Il Governo Letta e il Governo Crocetta vogliono chiudere 37 ospedali della Sicilia

VERRANNO SBARACCATI NELLE PROSSIME SETTIMANE. LO HA DECISO IL MINISTRO DELLA SALUTE LORENZIN. L’ESECUTIVO REGIONALE E IL PD D’ACCORDO CON ROMA: I SICILIANI VANNO PENALIZZATI

Il Governo di Rosario Crocetta si appresta a prendere un’altra sberla dal Governo nazionale. Saranno 37 gli ospedali siciliani che chiuderanno i battenti non appena sarà firmato il Patto della salute tra il ministero e le Regioni. Un bel regalo di Natale che il Governo nazionale si appresterebbe a confezionale al popolo siciliano.
Secondo il ministero della Salute, in provincia di Messina sono destinati alla chiusura gli ospedali di Milazzo, Lipari, Sant’Agata Militello e Mistretta.
In provincia di Trapani potrebbero chiudere gli ospedali di Mazara del Vallo e Castelvetrano.
Quali sono le intenzioni del Governo siciliano? A sentire la dichiarazione dell’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, l’idea del Governo regionale sarebbe un’altra. Non chiudere, ma valorizzare i cosiddetti mini-ospedali, accorpandoli e cercando di connotarli all’interno della rete sanitaria regionale con una vocazione specifica evitando così duplicazioni e frammentazioni.
“L’intenzione della Regione è accorpare le piccole realtà per creare un unico presidio ospedaliero seppur multi-stabilimento, consentendo cosà di ridurre costi di gestione. Un esempio: invece di chiudere il presidio ospedaliero di Piazza Armerina, si potrebbe accorpare a quello di Enna o quello di Avola a Noto”.
Parole che non convincono molti addetti ai lavori e parte della deputazione regionale. Il Piano nazionale, sarà confrontato con il Governo della Regione siciliana che ha già predisposto un’ulteriore riduzione di posti-letto in Sicilia di oltre 1500 unità. Un’assurdità, perché già da due anni i medici dei Pronto soccorso della Sicilia non sanno dove ricoverare i pazienti.
Sui tagli previsti in provincia di Trapani è intervenuto Giovanni Lo Sciuto, parlamentare all’Assemblea regionale siciliana del Partito dei Siciliani (Mpa).
“La provincia di Trapani, non può rinunciare neanche ad un solo posto letto – ha dichiarato Lo Sciuto – mi attiverò verso il Governo Crocetta per chiedere un impegno istituzionale al mantenimento dei nosocomi di Castelvetrano e Mazara del Vallo. Dal punto di vista sanitario, il territorio trapanese va potenziato la Valle del Belice ed il bacino trapanese ha già meno posti-letto rispetto alla popolazione residente. Altro che tagli!”.
La preoccupazione dell’esponente autonomista è quella di uno schiacciamento verso l’area palermitana dei poli ospedalieri tagliando gran parte della provincia di Trapani e costringendo decine di migliaia di cittadini ai viaggi della speranza verso Palermo.
“Attenderò di capire l’orientamento del Governo regionale – ha concluso Lo Sciuto – e sono pronto a fare strenua opposizione a quanto previsto dal ministero della Salute, i cittadini meritano servizi efficienti e le guerre tra poveri non hanno mai portato nulla di buono”.
Nel commentare la notizia della chiusura dell’ospedale di Mazara del Vallo, pubblicata l’8 dicembre sul quotidiano “La Stampa”, il dott. Nicolò Di Giovanni, fino a qualche mese fa primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale mazarese, ha sarcasticamente esternato il suo disappunto. “L’ho ripetuto all’unisono e in tempi non sospetti a politici, tecnici e operatori delle istituzioni che il destino dell’ospedale ‘Abele Ajello’ di Mazara del Vallo aveva il destino segnato e questo con buona pace dei poveri illusi, o in malafede, che sono rimasti convinti che spettava alla città un grandioso ospedale”.
L’analisi di Di Giovanni è impietosa ed ha il pregio di far emergere le tante contraddizioni che celano il fallimento nella gestione dello storico presidio ospedaliero di Mazara del Vallo.
