Federica Mogherini: il giro del mondo in trenta giorni…

MENTRE LA NOSTRA MINISTRA DEGLI ESTERI VOLA DI QUA E DI LA’, I DUE MARO’ RIMANGONO ANCORA IN INDIA…

Più e più volte ci si chiede: “Cosa fanno i nostri politici tutto il giorno? La loro vita è così oberata di lavoro (tanto da giustificare compensi da favola, per di più ritenuti da alcuni insufficienti a compensare adeguatamente la loro mole di lavoro)?”.

Per comprendere quanto sia duro “governare” e quanto sia importante per la vita di tutti gli italiani, forse è bene scorrere la scaletta degli appuntamenti di un nostro ministro. Ad esempio, sul sito della Farnesina sono riportati gli impegni ufficiali del nostro Ministro degli Esteri, la cosiddetta “agenda” del mese di Luglio.

L’1 luglio il ministro partecipa alla riunione inaugurale della Task Force sulla Pena di Morte. La Mogherini sottolinea che l’appuntamento è “un’opportunità importante per valorizzare le buone prassi sinora maturate e aumentare il consenso attorno alla necessità di una moratoria”. Buone prassi? Forse non sa che, secondo i dati ufficiali, il numero delle esecuzioni capitali nel mondo non è diminuito, anzi è aumentato e tra quelli che utilizzano la pena capitale ci sono alcuni dei Paesi con cui l’Italia collabora attivamente (USA, Cina ed Emirati Arabi).

Il 2 luglio il ministro vola a Strasburgo per la presentazione al Parlamento Europeo del programma della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea da parte di Renzi (ma se c’era lui perché mandare altri?).

Il 3 luglio si tiene a Roma l’audizione per il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Lo stesso giorno, e il successivo, sempre a Roma, il ministro partecipa ad un incontro tra il Governo e la Commissione Europea in occasione dell’inizio del semestre di Presidenza italiana del Consiglio UE.

Tra le priorità, il ministro richiama l’attenzione sull’area geografica che ha definito “turbolenta, faticosa, incerta e insicura”, che va dall’Ucraina alla Russia, al Medio Oriente al Nord Africa, Libia compresa (fonte MdAE). Ma chi pensa ai problemi interni dell’Italia mentre ci si concentra sulle diatribe che avvengono in giro per il globo?

Dal 7 al 10 luglio il ministro si reca a Kiev e a Mosca. La pagina che il ministero dedica alla missione è intitolata “Ucraina: Mogherini a colloquio con Putin – Anche da Mosca sostegno la ”tregua”. Missione compiuta dopo incontri a Kiev”. A leggere queste parole sembrerebbe che il conflitto tra i due Paesi sia stato risolto grazie all’intervento dell’Italia. Solo pochi giorni dopo (il 18) viene abbattuto un aereo di linea malese con oltre duecento passeggeri a bordo (ad oggi non si sa quasi niente di come si siano svolti realmente i fatti, l’unica cosa certa è che in Ucraina è in corso una vera e propria guerra).

Il 10 e 11 luglio il ministro decide di fare una capatina a Dubrovnik (è di strada…) per partecipare al Croatia Forum 2014 “EU Integration of Western Balkans: state of play”. “Credo sia essenziale costruire sui risultati che abbiamo conseguito negli ultimi anni. Può servire ancora del tempo, ma dobbiamo andare avanti e questo non è solo nell’interesse dei Paesi della regione, ma dell’UE e della comunità internazionale”, assicura il ministro.

È di un paio di giorni fa la notizia secondo cui il numero di cittadini serbi che hanno presentato domanda di asilo in Germania è praticamene raddoppiato rispetto allo scorso anno. Richieste di asilo che vengono regolarmente respinte, non essendo la Serbia un Paese in guerra o con un regime autoritario al potere e che spesso spingono queste persone a cercare altri posti dove fuggire…ad esempio in Italia (ANSA).

Appena rientrata, il 14 luglio, partecipa all’incontro del Presidente Napolitano con il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Praticamente una “colazione di lavoro” alla quale prendono parte anche i Vice Ministri dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda e Claudio De Vincenti (come dire: vediamo che affari possono fare alcune grandi aziende in questo Paese).

Lo stesso giorno il ministro trova anche il tempo di incontrare il Generale Portolano, Comandante designato di UNIFIL, la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite. Il corpo venne creato nel 1978 per far fronte alla crisi del Libano. La guerra si è ormai conclusa (il 22 ottobre 1989 con l’accordo “d’intesa nazionale”), ma i nostri militari continuano a girare per il Paese (attualmente è in corso la quindicesima missione Leonte…).

Il giorno dopo, il 15 luglio, la Mogherini si reca in Israele e Palestina, dove si trattiene fino al 17. Ovviamente, come nel caso della missione in Ucraina, si potrebbe pensare che tale intervento sia mirato a fornire un supporto alla risoluzione del conflitto (che va avanti ormai da una sessantina d’anni). “Con l’operazione di terra avviata a Gaza dall’esercito israeliano, in seguito al rifiuto di Hamas della proposta egiziana di cessate il fuoco, la situazione rischia di sfuggire da ogni controllo”, dichiara il ministro.

