Nel Paese del gioco d’azzardo

Sono uno dei tanti pensionati assieme ai tanti lavoratori dipendenti ed autonomi ai quali Lei ha chiesto di fare sacrifici e di stringere la cinghia per salvare il Paese dal default. Ancora non ho capito bene – al pari delle altre parole rating e spread, avendo completato a mala pena la scuola dell’obbligo – l’effettivo significato. Ma poiché Lei le pronunzia, ogni qual volta, in maniera così suadente, serafica e rassicurante, mi fido pienamente e sono convinto della sua missione che è quella di salvare il Paese.

Sono tanto sicuro che Lei riuscirà con questo suo fare rassicurante e convincente, che non è quello del suo predecessore Silvio Berlusconi che aveva tutta l’aria di prenderci in giro, nella titanica impresa e nel segno della “equità” a salvare noi poveracci, salvaguardando le nostre pensioni, i salari ed i livelli occupazionali e per questo non c’è proprio da dar credito ai suoi detrattori che la indicano come il paladino delle finanza e dei banchieri. Queste malelingue non fanno altro che ripetere che, alla fine, pagheranno, come sempre, i soliti noti e non gli ignoti evasori fiscali e ancor meno i soliti ricchi essendo, a loro dire, impensabile che, da parte sua, sia applicata in alcun modo ed in qualche misura la patrimoniale nei confronti della parte più ricca del Paese. I suoi detrattori continuano a dire che Lei, da buon economista, dovrebbe sapere che, continuando ad aumentare le accise della benzina e del gasolio, dovrebbe rendersi conto – in un Paese come il nostro dove il trasporto su gomma (concepito a suo tempo per favorire la Fiat) incide per l’80 % e il 20% su ferrovia – che aumenterà, di conseguenza, il costo del trasporto, con evidenti riflessi sui consumi.

I suoi detrattori continuano con ostinazione a dire che lei, da buon economista, dovrebbe sapere poi che, come sta facendo ad ogni piè sospinto, aumentando l’IVA ridurrà i consumi, contraendo, di fatto, la produzione e diminuendo l’occupazione nel Paese.

I suoi detrattori dicono che questi sono principi elementari di economia che anche i suoi stessi bidelli della ‘Bocconi’ conoscono. Evidentemente costoro non hanno mai frequentato le sue magistrali lezioni di economia.

E poi, caro Presidente, mentre era impegnato con il suo governo ad abolire l’articolo 18 qualcuno avrebbe potuto e dovuto spiegarLe che lo Stato italiano è in credito di ben 98 miliardi di euro (ben quattro manovre finanziarie) nei confronti di 10 società concessionarie che hanno in Italia la gestione delle macchinette mangiasoldi che appestano bar, tabaccherie e i locali pubblici d’ogni genere: concessioni per gioco d’azzardo a go-go per tutti, ad eccezione dell’apertura del Casinò a Taormina, cittadina a grande vocazione turistica che ha il solo torto di essere allocata geograficamente nel Sud e, in particolare, in Sicilia.

Sì, Presidente, ben 98 miliardi di euro che, su accertamenti della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti, 10 società – dietro cui a quanto pare vi sono come al solito politici ed organizzazioni poco trasparenti – devono ai Monopoli e allo Stato Italiano in virtù di una convenzione sottoscritta e mai rispettata. Ma è ormai un dato di fatto incontrovertibile che questo Paese si regge essenzialmente sul gioco d’azzardo tra casinò, bingo, macchinette mangiasoldi, gioco del lotto, Superenalotto,10 al lotto, ippica, totocalcio, calcio scommesse, gratta e vinci, infoline, video poker e quant’altro per un totale di 70 miliardi di euro all’anno.

Tale è il gettito che viene allo Stato dai giochi per cui alla luce di tutto questo il nostro lo si può considerare, con buona pace dell’etica e della morale che dovrebbe esser alla base di uno Stato progredito e moderno, al contrario a pieno titolo, uno Stato biscazziere. A questo ci siamo ridotti, caro Presidente, a dover mettere in maniera così ignobile le mani nelle tasche degli italiani per spremerli e spennarli come polli, salvo poi, attraverso skecht pubblicitari invitarli, a giocare con moderazione dopo aver reso dipendenti dal gioco e ludopatici quasi un milione di italiani.

Era tanto impegnato, con il suo governo, nell’abolire l’articolo 18 che si è pure scordato di disdire il contratto con la Lockheed Martin per i 135 caccia bombardieri F-35 che costeranno allo Stato italiano ben 17 miliardi di euro. Si ricordi bene presidente quella stessa Lockheed dello scandalo diventato famoso nel lontano 1976 per le mazzette pagate per svariati miliardi di lire ad Antilope Koppler (nome in codice di un politico italiano di primissimo piano) per favorire l’acquisto degli aerei C-130 e di cui certamente, a quei tempi – Lei era giovane – avrà memoria. E con la Lockheed e con siffatti precedenti si può correre a tutt’oggi il rischio di sentir ancora puzza di bruciato.

Infine, per concludere, i suoi detrattori insistono nel dire che in Afghanistan continuano a morire senza alcuna ragione tanti giovani italiani con costi economici ingiustificabili di centinaia di milioni di euro per una missione di pace che proprio di pace sembra non sia. In definitiva, i suoi detrattori sostengono che abolendo sprechi, recuperando quanto dovuto allo Stato italiano dagli evasori, riducendo inutili spese militari, aggredendo i grandi patrimoni, costringendo le banche, gli istituti finanziari ed assicurativi a fare a favore delle imprese investimenti produttivi e non speculativi si potrebbe arrivare alla conclusione di salvare l’Italia e far crescere il nostro Paese.

Parole d’ordine: “Salva Italia” e “Cresci Italia” da Lei coniate e delle quali i suoi detrattori se ne sono indebitamente appropriati. Io, caro presidente, nel segno della “equtà” sto con Lei. La mia pensione è a disposizione sua e del Paese ne faccia ciò che più e meglio le aggrada. Mi riservo di comunicarle il numero del mio conto corrente bancario che, come da sua imposizione legislativa, in questi giorni, ho aperto e sul quale ho provveduto all’accreditamento del modesto frutto dei miei tanti anni di lavoro. Sono nelle sue mani.

Con affetto, stima ed eternamente riconoscente per quanto ha fatto e continuerà a fare per il sottoscritto e per il Paese.

Foto del lotto tratta da soloultimobanco.altervista.org

Foto aereo tratta da flightglobal.com

 

 

 

 


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Sono uno dei tanti pensionati assieme ai tanti lavoratori dipendenti ed autonomi ai quali lei ha chiesto di fare sacrifici e di stringere la cinghia per salvare il paese dal default. Ancora non ho capito bene - al pari delle altre parole rating e spread, avendo completato a mala pena la scuola dell’obbligo - l’effettivo significato. Ma poiché lei le pronunzia, ogni qual volta, in maniera così suadente, serafica e rassicurante, mi fido pienamente e sono convinto della sua missione che è quella di salvare il paese.

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