Ricorda Di Giovanni che, mentre si pensa alla chiusura, si spenderanno (inutilmente?) oltre 30 milioni di euro per ristrutturare un Ospedale che probabilmente dovrebbe essere riconvertito e destinato a sottoutilizzo. Ma di questi sperperi il Governo Crocetta fa finta di non sapere nulla. Chissà perché.
Intanto, l’Ospedale di Mazara ha avuto, per moltissimi anni, oltre 200 posti letto ed ha rappresentato il riferimento sanitario per gran parte della Provincia e per tutta la Valle del Belice. E stato all’avanguardia per professionalità e capacità di gestire anche grandi emergenze con autorevoli riconoscimenti. Tutti aspetti che, secondo Di Giovanni, non sembrerebbe interessare nessuno. Questo potrebbe spiegare il ‘saccheggio’ che ha subito negli ultimi anni. L’Ospedale è stato oggetto di vere e proprie espropriazioni di reparti, di personale sia medico che infermieristico di grandi capacità e di costose strumentazioni all’avanguardia acquistate con fondi europei, ora inutilizzate.
“E’ una mistificazione la dotazione di soltanto 18 posti letto, tanti quanto Pantelleria e addirittura meno di Salemi – dice Di Giovanni – risultante nell’anno 2012 per l’Ospedale di Mazara in quanto risultante di una diaspora di tutti gli altri Reparti presso altri Presidi Ospedalieri, ultimo Reparto a resistere la Cardiologia ufficialmente proprio con 18 posti letto”.
La classe politica locale – conclude Di Giovanni – ha la volontà e la capacità di opporsi, a livello regionale e nazionale, a questo ennesimo scippo nei confronti di Mazara del Vallo?”.
Soltanto poco meno di tre mesi fa il quotidiano online Marsala oggi riportava la notizia del sopralluogo congiunto presso i cantieri dell’ospedale ‘Abele Ajello’, del Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi, dell’assessore Lucia Borsellino, del commissario straordinario dell’Asp di Trapani, Fabrizio De Nicola, con lo scopo di verificare l’andamento dei lavori di ammodernamento e messa in sicurezza dell’ospedale, costati, lo ricordiamo, 30 milioni di euro. Forse il vero spreco sarebbe spendere milioni di euro destinati al potenziamento di un’area ospedaliera che invece potrebbe essere destinato ad altro? È ruolo del Governo Crocetta chiarire la vicenda che potrebbe penalizzare un territorio già falcidiato dalla crisi e dal depotenziamento degli uffici periferici dello Stato
Il Governo nazionale però va avanti per la propria strada. Per il ministro della Salute, Lorenzin, i piccoli ospedali con meno di 120 posti letto sono uno spreco, inutili, costosi e insicuri, visto che mancano di servizi di emergenza e apparecchiature in grado di affrontare i casi di una qualche complessità. Si tratta di strutture ospedaliere che, secondo il ministero lavorerebbero “sotto giri”, vale a dire che quei pochi posti letto di cui dispongono vedono pure pochi pazienti.
Che equivale a dire scarsa esperienza sul campo e quindi più facilità nell’inciampare in errori. Basti pensare che ci sono nosocomi con 15-20 posti letto utilizzati anche meno di 3 giorni su 10. Per non parlare del personale. Se si mette a confronto il tasso di utilizzo reale dei pochi posti a disposizione e il numero di chi ci lavora si scopre che intorno a un letto in media si affaccendano sette, otto tra medici e infermieri. C’è chi aggiunge che tutto questo vuol dire scarsa esperienza e quindi maggiore predisposizione all’errore. Nel piano di chiusura degli ospedali dopo la Sicilia, che detiene il triste primato, seguono Lombardia con 31, Campania con 19, Lazio 16 e Sardegna 14. In coda Veneto e Piemonte con, rispettivamente, 4 e 5 ospedali da chiudere.
Dall’elenco sono esclusi i servizi psichiatrici, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico che fanno ricerca e le strutture per “post-acuti”.


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