Italia – Bulgaria a Palermo, non solo calcio

Accomunate da una crisi economica, politica e culturale senza precedenti, le squadre nazionali di calcio di Italia e Bulgaria si affronteranno domani sera allo stadio Renzo Barbera di Palermo. Pochi sanno che la Bulgaria ha avuto un inverno 2013 molto caldo, culminato con le dimissioni del governo ed elezioni anticipate, e un’estate ancora più calda, e non solo dal punto di vista climatico.

Bulgaria Proteste 2013, foto tratta da www.presstv.ir

Dopo le proteste del Gennaio Febbraio 2013 esplose a causa di prezzi incredibili per le bollette della luce, dovute in gran parte alla gestione monopolistica del settore, nel Luglio del 2013 più di cento persone tra deputati e personale sono state assediate dalla folla inferocita nel Parlamento della capitale bulgara, Sofia.

Oltre due terzi della popolazione bulgara è completamente disillusa dalla classe politica giudicata corrotta e incompetente: una situazione molto simile a quella italiana (e siciliana in particolare) e ulteriormente aggravata dalla crisi economica, dal reddito più basso dell’UE e da una disillusione galoppante anche nei confronti della burocrazia europea, soprattutto nel campo della gestione dell’apparato finanziario del Paese, per i tagli imposti, per le politiche recessive, per la distruzione dell’agricoltura tradizionale e la politica pro-monopoli imposta al settore energetico.

Domani al Barbera giocherà la rappresentativa di un Paese di 7,3 milioni di abitanti allo stremo. Di una di quelle periferie d’Europa che non solo è stata abbandonata dall’UE, ma che paga a prezzo molto caro le politiche recessive imposte dai centri decisionali di Bruxelles e Berlino.

Italia Bulgaria foto tratta dal sito facebook fella FGCI

Andremo allo stadio per vedere il calcio, ma si spera che l’incontro sportivo possa contribuire a mettere al centro dell’attenzione la questione economica, sociale e culturale di tutte le periferie d’Europa: la Sicilia, la Bulgaria, il Mezzogiorno d’Italia, la Grecia, il Portogallo, etc., che più di tutti stanno pagando le dissennate scelte di politica economica, monetaria e finanziaria dell’Unione Europea e della BCE, stabilite a tutto appannaggio dei paesi del cosiddetto “core  d’ Europa” in contrasto con i principi stessi dell’Unione Europea. Che sono quelli, ricordiamolo in questi tempi di deriva e di credo nell’”ognun per se e Dio per tutti”, della solidarietà, della coesione e dell’equilibrio nello sviluppo sociale e culturale e nei livelli di reddito e qualità della vita in tutte le sue parti, periferie comprese. Bulgaria compresa. Sicilia compresa.

 


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