La ‘cacciata’ di Ludovico Albert

Il grande giorno è arrivato. La notizia è di quelle che fanno il giro di tutti i corridoi del potere. Ma soprattutto è la giornata che i lavoratori della formazione professionale attendevano da troppo tempo. Ludovico Albert, potente dirigente generale del dipartimento Istruzione e Formazione professionale va via. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, è passato dagli annunci elettorali ai fatti. E la revoca dell’incarico, che sarebbe dovuto scadere nel marzo 2014, è di quelle con il botto, sia per la levatura del personaggio, strettamente collegato con i poteri forti del Partito democratico romano, sia per il ruolo di Autorità di gestione del Fondo sociale europeo (Fse) in Sicilia.

Un segnale di forte discontinuità con il ‘lombardismo’. Una virata destinata a sconvolgere gli equilibri di questo settore. Un cambio di passo che affonda le radici in una giungla di provvedimenti, atti, atteggiamenti, decisioni che hanno ingessato paurosamente il sistema formativo regionale. Crocetta pare abbia attuato quanto previsto dalla legge 15 luglio 2002, n.145 in materia di spoils system. Il meccanismo di caducazione degli incarichi dirigenziali, peraltro, trova fondamento nella pronuncia della Corte Costituzionale con sentenza n.103 del 23 marzo 2007.

Chiariamo la cornice dentro la quale opera un alto burocrate. Come precisato da Nicola Durante, Magistrato Tar, in un commento pubblicato il 09 settembre 2011 sul sito internet www.giustizia-amministrativa.it, “la normativa sull’organizzazione delle pubbliche amministrazioni impone da sempre una particolare attenzione al ruolo della dirigenza, perché è ad essa che spettano le competenze e le responsabilità per quel che riguarda l’attuazione dei programmi, l’adozione dei provvedimenti, nonché la gestione delle risorse umane, finanziarie e materiali. E’ per questo che, in un modello sempre più sganciato dal formalismo e sempre più proteso alla realizzazione di obiettivi chiari e predeterminati, la scelta dei soggetti da preporre agli uffici direttivi, le modalità ed i criteri con cui gli stessi sono selezionati, nonché le cause di cessazione dall’ufficio, rivestono un ruolo fondamentale, ai fini del conseguimento del bene costituzionale del buon andamento dell’amministrazione pubblica.”

Diciamo subito che Ludovico Albert assume l’incarico nel febbraio del 2011, chiamato in “pompa magna” dal presidente della Regione siciliana dell’epoca, Raffaele Lombardo. E subito si distingue per la chiarezza delle scelte e della strategia che mira, da quanto sembra essere contenuto nel contratto di lavoro, allo smantellamento del sistema formativo, all’innovazione del comparto, alla qualificazione della spesa ed alla riduzione dell’impiego delle risorse regionali nel settore formativo. Ma tra gli obiettivi assegnati dal Governo regionale dell’epoca, spicca quello della riduzione massiccia degli Enti formativi in Sicilia.

Proviamo a dimostrare come Albert non solo non abbia raggiunto alcuno degli obiettivi del contratto, ma non pare avere raggiunto neanche gli obiettivi dettati dalla legge n.241 del 7 agosto 1990 come modificato, in ultimo, dal Decreto legge 9 febbraio 2012, n.5 convertito in legge 4 aprile 2012, n.35 (che in Sicilia si chiama legge regionale n.10 del 30 aprile 1991 come modificata dalla recente legge n.5 del 5 aprile 2011).

In poche parole Albert non ha raggiunto gli obiettivi di efficacia, efficienza e trasparenza riportati nelle leggi suindicate. E ve lo dimostriamo con un ragionamento che tocca alcune tappe del percorso in Sicilia del piemontese tanto caro a Bersani & C. L’azione che Albert ha svolto è stata efficace? Ha saputo coordinare il sistema formativo nella gestione del Fse? Gli allievi hanno acquisito la migliore qualifica con il miglior servizio in termini di spendibilità nel mercato del lavoro?

Veniamo alle risposte. Intanto cominciamo col dire che non è stata raggiunta alcuna qualificazione degli allievi, neanche in termini di gratificazione, se è vero che in tanti attendono ancora il pagamento delle indennità di presenza. E poi non ci risulta che Albert abbia raggiunto l’obiettivo del coordinamento tra la legislazione regionale e quella nazionale , come previsto dall’art.39 della legge regionale n.23 del 23 dicembre 2002. Così come non risulta raggiunto il coordinamento tra sistema regionale regolato dalla legge regionale 24 del 6 marzo 1976 e successive modifiche ed integrazioni con il sistema dei regolamenti comunitari come il n.1081 del 5 luglio 2006 (come modificato dal 396/2009), il n.1083 dell’11 luglio 2006 ( come modificato dal 1310/2011), il n.1828 dell’8 dicembre 2006 (come modificato dall’846/2009). Normativa, quella comunitaria, che pur non essendo in conflitto con quella regionale ha ‘viaggiato’ in parallelo in maniera alquanto schizzinosa. Ed i risultati si sono visti in termini di rallentamento dell’azione amministrativa e non solo. Un vero e proprio caos gestionale.

