La speranza e che nella messa di stasera, a brancaccio, il cardinale paolo romeo strigli una politica regionale vuota, inutile e irresponsabile che, soffocando comuni e province, crea anche problemi allistruzione pubblica
La Sicilia ricorda Don Pino Puglisi con la chiacchiere, mentre, di fatto, mette in ginocchio le scuole provinciali pubbliche, vero argine contro la mafia
LA SPERANZA E CHE NELLA MESSA DI STASERA, A BRANCACCIO, IL CARDINALE PAOLO ROMEO STRIGLI UNA POLITICA REGIONALE VUOTA, INUTILE E IRRESPONSABILE CHE, SOFFOCANDO COMUNI E PROVINCE, CREA ANCHE PROBLEMI ALLISTRUZIONE PUBBLICA
Oggi Palermo ricorda Padre Pino Puglisi, ucciso 20 anni fa dai mafiosi. Stasera, a Brancaccio – il quartere della città dove il sacerdote svolgeva la propria attività pastorale – in via Anita Garibaldi lArcivescovo di Palermo, Cardinale Paolo Romeo, celebrerà una messa.
Padre Pino Puglisi, oggi Beato, era inviso ai mafiosi perché gli toglieva manovalanza. Il sacerdote, che operava in uno dei quartieri più difficili di Palermo – Brancaccio – si occupava dei bambini, strappandoli alla strada. E quindi togliendoli alla mafia.
Proprio lesatto contrario di quello che si fanno oggi le tante ‘autorità’ a Palermo. Infatti, mentre alcune scuole della città vengono vandalizzate, senza che i colpevoli vengano m ai assicurati alla Giustizia, nel nome del Pareggio di bilancio invocato da quellUnione Europea che rinnega le radici cristiane dellEuropa, le autorità pubbliche licenziano tanti docenti, peggiorano la vita nelle scuole pubbliche e, di conseguenza, invitano gli studenti – soprattutto quelli delle aree difficili della città – a cercare fortuna altrove.
Ovviamente non lo dicono, ma è chiaro che mettendo in difficoltà la scuola pubblica si creano le condizioni per favorire la mafia. Magari al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi – protagonisti veri del licenziamento di 100 docenti precari dell’Istituto ‘Ninni Cassarà’ della Provincia di Palermo la cosa non piacerà. Ma la realtà negativa – della quale anche loro sono protagonisti – è quella che è e noi dobbiamo dire le cose per come stanno.
Nessuno, ovviamente, lammetterà. Tantè vero che non manca la retorica da parte delle solite autorità, che invece di occuparsi – per esempio – delle tante scuole pubbliche delle nove Province siciliane che rischiano il drastico ridimensionamento delle proprie attività, se non la chiusura (e dei docenti che, in alcuni casi, come a Palermo, sono già stati licenziati), hanno inviato oggi a palermo medaglie e messaggi vacui che non servono assolutamente a nulla.
La speranza è che, stasera, l’Arcivescovo di Palermo, Cardinale Romeo, strigli un po questa politica siciliana vuota e inutile che ha messo in ginocchio i Comuni e le Province e che sta creando enormi difficoltà alla scuola pubblica: quella scuola pubblica che – soprattutto con riferimento agli studenti di età compresa tra 13 e 18 anni – rappresenta un baluardo importantissimo per impedire alla mafia di fare proseliti.