Profumo di facoltà

Quanto emerso dallo scorso consiglio di Area Didattica ha dell’irreale, dell’inquietante.

Problematico l’ordine del giorno:

  1. Rapporti tra Università e Consorzio
  2. Legge 270
  3. Richiesta di alcuni professori a contratto di svolgere 4 ore consecutive di lezione
  4. Chiusura della Biblioteca Zipelli

Il punto uno può essere riassunto “semplicemente” dicendo che stiamo aspettando un tavolo di trattativa per discutere la nuova convenzione. Sulla base del budget che il Consorzio (e forse l’Ateneo, il cui contributo sarebbe necessario) darà alla Facoltà di Lingue si potrà sapere se:

    • Torneremo ad avere la carta per stampare al laboratorio
    • Riusciremo a mantenere quei professori il cui contratto scade a febbraio
    • Riusciremo a mantenere le materie esistenti

Il lettore studente potrebbe, se continua a sonnecchiare placido nel suo banco e indifferente a quanto sta succedendo, dichiarare morte e sepolte le borse di studio per l’estero e i corsi di full immersion.

Il punto numero due è ancora più controverso del punto numero uno.

La legge 270 dello sgoverno Berlusconi 2, firmata dal Ministro Moratti, approvata nel 2004, è già in vigore e sarà appilcabile inesorabilmente nel 2010/2011. La Gelmini ha ancora tempo per peggiorarla.

La legge prevede una razionalizzazione (tradotto: tagli) del rapporto studenti-professori. Spiegato alla spicciola: ci deve essere un rapporto equilibrato tra studenti iscritti e professori di ruolo. I contrattisti non possono essere più degli stabilizzati, o tanto quanto; e questo va visto in relazione al numero degli studenti. Saltata la proporzione gli studenti possono fare i bagagli: insomma, la legge 270 è un modo non troppo velato per far diventare l’Università a numero chiuso.

Tuttavia, se il dato di fatto è tanto inquietante quanto ineluttabile (cioè la legge verrà applicata anche da noi, statene certi), invece di piagnucolare e di frignare “Berlusconi è cattivo e antidemocratico”, sarebbe più giusto ragionarci su ed evitare il peggio.

Ragusa (e qui arriva il miracolo) rientra nei parametri dello sgoverno. E’ tuttavia necessario riorganizzare i corsi di laurea.

Chi si occupa di riorganizzare i piani di studio è la Commissione Didattica, un organismo non rinnovato che procede per proroga automatica. Il dibattito dovrebbe coinvolgere tutti, soprattutto gli studenti. Loro compito è segnalare le storpiature dell’attuale offerta formativa e fare capire alla Commissione Didattica che la presenza di piani di studi illogici e promiscui (come gli attuali) comporta la perdita di studenti iscritti.

Ovviamente la riorganizzazione dei piani di studio deve essere fatta in coordinazione con Catania per differenziare le due sedi e per dimostrare che l’importanza di Lingue Orientali non è irrilevante nel territorio.

A proposito della rilevanza di Lingue Orientali non è passata inosservata la mancanza del rinnovo del contratto del professore Omeghras, situazione rimediata anche grazie all’aiuto di 376 firme degli studenti protocollate e faxate alla segreteria di Presidenza. Tali mancanze sono un grave segno di malessere che una Facoltà che ancora spera di puntare in alto (e potrebbe farlo sia col sacrificio dei docenti sia con la partecipazione degli studenti) non può permettersi. E se la situazione del professore Omeghras è stata risolta, resta il problema del contratto del docente di giapponese che manca ancora.

Altro nodo cruciale è stata la richiesta di alcuni docenti a contratto di accorpare le due ore di lezione la settimana in agglomerati di 4 ore consecutive ed evitando così il pernottamento.

L’Area didattica ha deciso che l’accorpamento di queste ore è consentito esclusivamente nel caso in cui le lezioni siano destinate a studenti di due gruppi classe distinti. Questo provvedimento sarà operativo dal secondo semestre. Tuttavia la conformazione del corpo docenti potrebbe non permettere questa elasticità: alcuni professori a contratto insegnano lingue straniere e hanno un solo insegnamento nonché una sola classe.

Per quanto l’esiguità del compenso sia una valida motivazione e, ne siamo certi, la solidarietà ai lavoratori malretribuiti non mancherà da parte degli studenti, è necessario chiarire che la didattica a Ragusa è già gravemente minacciata dalle difficoltà economiche. Ridurre la didattica a un concentrato di 4 ore come altre Università scadenti e fare del full immersion un nuovo modello d’insegnamento comporterebbe chiedersi in senso ampio e generale qual è il senso di scegliere Ragusa come Università, visto che, malgrado le strutture siano poco efficienti, proprio la didattica è il grande cavallo di battaglia della nostra sede.

Infine e a malincuore, bisogna rendere noto che i professori a contratto già accettando l’incarico conoscono i termini del contratto: contratto che prevede non solo le ore di lezione ma anche il ricevimento. Se ne deduce che ogni qual volta gli studenti trovano scritto in bacheca che il ricevimento si effettua con un numero minimo di studenti o previo appuntamento, questa è una libertà del singolo non prevista dal contratto. Comprensibile ma non giustificabile se il docente in questione è contrattista, del tutto immotivata e doppiamente grave se si tratta di un incardinato.

Il rimborso spese va inoltre detto, è prassi, ma non è previsto dal contratto.

Gli studenti possono dunque dimostrarsi disponibili a venire incontro, se possibile, alle richieste dei docenti meno retribuiti ma non possono arretrare sulla qualità della didattica, loro sacrosanto diritto. Sarebbe auspicabile dunque, visto che mancano ancora i cinque Rappresentanti degli studenti all’Area Didattica (chi era lì lo ha fatto da uditore senza poter prendere parte al dibattito), che gli studenti riuniti in assemblea, stilassero un documento da inviare al consiglio dei professori in cui rendono nota la loro posizione e, come fatto per il Professor Omeghras, chiedano a gran voce sia la carta igienica, sia la riapertura della Biblioteca Zipelli. Allo stesso tempo possono esprimere la loro solidarietà nonché preoccupazione per le condizioni di lavoro dei docenti a contratto.

Avendo, con ben 376 firme protocollate e faxate alla segreteria di Presidenza, ottenuto il rinnovo del contratto del professore Omeghras, potrebbero fare e ottenere ancora molto.


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