Europee: gli oscar per i manifesti elettorali, tra slogan incomprensibili, foto riciclate e un vistoso calo di fantasia

Per redigere la consueta rubrica di commento dei manifesti elettorali in questa tornata lo ammettiamo, abbiamo faticato. Anzitutto perché a quanto pare per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno la linea comune di gran parte dei partiti pare essere quella del risparmio: si è investito poco, al momento – soprattutto sul fronte del centrodestra – mentre a sinistra in pochi hanno lanciato il proprio faccione sui 6×3 pubblicitari, preferendo forse altri tipi di comunicazione. Le note liete in ogni caso non sono mancate. Volendo scartare – non ce ne vogliano – quelli che si sono buttati sul tradizionale mezzobusto, braccia conserte, sorriso ammaliatore e slogan da candidato qualsiasi a qualsiasi consiglio comunale con la parola Europa sostituita al nome del Comune di riferimento, ecco la cartellonistica degna di maggiore nota di questo Euro2024.

Deluchiani incazzati

I candidati di Libertà, Cateno De Luca in testa, optano per uno stile comune: quello di utilizzare una foto non da studio, ma in movimento, generalmente mentre inveiscono contro qualcuno. Protagoniste assolute dei manifesti però non sono tanto le persone candidate, quanto i microfoni: dal gelato di Ismaele La Vardera all’archetto di De Luca. A proposito, ha chiamato l’Ambra di Non è la rai, dice che lo rivuole indietro.

Menzione speciale per l’auto elettrica di La Vardera. Che fa sempre… «Donne, è arrivato l’arrotino».

Falcone Vs Tamajo

È la grande sfida interna a Forza Italia, la corsa a due tra gli assessori azzurri del governo regionale guidato da Renato Schifani. Marco Falcone gioca d’anticipo ed esce con i suoi manifesti ben prima di tutti gli altri. La foto è ben fatta, il catanese con lo sguardo sicuro e fiero che punta verso il futuro, uno sfondo ben editato da cotanto grafico e… e poi si perde con un mai sentito «L’Europa dei fatti». Succede, però c’è del lavoro dietro al manifesto dell’assessore all’Economia, che magari avrà tagliato sulla paga del creativo, ma di certo non su quella del grafico.

E poi c’è Tamajo. Uno che alle ultime regionali è stato il più votato tra tutti gli eletti. E pure con distacco. Nel caso dei suoi di manifesti immaginiamo che le cose siano andate più o meno così: Tamajo va dal grafico e gli chiede: «Mettici il parlamento europeo come sfondo». La risposta dovrebbe essere stata: «Ok e la tua foto?». L’assessore dunque prende il telefono, scrolla svogliatamente la gallery, poi ne trova una a caso, la prima in cui abbozza un sorriso: «Vabbè, questa va bene, tanto vinco comunque». E poco importa se sembra fatta con un cellulare del 2004. A lui va bene così. Eppure se andate sul suo profilo Facebook le foto buone ce le ha. È che proprio il problema non lo tange.

Devote dell’Assunta

Avete presente la canzone che si canta nelle chiese in occasione dell’Assunzione di Maria il 15 agosto? A un certo punto recita: «E dodici stelle le coronano il capo, madre della chiesa, Maria». Ecco, il riferimento è alla rappresentazione iconografica dell’Assunta, col capo cinto di stelle. Citazione colta e rilanciata graficamente da molti: due su tutti, l’assessora regionale Elvira Amata e Caterina Chinnici. Quest’ultima pur senza rinunciare all’outfit – ora si dice così – già utilizzato in sede di campagna elettorale alla presidenza della Regione. Anche se in questo caso di totalmente diverso c’è senza dubbio il simbolo di partito: prima Pd, ora Forza Italia.

Movimento cinque stelle

Poche parole per il Movimento 5 stelle, che come al solito punta pochissimo sulle affissioni e lancia graficamente un modello unico in stile figurina Panini in cui il candidato può al massimo scegliere se sfoderare un sorriso di circostanza o ammiccare ai fan.

Premio della critica: Ester Bonafede

Assessora in quota Udc nel governo Crocetta, Ester Bonafede cambia partito – ora è con la Lega – ma non il vizio di scendere in campagna elettorale con una foto in cui è ripresa praticamente di profilo. Che tra l’altro non è neanche troppo messa a fuoco. Per la serie: «Ma se mi piace solo questa, dobbiamo metterci questa». La risolutezza prima di tutto, anche prima della risoluzione.

Terzo posto: Orlando Pantocratore

L’ex sindaco di Palermo torna nella mischia elettorale dopo le elezioni Comunali del 2017 e lo fa con le solite grafiche d’impatto, sempre al passo coi tempi. Merita il terzo posto Orlando Pantocratore, con le braccia aperte e il volto che comunica compassione, un’iconografia da fare impallidire i – quasi – più famosi pantocratori, quello del duomo di Cefalù e quello del duomo di Monreale. Orlando benedicente che nella campagna di comunicazione si alterna all’Orlando non-pantocratore, quello con le braccia chiuse e sfondo più sobrio. Ma che sbaraglia tutti con tanto di frase a impatto. Genio.

Secondo posto: Savarino è

Giusi Savarino, deputata regionale di Fratelli d’Italia, tenta il salto al parlamento europeo. Lo fa con un manifesto bello e curato in ogni dettaglio, nella fotografia, nella grafica. Lei perfetta, neanche un capello fuori posto. E poi ci mette su uno slogan che, saremo limitati noi, non riusciamo a capire. Europeé si legge grande e centrale sul 6×3. Queste le ipotesi al vaglio degli inquirenti: 1. Che sia la parola “Europee”, ma espressa in un’altra lingua. 2. Che sia una citazione della campagna elettorale per le Regionali del 2012 di Gianfranco Miccichè, che segnava l’accento del suo cognome al contrario, con la é di colore diverso. 3. Che voglia dire Europe è, concedendosi un accento sbagliato per licenza poetica. Che poi ok, Europe è, ma che cosa è? Cosa?

Primo premio e premio speciale Giulio Tantillo a Giuseppe Lupo

Giuseppe Lupo, ex segretario regionale del Pd, era entrato nella classifica anche per le Comunali di Palermo, dove si era presentato con simpatica foto di coppia insieme all’amica e pure lei candidata Teresa Piccione, un modo grazioso anche per dividere le spese, forse. Fatto sta che la foto ha portato bene a Lupo, che nonostante la sconfitta del suo candidato sindaco è comunque entrato a palazzo delle Aquile, da dove era stata scattata la foto con Piccione, con le cupole della chiesa della Martorana sullo sfondo. Come nella foto per le Europee. Simile, pure troppo. Macché, è proprio la stessa. Solo che l’ex deputato regionale ha voluto fare come quelli che hanno una bella foto tra amici e per metterla come foto del profilo su Facebook li tagliano via malamente con Photoshop. Anche se in questo caso, giusto per confondere un po’ le acque, il grafico (grafico?) ha ben deciso di riflettere l’immagine, in modo che fosse DAVVERO IMPOSSIBILE da riconoscere. Lupo per questa tornata elettorale vince anche lo speciale premio dedicato a Giulio Tantillo, attuale presidente del consiglio comunale di Palermo, in quota Forza Italia, che da quattro (quattro!) sessioni elettorali utilizza sempre la stessa medesima foto.


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