Rivoluzione Amat, tagli a linee   Catania: «Razionalizziamo servizio»

L’aggiornamento del contratto di servizio dell’Amat, i crediti con la Regione per 60 milioni di euro, l’acquisto di nuovi mezzi, le officine, le strisce blu. L’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania, spazia a tutto campo sull’azienda di trasporto pubblico urbano, che da anni naviga in acque poco tranquille anche a causa dei tagli regionali e che molti dipingono in crisi nera.

«Il problema fondamentale – spiega Catania – sono i 60 milioni di euro di crediti che l’Amat vanta nei confronti della Regione, che ogni anno ha tagliato il 6 per cento al trasporto pubblico locale e che quest’anno ha tagliato prima il 6 e poi il 3 per cento su quello che rimaneva. Anni fa l’Amat poteva garantire la presenza di 440 mezzi su strada, quando si è insediata questa amministrazione la cifra era scesa a 220 e tale è rimasta in questi tre anni. Abbiamo acquistato da poco 18 nuovi autobus ecologici e speriamo nell’approvazione del Pon Metro da parte del Ministero dell’Ambiente per avviare l’acquisto di un altro centinaio di autobus, senza dimenticare che l’Amat sarà l’esercente del tram. Quindi continuiamo a investire nonostante i tagli».

In questi giorni è scoppiata la polemica sui tagli alle linee. Per il consigliere comunale di Forza Italia Angelo Figuccia «per l’Amat esistono due Palermo: il centro cittadino, servito da decine di linee urbane, e le periferie abbandonate a se stesse, dove i residenti si dovranno arrangiare per poter prendere un bus. Il drastico taglio delle linee urbane annunciato dall’azienda di via Roccazzo – aggiunge – avrà soltanto un effetto: ampie zone periferiche trasformate in lande desertiche, dove gli autobus resteranno un miraggio e dove il tram, che entrerà in servizio non si sa quando, è soltanto un palliativo per un paio di quartieri, mentre il centro cittadino – insiste il forzista -, a cominciare da via Libertà, potrà contare su numerosi mezzi, i quali daranno pure un notevole contributo all’inquinamento atmosferico».

«È un errore di lettura – replica Catania -. Innanzitutto preciso che non c’è alcuna riduzione degli autobus per colpa della crisi. Piuttosto si ridefiniscono le linee perché gli attuali 220 mezzi non possono coprire le linee che un tempo erano garantite da 440. Non si può mantenere lo stesso programma di esercizio. Per evitare sovrapposizioni è preferibile che su una strada passi una sola linea, ma con una frequenza maggiore, piuttosto che far passare più linee. Razionalizzando le linee con i mezzi che abbiamo di fatto le potenzieremo».

I sindacati, però, puntano spesso il dito contro le officine e, in particolare, contro i tempi di riparazione delle vetture. Officine più efficaci, è la sintesi, si traducono in un servizio migliore. Per Antonino La Barbera, segretario regionale dei Cobas settore trasporti, «basterebbe individuare 30-40 vetture meno malmesse e ripararle, acquistando in modo mirato i pezzi di ricambio strettamente necessari». Ma l’assessore respinge al mittente le critiche: «È facile parlare delle officine ma qualcuno sa che i 18 mezzi ecologici sono i primi acquisti dal 1999? Molti mezzi sono vecchi. La verità è che l’amministrazione precedente di fatto voleva far fallire il servizio di trasporto pubblico».

Se si parla di tram il discorso cade inevitabilmente sul contratto di servizio, che attende già da un bel po’ di essere aggiornato. «Lo faremo entro l’anno, siamo in fase di definizione – spiega l’assessore -. Non potrebbe essere altrimenti, dato che il tram entrerà in funzione quest’anno». Possibili novità potrebbero riguardare anche le strisce blu. La Giunta Orlando aveva promesso di rivedere la distribuzione degli stalli a pagamento, ma intanto è arrivato il provvedimento sulle strisce blu estive nelle località balneari: «Quelle di Mondello e Sferracavallo sono strisce blu Amat e servono per favorire il decongestionamento del traffico. Il tema, però, non sono le strisce blu Amat, ma quelle Apcoa. Ricordo che il piano della sosta tariffata è stato votato anni fa dal Consiglio comunale e che di fatto l’amministrazione precedente ha regalato la città ad Apcoa. Per questo stiamo studiando il contratto Apcoa insieme al Ministero dei Trasporti». Se sia in vista una revisione o addirittura una riduzione degli stalli gestiti dall’azienda mantovana, però, Catania non lo rivela. 


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