Gradito ritorno a casa per il pianista di origine catanese che si è esibito in concerto venerdì scorso per la XXXIII stagione dellAssociazione Musicale Etnea
I preludi, le chanson e le promenade di Giovanni Cultrera
L’Associazione Musicale Etnea ha una tradizione, invitare per ogni sua stagione un artista locale che abbia portato con successo il nome di Catania all’estero. Quest’anno la scelta è caduta su Giovanni Cultrera, pianista che si è esibito nelle maggiori capitali mondiali, formatosi all’Istituto Bellini.
A farla da padrone nel repertorio scelto sono stati i compositori di origine russa: Musorgskij, Rachmaninov, Borodin, Cajkovskij, Prokof’ev e Sostakovic. Unica eccezione Bach (trascritto però dal russo Aleksandr Siloti).
I Tableaux d’une exposition di Musorgskij hanno aperto il concerto; l’opera prende spunto da un’immaginaria passeggiata (la promenade che funge da leit motiv) davanti ad una serie di quadri del pittore e scultore Viktor Hartmann. Con una serie di emozioni che vanno al di là della trasformazione delle arti visive in musica e il dibattito intellettuale nella Russia di metà ‘800, Cultrera riesce a trasportare la sala in un mondo a tratti tranquillo (quello dei bambini che giocano nel parco parigino delle Tuileries) a tratti maestoso e imponente (quello della grande porta di Kiev).
Successivamente è stata la volta di due brani di Rachmaninov, uno dei Sei momenti musicali op. 16 (il terzo) e il quinto preludio dell’op. 23, che hanno incantato per la loro eleganza.
Borodin con la sua Au couvent – tratto dalla Petite suite – ha portato l’ascoltatore in un’antica stradina nella quale il tempo è scandito dai rintocchi delle campane che, in una costruzione circolare, iniziano e terminano lenti e maestosi.
Le eleganti e delicate Chanson triste (tratta dai Douze morceaux) e Ottobre (da Le Stagioni) di Cajkovskij hanno preceduto il brano Montecchi e Capuleti dell’immortale Romeo e Giulietta di Prokof’ev. Le vibranti note di uno dei brani più conosciuti di questa suite hanno immediatamente riportato alla mente l’odio e le controversie rappresentate nella Danza dei cavalieri, nella quale si fronteggiano i rampolli delle due famiglie rivali.
Giovanni Cultrera ha terminato il suo programma suonando due Preludi di Bach – riletto da Siloti – e infine Sostakovic (Preludi 6, 17 e 23 dell’op. 34) strappando al pubblico l’applauso finale.