Rifiuti, Sicilia nel caos, Cgil all’attacco

A quanto pare, non è solo il nostro giornale ad avere dubbi sulla gestione dei rifiuti da parte dal Governo Lombardo-Cracolici-Lumia. Anche la Cgil siciliana non solo manifesta dubbi, ma annuncia, addirittura, una manifestazione regionale, sottolineando il “disastro che la politica siciliana ha determinato in questo settore”. La prova che i giornalisti di LinkSicilia, che da mesi segnalano il caos nella gestione dei rifiuti nell’Isola, non sono né matti, né visionari.

“Sui rifiuti il Governo regionale intervenga subito con misure certe e immediate per tamponare una situazione che rischia di precipitare irrimediabilmente creando, in un momento particolare come quello estivo, l’esplosione di emergenze sanitarie dannose per la salute pubblica”.

Queste parole sono contenute in un documento – che poi è un appello – siglato oggi ad Enna dal Coordinamento di Igiene ambientale di Funzione pubblica Cgil che “ritiene non è più rinviabile l’indizione di una manifestazione regionale per portare all’attenzione della collettività intera il disastro che la politica siciliana ha volutamente determinato in questo delicatissimo settore”.

Il coordinamento si è riunito alla presenza del segretario nazionale della Funzione pubblica Cgil, Adriano Sgrò, del segretario della Cgil Funzione pubblica della Sicilia,  Michele Palazzotto, del responsabile del comparto Claudio Di Marco , e del coordinatore nazionale Massimo Cenciotti.

Insomma, per capirci, sulla crisi nella gestione dei rifiuti in Sicilia la Cgil mobilita il proprio stato maggiore nazionale.

“Le condizioni politiche che si stanno delineando – si legge sempre nel documento – e, soprattutto, le condizioni economiche in cui versano i Comuni siciliani a causa dei mancati trasferimenti da parte della Regione, hanno ormai messo in ginocchio l’intero comparto, con i Commissari liquidatori degli ATO che continuamente denunciano l’impossibilità di proseguire nella gestione della loro attività”.

E’’ ormai sotto gli occhi di tutti – prosegue il documento della Cgil – che non ci sono più le condizioni economiche per assicurare la continuità e la funzionalità del servizio di igiene ambientale nei Comuni dell’Isola, men che meno quelle di garantire il rientro del debito contratto dalla fallimentare gestione dei 27 ATO rifiuti in anni di dissennata gestione, ormai giunto ad oltre un miliardo di euro”.

Insomma, affermano i vertici della Funzione pubblica Cgil nazionali e regionali, “la riforma avviata con la legge regionale numero 9 del 2010, che avrebbe dovuto attivare il ciclo di gestione integrata dei rifiuti, e i successivi correttivi apportati prima con l’Ordinanza del Commissario per l’emergenza n. 151/2011 e poi con la legge 26/2012, non sono assolutamente garanzia che si possa uscire a breve termine dalla situazione che si sta venendo a creare ormai dappertutto nelle nostre Province”.

“I lavoratori del settore – si legge ancora nel documento – sono stanchi di lavorare in condizioni di estremo disagio, di dovere rinunciare ai loro diritti per consentire che il sistema continui funzionare, di non percepire lo stipendio con regolarità, di non avere versati i contributi per la pensione e per la previdenza integrativa, di dovere rinunciare ai benefici contrattuali, come invece vengono applicati nel resto dell’Italia, e a quelli della contrattazione di secondo livello, di non essere considerati lavoratori alla stessa stregua di tutti gli altri”.

Bene. Davanti a questi fatti la politica che fa? Mario Monti – sostenuto dal Pdl, dal Pd e dall’Udc – pensa a mettere nuove tasse. L’Assemblea regionale siciliana – che fino a qualche giorno fa stava per ‘auto-sciogliersi’ – non si ‘autoscioglie’ più, e anzi ha deciso di approvare un disegno di legge sullo ‘sviluppo’, dove con questa parole s’intende una sommatoria impressionante di clientele – che potranno essere finanziate solo parzialmente, perché i soldi presenti nelle ‘casse’ della Regione non basteranno – che dovranno servire alla campagna elettorale dei 90 ‘califfi’ di Sala d’Ercole.

Il tutto – lo ripetiamo – con i pochi soldi in ‘cassa’. Quindi con un nuovo indebitamento che i ‘califfi’ sperano venga fatto passare dal commissario dello Stato.

Quanto al Pd siciliano che stava “per lasciare il Governo Lombardo”, è ancora al Governo a lottizzarsi le poltrone con lo stesso Lombardo.

 


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