La sfida di Cristina, un anno per ritrovarsi  Web serie per raccontare la sua rinascita

Si chiama #Incontro con me stessa ed è il primo reality italiano interamente dedicato al delicato tema della cura all’obesità e alla chirurgia bariatrica. La protagonista è Cristina Mercurio, una ragazza di 33 anni, originaria di Bagheria, nel Palermitano, che da circa dieci anni si è trasferita in provincia di Milano. Dal 15 febbraio ogni lunedì una nuova puntata viene presentata sui social network grazie a un’idea del Gruppo Ospedaliero San Donato e di Inco, l’Istituto nazionale per la chirurgia dell’obesità. L’obiettivo è quello di raccontare per un anno la storia di una persona alle prese con un problema eccessivo di peso, come nel caso di Cristina: «Per me tutto è cominciato quando è morto mio nonno – racconta – allora avevo cinque anni e mia madre ha cominciato a compensare il dolore con il cibo e io ho fatto lo stesso». Un’abitudine che, purtroppo, l’ha accompagnata per il resto della sua vita. «Ho attraversato diverse fasi – racconta – a 15 anni la mia prima dieta, molto restrittiva: ho eliminato i carboidrati e ho perso 59 chili, ma poi ho ricominciato a mangiare e ho ripreso tutto peso». 

Dopo i primi tentativi senza l’aiuto di nessuno, Cristina si è rivolta a vari dietologi ma con scarsi risultati. «Dopo lunghi periodi di restrizione – ricorda – arrivava un momento in cui mi stancavo e avevo bisogno della sensazione di sazietà, ma con uno stomaco dilatato dovevo mangiare molto per sentirmi piena». Così, a grandi perdite di peso, seguivano lunghi periodi di abbuffate senza controllo e, ogni volta, l’ago della bilancia si spostava sempre più in alto, fino a toccare quota 115 chili. «Non si tratta di un peso eccessivo in assoluto ma per una persona non molto alta come me non è poco». Gli interventi di chirurgia bariatrica non hanno finalità estetica ma sono indicati in pazienti in cui la condizione di obesità interferisce in modo fortemente negativo sulla qualità della vita, esponendoli a rischi di gravi complicanze cardiache, respiratorie, metaboliche, psicologiche e oncologiche. Come nel caso di Cristina: «Sono nata con una displasia alle anche – spiega – che con il tempo e  il peso in eccesso limita sempre più i miei movimenti». L’obesità non fa che peggiorare questa situazione al punto da impedirle di compiere i gesti più semplici.

«Faticavo ad alzarmi – spiega – e persino accompagnare mia figlia a scuola era diventato insostenibile. Un giorno ho chiesto a mio fratello di darmi un passaggio all’asilo e lui mi ha detto: ‘certo che ti vengo a prendere ma cosa sarà della tua esistenza?’ Così una mattina ho pensato: sono stanca di vivere a metà». A novembre la svolta. Cristina contatta il policlinico San Pietro di Bergamo del Gruppo San Donato per una visita bariatrica, risulta idonea e viene operata ai primi di febbraio. L’intervento comporta una riduzione dello stomaco che produce nel paziente un precoce senso di sazietà, ma Cristina avverte: «La fame viene ridotta ma la tua testa resta uguale». Per questo motivo, prima e dopo l’operazione, la struttura ospedaliera mette a disposizione un’equipe di specialisti (dietologo e psicologo coordinati dal chirurgo bariatrico) pronti a seguire i pazienti nel percorso di recupero post-operatorio. E il progetto della web serie sul tema dell’obesità, autoprodotta da GSD Comunicazione & Marketing, va inserita quindi un’ottica di informazione medica divulgata in modo più immediato (6 minuti per un totale di 25 puntate) con garanzia della correttezza delle informazioni medico-scientifiche divulgate.

«Quando mi hanno proposto di partecipare alla serie ero scettica – confessa – ma alla fine ho accettato perché nel mio piccolo sto dando un contributo a chi vive le mie stesse difficoltà». Ovviamente la buona riuscita dell’operazione dipende in dall’impegno del paziente nel seguire un regime salutare: l’intervento in sé non modifica le abitudini alimentari. Ma Cristina è fiduciosa: «Non ho paura perché ho due assi nella manica: Dio e lo staff dell’ospedale. L’intervento è un fantastico trampolino di lancio però bisogna seguire le regole alimentari». Nel periodo di riabilitazione, Cristina ha imparato a conoscersi e a riconoscere gli attacchi di fame. «Spesso non si tratta di vero appetito – chiarisce – ma fame emotiva». Può essere rabbia, a volte ansia altre paura. Ogni emozione ha un sapore diverso e Cristina sta imparando a comprenderle e accettarle. «Gli incontri con lo psicologo dell’ospedale – aggiunge – mi stanno aiutando ad ascoltarmi. Ho imparato a gestire la rabbia che non va sotterrata. E lo stesso vale per tristezza e ansietà – conclude – mi metto nella mani di Dio e tutto verrà da sé».  


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