Sono passati 46 anni quando in un agguato mafioso Leoluca Bagarella uccise il capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, al bar Lux in via Francesco Paolo Di Blasi, il 21 luglio 1979. Giuliano fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali di Palermo negli anni Settanta e a cogliere i rapporti tra politica e Cosa nostra. […]
Quarantasei anni dalla morte di Boris Giuliano. La figlia: «Continuiamo a credere nella giustizia»
Sono passati 46 anni quando in un agguato mafioso Leoluca Bagarella uccise il capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, al bar Lux in via Francesco Paolo Di Blasi, il 21 luglio 1979. Giuliano fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali di Palermo negli anni Settanta e a cogliere i rapporti tra politica e Cosa nostra. La figlia Selima, sovrintendere ai Beni culturali della Regione siciliana ha affidato ai social una riflessione: «Cosa saremmo noi se 46 anni fa una voce alla radio non avesse dato la notizia di una sparatoria in via di Blasi. Cosa saremmo noi se la nostra vita fosse rimasta uguale, normale, serena. Cosa saremmo noi se in tutti questi anni avessimo avuto confronti, consigli, contrasti e abbracci» ha scritto la figlia.
«Come saremmo diventati? Saremmo stati migliori, forse, o forse saremmo stati solo più pieni e i nostri occhi avrebbero avuto quella luce particolare che ha chi è abituato a vedere, in chi ama, l’amore e la dolcezza infinita – ha continuato -. E invece siamo noi con le nostre storie uguali di figli, fratelli, coniugi e genitori di vittime della mafia. Siamo noi che nonostante il tempo percepiamo ancora il vuoto, ci commuoviamo e ci emozioniamo. Siamo noi che continuiamo a sperare e a credere nella giustizia e nello Stato».