“È più che mai urgente arrivare a un cessate il fuoco immediato”. Poco dopo gli israeliani intensificano i bombardamenti su Gaza facendo aumentare considerevolmente i morti (tra cui molti civili).

Neanche il tempo di rientrare e, il 18 e 19 luglio, il ministro vola in Egitto. Sarebbe normale pensare ad una missione di pace per ottenere il “cessate il fuoco” nella Striscia di Gaza e discutere della situazione in Libia, Iraq, Siria e in Africa in generale. Specie dopo il commento del portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Badr Abdelati: “è una visita importante in un momento importante”. Salvo poi chiarire meglio e aggiungere: “L’Italia è il primo partner commerciale dell’Egitto in Europa e a legarci sono rapporti politici forti”.

È così che Abdelati spiega le consultazioni tra Mogherini e i responsabili egiziani: “si concentreranno sullo sviluppo delle relazioni bilaterali nel prossimo periodo” (fonte Aki-Adnkronos International).

Il 21 luglio la Mogherini incontra il il Sindaco della città di New York, Bill de Blasio, in visita “non ufficiale” in Italia. L’ANSA ha descritto così la sua visita: “Stretta di mano, photo opportunity e il privilegio, concesso a tutti gli ospiti d’onore del colle capitolino, di affacciarsi dal balcone dello studio del sindaco con vista sui Fori. De Blasio poi visiterà insieme al sindaco Marino i Musei Capitolini” prima di continuare il suo viaggio nella regione d’origine, la Campania. In altre parole la visita di un turista raccomandato, che non farà la coda alla biglietteria (ma allora perché incontrarlo alla Farnesina?).

Lo stesso giorno il nostro Ministro degli Affari Esteri incontra il Ministro per gli Affari Europei turco, Mevlüt Çavuso?lu (questa volta in visita ufficiale). Come riportato sul sito della Farnesina, l’incontro sarebbe servito a definire il percorso europeo della Turchia (iniziato nel 2006 e mai completato) e ad un “approfondito scambio di informazioni circa alcuni dei principali dossier mediorientali” oltre, ovviamente, a problemi riguardanti l’Expo Milano 2015…

Il giorno dopo il Ministro sale di nuovo su un aereo e, il 22 luglio, vola a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri, CAE. Ordine del giorno ufficiale dell’incontro (http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/EN/foraff/144025.pdf): “l’Ucraina, l’Iraq, il processo di pace in Medio Oriente”. E i problemi dell’Italia? e quelli dell’Europa? Non pare sia necessario parlarne. Lo stesso giorno (giornata piena di impegni) sempre a Bruxelles partecipa alla riunione ministeriale UE – Partenariato Orientale.

Il 23 luglio, sempre a Bruxelles, il Ministro prende parte alla riunione ministeriale UE-ASEAN. Ordine del giorno: relazioni commerciali con i rappresentanti dei Paesi del sud-est asiatico (ma non sarebbe compito del Ministero dello Sviluppo Economico?).

Per il 24-25 luglio, mai un attimo di tregua, è prevista la visita del Ministro a Sarajevo, Pristina, Skopje e Tirana…

Un’agenda piena di impegni, con trasferte in giro per il mondo e obblighi istituzionali tediosi e pesanti. Una scaletta che per molti sarebbe impossibile da sostenere, ma non per i nostri governanti. Che, è bene sottolinearlo, non lo fanno certo per i soldi né per la fama. Lo fanno per il bene degli italiani. Non di tutti, però, almeno stando ai risultati ottenuti: le esecuzioni capitali sono aumentate, le richieste del nostro governo al Parlamento europeo sono state ascoltate, ma poi Barroso ha risposto a Renzi in modo chiaro: “Bisogna rispettare i patti, è un detto dell’antica Roma”; i contrasti tra Mosca e Kiev si sono inaspriti, la situazione della Serbia è sempre più grave (sia dal punto di vista economico che sociale), le missioni dei nostri militari in alcuni Paesi non hanno prodotto che la morte di nostri connazionali ed enormi costi per le tasche degli italiani, la disputa tra israeliani e palestinesi continua (e non son serviti a niente i Nobel per la Pace conferiti ai leader dei due gruppi); come la torre Eiffel o l’Atomium o altre opere storiche, l’EXPO’ 2015 è ormai diventato un simbolo dell’Italia (inefficiente) nel mondo.

Le uniche che, forse, potranno trarre qualche beneficio da queste missioni saranno alcune grandi imprese, sempre le solite.

Ma la cosa più importante è che dopo più di due anni, tre governi e una serie di missioni e strafalcioni che potrebbero riempire molti scaffali di una libreria, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che passeranno alla storia come i “MARO’”, sono ancora in India e nessuno sa dire che fine faranno, neanche il nostro indaffaratissimo Ministro degli Esteri…

 

 

 


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