La nota azienda statunitense che si occupa di grafica e catalogazione dei colori ha scelto come tonalità per il 2015 quella del vino liquoroso che viene appunto prodotto nell'omonima cittadina. «Serve una sinergia per far conoscere la città a livello internazionale, non solo nazionale», commenta la giornalista ed esperta Rosalba Magliani
Pantone, l’occasione di Marsala colore dell’anno «Aziende e Comune lavorino insieme per il turismo»
Da quando Pantone, la nota azienda statunitense che si occupa di grafica e della catalogazione dei colori, a dicembre ha comunicato che il colore di quest’anno sarebbe stato il Marsala, nelle riviste di moda non mancano articoli o reportage su questa tonalità che a detta della stessa azienda è stata scelta perché «gustosa». Forse in rimando al più noto vino che porta lo stesso nome. Quello che però ancora non è stato detto, o almeno accennato, è il luogo in cui è nato e da cui prende il nome il color Marsala e il possibile impatto sul turismo del territorio. Chi conosce bene la città del Trapanese è Rosalba Magliani, giornalista e collaboratrice dell’ex assessore al Turismo Patrizia Montalto in occasione dell’evento Marsala Città Europea del Vino.
Magliani, come si può approfittare della grande risonanza mediatica che sta dando la scelta del colore omonimo di Marsala?
«È un’occasione interessante per il nostro territorio. Ci vuole certamente un’azione sinergica tra le aziende che producono il nostro vino e l’amministrazione comunale. Questa sinergia deve puntare a far conoscere la nostra città a livello internazionale, non solo nazionale».
In vista dell’Expò che si terrà proprio quest’anno a maggio, quanto conterà il brand Marsala?
«Questo dipenderà molto dalle strategie di comunicazione e di marketing che adopereranno le aziende presenti all’Expò. Marsala comunque ha già un bel bagaglio dietro, è un territorio obiettivamente strategico: è affacciata sul Mar Mediterraneo, produce uno dei vini più noti al mondo, non manca il buon cibo. Sono sicura che conterà molto».
Cosa si poteva fare e non è stato fatto durante l’evento Marsala Città Europea del Vino 2013?
«Tante cose sono state fatte, ma si poteva fare molto di più. È mancata probabilmente la sinergia. Tante iniziative nel tempo si sono diluite. Non si sono messi in atto degli eventi tali da poter essere ricordati o che si potevano ripetere negli anni. L’amministrazione non era pronta per questa occasione così importante, si doveva prendere esempio dal Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo».
Le elezioni che si terranno questa primavera a Marsala invitano i cittadini a riflettere sullo stato della cultura nel nostro territorio, lei cosa si aspetta dal nuovo sindaco su questo tema?
«La nuova amministrazione deve essere in discontinuità con quelle passate, deve guardare a tutte le sfumature che sono presenti nella nostra città. Le risorse reali devono essere al centro del dibattito, si pensi all’agricoltura e agli agricoltori, del resto qui non abbiamo fabbriche, abbiamo solo loro e vanno ascoltati. Così come vanno ascoltati i giovani e far sì che si creino le condizioni per farli lavorare a Marsala. La cultura deve essere la parola chiave per ravvivare il nostro turismo. Esistono vari percorsi per visitare Marsala, penso ad esmepio alla poco conosciuta Marsala sotterranea, dei veri e propri musei sommersi. Si spera che la nuova amministrazione tenga conto di tutto questo».