Indagine su legalità a studenti «Mafia più forte dello Stato»

Una forte sfiducia verso le istituzioni e la politica, espressa da quasi il 92% degli intervistati, ma una posizione netta contro mafie, criminalita’ e corruzione anche se solo il 30,13% dei giovani ritiene che la mafia possa essere definitivamente sconfitta da uno Stato visto come piu’ debole della mafia dal 52.69% dei ragazzi. Queste le principali indicazioni emerse dall’indagine sulla percezione mafiosa condotta tra oltre mille studenti partecipanti al Progetto Educativo Antimafia promosso dal Centro Pio La Torre di Palermo e che ha coinvolto circa diecimila studenti in tutta Italia. 

L’indagine, giunta al nono anno, sara’ presentata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ricevera’ domani una delegazione del Centro al Quirinale. I risultati sono interamente consultabili nel numero di ASud’Europa scaricabile all’indirizzo www.piolatorre.it. Secondo l’88.29% dei ragazzi, i politici nazionali sono degni di ‘poca’ o ‘per nulla’ fiducia. Numeri leggermente piu’ bassi per i politici locali, su cui il sentimento di sfiducia riguarda l’83.98% degli studenti. ‘Tre indicazioni politiche vengono dai ragazzi – commenta il Presidente del Centro La Torre, Vito Lo Monaco -.

La prima e’ che bisogna investire su scuole e formazione dei docenti per uscire dalla crisi piu’ forti. La seconda indicazione e’ che una ‘buona politica’ dovrebbe cogliere il ripetuto allarme che la percezione dei giovani manifesta per il ruolo assunto dalle mafie nella vita economica, sociale e politica di tutto il paese. Il terzo aspetto e’ che la crisi, al di la’ degli ottimismi auto consolatori, ha prodotto uno stato generale di poverta’ e di sfiducia che puo’ essere colmato, oltre ogni sondaggio sugli orientamenti di voto, da una politica di investimenti concreti per la crescita; per la scuola, per il welfare; per il Mezzogiorno che sembra scomparso dalle priorita’ di governo’.

 ‘Siamo di fronte a giovani – sottolinea Antonio La Spina, docente di sociologia alla Luiss di Roma – che, possibilmente in parte anche in conseguenza delle esperienze di educazione antimafia in cui sono stati inseriti, nutrono un forte senso civico, ma sono al contempo assai guardinghi e poco inclini a fidarsi della gente’. Come nelle precedenti rilevazioni e quest’anno in misura piu’ accentuata, si segnalano le risposte alla domanda sui chi tra lo Stato e la mafia sia piu’ forte. Il 52,69% dei ragazzi risponde ‘la mafia’ contro soltanto un 10,46% che risponde ‘lo Stato’. Inoltre per l’84.84% ‘le mafie sono forti perche’ utilizzano qualsiasi mezzo per raggiungere i loro scopi’; lo Stato non fa abbastanza per sconfiggere le mafie per il 71,11%; le mafie si infiltrano nello Stato per l’83,97% e addirittura lo Stato e la mafia coincidono per il 41,46%. Infine, alla domanda se il fenomeno mafioso potra? essere definitivamente sconfitto solo il 30,13% ha risposto si’, il 26,39% non so e il 43,47% no.

‘Il collegamento tra mafia e politica – sottolinea nella sua analisi Adam Asmundo, docente di Economia alla facolta’ di Scienze politiche di Palermo – e’ considerato forte dal 93% degli intervistati, mentre l’influenza della criminalita’ mafiosa nell’economia della regione appare di rilievo nel 75% dei casi. Alle attivita’ illegali direttamente gestite dal crimine organizzato si sommano e si intrecciano nelle percezione e nelle opinioni degli intervistati ordinarie e diffuse attivita’ legali, che si rivelano ormai piu’ o meno intensamente inquinate dal crimine organizzato, dalla corruzione o da entrambi. Un’interpretazione molto attuale, e probabilmente molto corretta, che evidenzia e sottolinea per la societa’ l’esposizione a un rischio non piu’ di natura semplicemente malavitosa dai connotati culturali pericolosamente pervasivi.

I ragazzi intervistati – continua Asmundo – possono rappresentare in questo senso una generazione nuova’. ‘La dimensione della necessita’ di agire in modo collettivo per la costruzione di un futuro di diritti, innanzitutto quello al lavoro – sottolinea l’economista Franco Garufi – appare fortemente segnata dalla constatazione – non so fino a che punto consapevole- che si e’ incrinato il rapporto tra studio e possibilita’ di realizzare il proprio progetto di vita e che l’ascensore sociale si e’ bloccato. Uno spaccato, insomma, dei drammatici problemi che la societa’ italiana si trova ad affrontare in un paese che non riesce a ripartire – per il sovrapporsi della crisi economica a quella politica ed istituzionale- e nel quale illegalita’ e corruzione paiono diffondersi, offrendo uno spettacolo che non puo’ non pesare sulle coscienze di tutti; tanto piu’ su quelle di ragazze e ragazzi che vivono


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