La "requisitoria" contro le coppie di fatto l'ha pronunciata ieri sera in occasione del tradizionale discorso alla città a conclusione della processione per Santa Rosalia. Nel discorso alla città spazio anche per la lotta alla corruzione, la malasanità e i migranti
Festino, il cardinale Romeo difende la famiglia «No a visione distorta che confonde identità sessuale»
La “requisitoria” contro le coppie di fatto l’ha pronunciata ieri sera in occasione del tradizionale discorso alla città a conclusione della processione per il Festino di Santa Rosalia. Quando le reliquie della Santuzza sono arrivate dalla Cattedrale davanti al palco allestito in piazza Marina, l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, ha preso la parola. Accanto a lui il sindaco Leoluca Orlando e le massime autorità civili e militari. «Palermo ha bisogno di una vera e propria rinascita: morale e spirituale». Per tornare ad essere «vivibile» serve «sobrietà nei costumi, onestà, solidarietà» dice.
Da combattere c’è la corruzione, che «puzza e condiziona la vita di tutti», la disoccupazione giovanile, che costringe «tanti ragazzi a lasciare la loro terra». Nel suo discorso c’è spazio per i migranti, che arrivano «disperati» sulle coste della Sicilia, per l’emergenza abitativa e per la malasanità, ma anche per la teoria gender. L’arcivescovo stigmatizza «la messa in discussione della famiglia autentica con l’affermarsi di una visione antropologica distorta che confonde l’identità sessuale dei bambini e dei ragazzi». Accanto a lui resta il sindaco, che nei giorni scorsi aveva sfilato in testa al corteo del Pride e nei mesi scorsi aveva istituito il registro delle coppie di fatto.