Palermo e Napoli a rischio crac

Ci sono Palermo e Napoli in cima alla lista delle città a un passo dal baratro. Non è una novità quella che riguarda il capoluogo siciliano. Sono note, infatti, le condizioni in cui la precedente amministrazione, ha lasciato le casse comunali. Solo che adesso, con la spending review a cui lavora il governo Monti, i nodi stanno arrivando al pettine.

A rischio ci sono anche  Reggio Calabria (che era già stata commissariata) e Novara che affoga sotto il peso di 100 milioni di debito. Lo rivela una indagine de La Stampa che sottolinea come negli ultimi due anni ci sia  stato un boom delle richieste di commissariamenti (da 1-2 casi all’anno si è passati a circa 25, comprese anche amministrazioni del Centro-Nord dove questo tipo di fenomeno fino a ieri era sconosciuto, eclatante il caso di Alessandria).

In tutto, secondo quanto riportato dal quotidiano, vicine al default ci  sono almeno una decina di grandi città. «La situazione sta diventando ogni giorno più difficile», conferma il presidente dell’Anci Graziano Del Rio. Che punta il dito contro l’ennesimo taglio dei trasferimenti, contro le misure introdotte dalla spending review, ma anche contro la mancata razionalizzazione della spesa da parte delle amministrazioni comunali.

Uno studio del Sole 24 ore, in effetti, mostra le incongruenze nei conti degli enti locali. Per dire, il Comune di Roma spende cinque volte tanto il comune di Milano per gli incarichi professionali. Enna detiene il record della spesa per il servizio rifiuti, il quadruplo della media nazionale. Spende cioè il 177% e il 366% in più di due “campioni” della raccolta differenziata come Novara e Salerno.

La manutenzione di impianti e veicoli nei Comuni di Lucca, Trento, Avellino, Aosta costa mediamente anche 20 volte di più di Salerno, Genova e Matera. Potenza spende 7500 mila euro (ogni 100 abitanti) per la pulizia degli immobili comunali e nei servizi ausiliari, Macerata e Ascoli Piceno 500 euro. A Siena l’organizzazione di simposi e convegni si è portata via 3 milioni (ogni 100 abitanti), a Ferrara sono bastati 34 mila euro.

Asti, invece, primeggia nelle utenze (telefono, acqua, gas e eccetera), Chieti nelle spese per cancelleria e materiale informatico, mentre a giudicare dai conti gli uffici e gli immobili comunali mantenuti con più attenzione sono a Lucca, dove per queste voci si spende il quintuplo della media dei capoluoghi.


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