionale in cui l’arcivescovo ha celebrato la Messa. Prima del suo inizio, don Angelo ha invitato il sindaco di Carini Giovì Monteleone a un saluto, il quale, in quanto rappresentate delle istituzioni, ha assicurato il proprio impegno laico al fine di poter risollevare le sorti di una zona industriale in cui regna il degrado, sottolineando, però, che «ognuno deve fare la propria parte affinché questo avvenga» riferendosi alle istituzione di livello superiore. Anche Marcello Trapani, infine, presidente di Ciac, è intervenuto raccontando i motivi della nascita della propria organizzazione: «Siamo circa venti imprenditori a far parte del Ciac. L’abbiamo creato perché la zona industriale appariva fortemente degradata e serviva un coordinamento fra noi imprenditori. Oltre al degrado, siamo sommersi dalla burocrazia e ciò non ci consente di lavorare con serenità. È per questo che chiediamo un aiuto alle istituzioni, un aiuto che sia il più tempestivo possibile». 


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