Il 26 marzo 2006 moriva, in un incidente aereo, l'uomo che più di ogni altro aveva conosciuto i segreti e la bellezza del volo. Levento Aprileali si svolgerà il prossimo 8 aprile alle 20:30 al Teatro Metropolitan di Catania con la premiazione di Piero Angela
Angelo D’Arrigo, due anni dopo
Ha sorvolato mari, deserti, vulcani e catene montuose. Il suo obiettivo era perfezionare la tecnica di volo osservando e studiando il volo istintivo dei grandi uccelli migratori. E’ salito a oltre 9.000 m. in volo libero, fino a superare le vette dell’Everest e dell’Aconcagua. Noto come il “condor delle Ande” è tragicamente scomparso in un un incidente lo scorso 26 marzo 2006 durante una manifestazione a Comiso ma continua a volare col suo vivo ricordo nelle nostre menti.
In occasione del secondo anniversario dalla sua scomparsa la Fondazione Angelo DArrigo rende omaggio alla memoria del catanese, campione mondiale di volo, con una serata evento durante la quale verrà consegnato il premio Angelo DArrigo al giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela. Levento Aprileali presentato da Donatella Bianchi e Luca Pagliari, si svolgerà il prossimo 8 aprile alle 20:30 al Teatro Metropolitan di Catania e vedrà la partecipazione di Franco Battiato con Angelo Privitera, Sugarfree, Mario Venuti, Kaballà, Lautari, Luca Madonna, Vincenzo Spampinato.
Noi lo ricordiamo cosi’, con le sue più belle parole:
Spingendo quotidianamente i nostri limiti, riusciamo a piccoli passi a superare le paure che ci vietano il possesso della nostra esistenza.
Angelo DArrigo
Sono riuscito a esprimere la mia interiorità in seno a un elemento a volte ostile alluomo perché è vero che il cielo è sempre stato un elemento di sogno per luomo, però è altrettanto vero che la gravità ha sempre fatto pagare caro il prezzo alluomo del giocare per aria. Per me il volo è questo: è entrare in un altro elemento che è laria e riuscire a viverlo.
Angelo DArrigo (tratto dal film documentario Nati per volare)
Avevo passato molte ore solitarie a elaborare un percorso ideale, strutturato su alcuni passaggi chiave. (
) Così, affidandomi solo allintuizione e allesperienza, avevo tracciato una rotta. (
) Le mie soluzioni (
) coincidevano con ciò che da sempre avveniva in natura. Avevo visto e sentito bene il percorso. In modo impercettibile, il mio pensiero si avvicinava sempre più a quello degli uccelli. La metamorfosi si confermava. Rimasi lì, in mezzo alle carte, a godermi linsperata scoperta, con lo sguardo perso nella prospettiva affascinante di mettermi in viaggio per nuovi sentieri dellaria.
Angelo DArrigo, In volo sopra il mondo, Mondadori, 2005, pag. 44.
Mi piacerebbe riuscire a far passare diffusamente un messaggio di grande rispetto per lambiente. Quando parlo di ospite voglio specificare che si tratta di questo: se sono ospite Suo, a casa Sua, in qualità di ospite cerco di rispettare nel modo migliore le regole nelle quali sono ammesso, le regole Sue. Invece, spesso luomo si sente padrone dellambiente, padrone dellarea che lo circonda.
E questa è la peggiore conseguenza del fatto che le grandi Potenze hanno indotto il singolo a sentirsi proprietario dellarea in cui abita e respira.
Angelo DArrigo
Il silenzio per me è un momento nel quale puoi ritrovare te stesso, come lo è la solitudine: nei miei viaggi attraverso il mondo, i deserti, gli oceani, i mari, le montagne, ho avuto sempre momenti estremamente lunghi di solitudine. E la solitudine è il miglior modo per ritrovare se stessi. Alla solitudine io associo il silenzio, perché la solitudine è un momento di distacco dalla realtà che ti sta intorno.
Da unintervista pubblicata nel suo sito www.angelodarrigo.com
Io che di campioni ne ho conosciuti tanti, in ogni continente, non ne ricordo uno come lui, con quella sorta di originalità così affascinante e complessa. Uomo davventura? Si, ma anche uomo di scienza, di ecologia, studioso di tecnologie davanguardia (
).
Lidea di intitolargli il nuovo aeroporto in costruzione risponderebbe in tutto e per tutto al valore e allo spirito del personaggio. Angelo DArrigo era un uomo unico, di avventura e di scienza, un cittadino del mondo, un angelo al di sopra del tempo. Cari catanesi, lui è morto ma non possiamo perderlo: dobbiamo tenerlo vivo in noi e con noi. E una prova damore e di civiltà.
Candido Cannavò, direttore storico della Gazzetta dello Sport
Altro pensiero quando volo è il sentimento, cioè lo spazio che ti dà il volo. Penso che luomo ha sempre cercato di volare, non solo per imitare i suoi cugini uccelli, ma anche per vivere la dimensione della libertà. Se volessi dare un simbolo alla libertà direi che il volo è quello che la rappresenta di più. Si ha libertà di movimento, libertà tridimensionale, puoi andare in orizzontale, in verticale e riesci ad essere svincolato dai vincoli che noi terrestri ci portiamo.
Intervista di Melania Mertoli rilasciata a Step1, Volo per vivere la dimensione della libertà