L’azione che ha svolto è stata efficiente? Ha saputo, Albert, equilibrare il rapporto tra i costi ed i benefici? Per i non addetti alla materia, diciamo che si sarebbe dovuto attivare un corretto rapporto tra una minore spesa ed una maggiore qualità di sistema. Oppure anche un rapporto che prevedeva con la stessa spesa una maggiore qualità. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Al contrario, si é invece registrato un incremento di spesa di oltre 40 milioni di euro passando da circa 236 milioni di euro necessari a finanziare il Prof 2011 (prima del suo avvento in Sicilia) agli oltre 286 per coprire solamente la prima annualità dell’Avviso 20/2011. Avviso, ricordiamo, con il quale il Governo regionale ha spostato la spesa delle attività formative in Sicilia dal bilancio regionale al Fse. E non ci risulta che a fronte si una maggiore spesa ci sia stata, quanto meno, un’offerta formativa uguale al Prof 2010. E vi diciamo il perché.

Sembra paradossale, ma è la verità, l’attività formativa per l’anno 2012 ancora non risulta correttamente avviata. E pensare che siamo agli sgoccioli dell’anno. Di cosa stiamo parlando? A norma del Vademecum Fse del 29 maggio 2011, il sistema delle regole poste a governo della risorse finanziarie comunitarie, Albert avrebbe già dovuto corrispondere il 50% dell’importo messo a bando per l’inizio delle attività formative. Ed invece, iI lavoratori del settore non hanno percepito ad oggi alcuna retribuzione a valere sulle attività corsuali dell’Avviso 20/2011. Albert, peraltro, non è riuscito ad oggi a metter in pista un procedura snella per una completa rendicontazione delle attività formative pregresse e riguardanti il 2010 ed il 2011. Inoltre, Albert si è distinto per avere esternalizzato ogni servizio (chissà perché?), tagliando fuori il personale dell’assessorato regionale Istruzione e Formazione professionale. Infatti, risulterebbe avere utilizzato per la rendicontazione società esterne come nelle attività di ispezione e controllo con ditte specializzate, mortificando l’esperienza e la professionalità del personale dirigenziale e direttivo della Regione siciliana.

Così come nelle attività di programmazione si è fidato di soggetti presi a bando. L’efficienza, d’altronde, è stata disattesa se guardiamo all’ultimo monito abbattutosi si Palermo dall’Unione europea (Ue). In una nota trasmessa dagli uffici preposti dell’Ue è stato sottolineato che la somma di 882 milioni di euro programmati ed ancora non spesi è a rischio storno al 31 dicembre 2012. Cioè o si spendono o ritornano indietro verso Bruxelles. Altro che efficienza! Aspetto, quest’ultimo, tra l’atro, che si inserisce nella mancata programmazione che ha fatto perdere circa 1 miliardo di euro di fondi comunitari.

Ebbene, ricordare che il 2013 è l’ultima annualità di spesa dei fondi a valere sul PO FSE Sicilia 2007/2013 e che al 31 dicembre 2012 va resa esecutiva la programmazione delle azioni. L’azione che ha svolto è stata trasparente? I lavoratori del settore sarebbero pronti a giurare di no! In centinaia di operatori della formazione professionale hanno adito, recentemente, alle autorità competenti per rivendicare la comprensione e la pubblicizzazione degli atti amministrativi posti in essere dall’Ufficio governato da Albert. Dal canto loro, decine di Enti formativi hanno dovuto ricorrere alla magistratura ordinaria ed amministrativa per verificare il rispetto della legge e l’opportunità degli atti compiuti dal suo ufficio. Anche gli allievi hanno promosso diverse istanze alle autorità competenti per richiedere un servizio più accurato e qualificato, oltre al pagamento delle indennità pregresse. Tutto ciò qualcosa dovrà pure significare? Ed ancora, anche la chiusura della legge 24/76 per il quale il Governo Lombardo auspicava di rendere più efficace ed innovativo il sistema formativo, non è stato centrato.

L’evoluzione attesa della legge 24/76 non è mai decollata con una riforma indicata dalla componente politica. Il contratto? Parliamone. Diversi sono stati, per esempio, i provvedimenti contraddittori tra loro e rispetto alla normativa generale. La riprova é che alcuni sono stati modificati anche il giorno dopo, mentre altri sono stati revocati. Gli enti non sono stati ridotti così come previsto nelle clausole del contratto. Obiettivi disattesi anche in sede contrattuale.

Per tanti quella di Albert è stata la peggiore scelta fatta da un governo siciliano. Oggi la revoca del suo incarico potrebbe rivelarsi la migliore scelta che un Governo regionale, ispirato alla innovazione, alla trasparenza ed alla rivoluzione culturale, possa avere fatto. Complimenti presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

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