Bertina Lopes, grande mostra Roma

Presso l’Auditorium Parco della Musica, Foyer Petrassi in Roma, è stata promossa una mostra tematica della famosa artista luso-mozambicana e italiana d’adozione, Bertina Lopes (1924-2012), dal titolo “I Colori della Pace”, aperta al pubblico fino al 31 ottobre.

L’esposizione nasce lungo la scia di questa fondamentale eredità umanitaria e pacifista dell’artista, dal sentimento stesso del suo gesto pittorico, dove l’impegno politico, sociale e umanitario si fonde con la forza incontrastata del colore utilizzato per le sue opere. Il colore che fu ammirato da Giulio Carlo Argan, il quale riteneva, da storico dell’arte e Sindaco di Roma, l’arte della Lopes come una delle espressioni più congeniali a giudicare Roma “communis patria” di ogni forma di cultura.

“Africa, respireremo insieme per vincere” (1988), “La realtà inizia dove finisce la nostra illusione” (1993), “L’Africa dentro” (1996), “Una ventata è un soffio di libertà” (1997), “Noi dell’Africa immensa” (2000), “I drammi del mondo” (2005), sono solo alcuni titoli dei grandi dipinti realizzati negli ultimi venticinque anni dalla Lopes, presentati in questa personale all’Auditorium che ben esprime e la forza delle sue radici unite alla passione “mondialista” e libertaria immessa nella sua creazione pittorica.

L’esposizione è promossa dall’Ambasciatore della Repubblica del Mozambico in Italia, S.E. Carla Elisa Luis Mucavi, d’intesa con il Ministero degli Affari Esteri italiano, l’Archivio Bertina Lopes e Roma centro Mostre, unitamente al patrocinio dell’Eni.

La mostra e il catalogo sono curati da Claudio Crescentini e Massimo Domenicucci, sostenuti da un autorevole Comitato Scientifico internazionale composto da Agostino Bagnato, Alda Costa, S.E. Carla Elisa Luis Mucavi, Elise K. Porfyrogenis e Claudio Strinati, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Del resto, nel corso della sua lunga carriera, intensa e importante, iniziata negli anni Cinquanta a Maputo e proseguita a Lisbona e, dagli anni Sessanta, a Roma, la Lopes ha lasciato al mondo dell’arte e della cultura internazionale una grande eredità morale, etica e spirituale che ha attraversato tutte le sue diverse fasi stilistiche e che parlano dell’urgenza di arte “viva”, espressione dell’amore per gli uomini, dove la Pace, la Solidarietà, la Tolleranza e la Comunicazione positiva fra i popoli ne sono di sicuro l’elemento preordinante e fondante.

Proprio grazie a questa coerente linea interpretativa dell’arte contemporanea, Bertina Lopes ha avuto grandi gratificazioni internazionali: è stata l’unica artista ad aver realizzato una mostra presso la Sede mondiale della FAO di Roma, in occasione del “Vertice Mondiale dell’Alimentazione”.

Fra le ultime importanti mostre ricordiamo la grande antologica, espressamente voluta dall’allora Sindaco di Roma, Walter Veltroni, per il decennale della firma dell’ “Accordo Generale di Pace”, tenutosi presso il Sacro Palazzo Apostolico della Cancelleria sotto l’egida della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, alla quale fece seguito la consegna ufficiale della Targa d’argento del Presidente della Repubblica Italiana. La citata mostra fu organizzata in collaborazione con il Consiglio Italiano per i Rifugiati e dedicata alle persone costrette all’esilio, in fuga da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani.

Ricordiamo anche che, nel 2006, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha organizzato una grande antologica della Lopes presso il Museo della Città di Rimini e l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, in occasione delle quali fu diramato un saluto augurale, “con sentimenti di vivo apprezzamento per il valore culturale dell’iniziativa”, dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi.

Nel luglio del 2012, a seguito della sua scomparsa, la Lopes è stata ricordata con un omaggio a titolo postumo in Mozambico.

Le opere esposte in questa mostra trasmettono la brillante e ricca traiettoria artistica e culturale di “Mamma B”, come era affettuosamente chiamata Bertina Lopes, donna umile e creativa, affabile e combattiva, generosa ed esigente che ha tradotto la sua arte in uno strumento di critica sociale.

 

 

 


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