Agrigento, verso il ritorno all’acqua pubblica Tutti i Comuni insieme per sostituire Girgenti

Un passo importante è stato fatto oggi ad Agrigento per il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. L’approvazione all’unanimità del regolamento presentato dai sindaci ha sancito oggi la costituzione dell’Ati Agrigento, l’assemblea territoriale idrica formata da tutti i Comuni dell’ex provincia. In seguito agli incontri preliminari dei mesi scorsi, la nuova associazione – creata successivamente alle disposizioni arrivate dalla Regione Sicilia per mezzo dell’assessore all’Energia Vania Contrafatto – è realtà e potrà gestire il ritorno alla tanto agognata acqua pubblica, sostituendosi alla decennale amministrazione della società idrica Girgenti Acque. 

Stando alla legge regionale 19/2015, l’assemblea della nuova Ati ha approvato lo statuto, passando ora al secondo passo che prevede la richiesta al presidente Rosario Crocetta di nominare la commissione tecnica che dovrà sorvegliare sull’operato della nuova associazione, valutando eventuali inadempimenti nella gestione del servizio. Alla riunione operativa hanno partecipato anche i pochi Comuni che non hanno ceduto le reti a Girgenti Acque, mantenendo la gestione comunale dell’acqua, come il sindaco di Aragona Totò Parello. «Oggi – ha detto – è stato compiuto un grande passo avanti, Agrigento è la prima provincia che vuole ritornare all’acqua pubblica e sta operando concretamente in tal senso. Anche se la legge regionale 19/2015 è stata impugnata dal governo nazionale, è comunque legge e noi ci basiamo su questa in attesa della Corte Costituzionale. Adesso abbiamo un’assemblea formata solo dai sindaci e diventiamo così artefici del nostro destino: non abbiamo più alibi, ci dobbiamo prendere la responsabilità di tornare alla gestione diretta dell’acqua». 

Il nodo da sciogliere sarà poi la questione del contratto della Regione con Girgenti Acque. «Questo è un grande problema – Parello – la società ha già fatto ricorso contro quei Comuni che non hanno ceduto le reti, chiedendo loro 78 milioni di euro. Girgenti Acque ha un contratto trentennale e sarà un problema risolverlo, la Regione che dovrà pagare una penale».

L’assemblea, intanto, è rimandata a martedì prossimo, quando verrà scelto il presidente dell’Ati. Soddisfatto della seduta è il sindaco di Racalmuto Emilio Messana, il cui paese è sotto la gestione di Girgenti Acque: «Oltre ad aver approvato lo statuto, abbiamo chiesto alla Regione il recesso della convenzione con Siciliacque, che vende l’acqua all’ingrosso, avvalendoci dell’articolo 6 della legge 19/2015, mentre a Grigenti abbiamo demandato una verifica a campione dei contatori idrici installati nei vari comuni in contraddittorio con le amministrazioni comunali. Oggi è comunque una data importante, l’Ati mette ordine a un grande marasma che si era creato negli ultimi anni». 

Terminando il rapporto con SiciliaAcque, i comuni agrigentini si rifornirebbero direttamente alle sorgenti della provincia, cosa che dovrebbe abbassare, e non poco, il costo dell’acqua ai cittadino. Il ritorno effettivo all’acqua pubblica però è ancora distante: «Non è facile prevedere i tempi, adesso si avvierà un processo in cui bisogna tenere conto delle reazioni della controparte».


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