Uno straordinario viaggiatore

Ieri ha avuto luogo, nell’ex monastero dei Benedettini, la conferenza, che rientra nel ciclo Portolani 2005-2006, durante la quale il professore Ettore Catalano, docente ordinario di Letteratura italiana all’università di Bari, ha presentato e dedicato al professore Raffaele Nigro (di cui è grande estimatore nonché amico) una monografia e una raccolta di saggi in cui affronta tutti gli aspetti della cultura.

Punto cardine della conferenza è stato il viaggio: ma non viaggio inteso in stile tradizionale (cioè un viaggio mirato a riportare a casa solamente una serie di ricordi o souvenir), bensì un viaggio più introspettivo, legato alla raccolta non di oggetti ma  di uomini, un viaggio rivolto alla conoscenza introspettiva dell’animo umano. Questa concezione si trova principalmente in due documenti: lo scritto Fragile (da notare che fragile era anche il tipo di carta su cui era stampato) e un articolo della rivista Inoltre. Ma, come scritto sopra, la letteratura dedicata a Nigro è una letteratura rivolta al viaggio. Un viaggio che lo scrittore Nigro compie a Salamanca con l’insolito e curioso obiettivo di rievocare il maestro Miguel de Unamuno. Il racconto ha una struttura molto simile a quella del Decamerone di Boccaccio ed è caratterizzato da racconti fatti durante un convegno svoltosi a Salamanca.

 

Particolarmente interessante è stato il racconto in cui una volta sceso verso Fuente Vaqueros, il protagonista giunge alla casa di Garcìa Lorca e ne subisce talmente tanto il fascino da sostenere che tutto ciò “dava a Raffaele Nigro la sensazione di portare a casa una refurtiva di parole”. Insomma in questo racconto si giunge alla concezione di viaggio nel viaggio. Un altro aneddoto raccontato dal professore Catalano è stato quello riguardante Miguel de Unamuno, in cui egli stesso fa un giro con due bellissime donne arabe in un taxi e ad un tratto il tassista gli consiglia di recarsi all’isola degli asini. Isola a cui ogni scrittore aspira dato che gli asini almeno sanno ascoltare ma non controbattono mai. Una frase strana questa, sì, ma inserita appositamente dallo scrittore per dare risalto all’idea della letteratura. Una letteratura, quella di oggi, molto criticata dal docente barese, dato che è da considerarsi come ormai priva di passione. Ma una letteratura rivolta alla creazione di falsi miti.

 

Nigro è dunque uno scrittore e un viaggiatore dalla coscienza inquieta. Un viaggiatore che non ha mai smesso di ammirare il suo Sud, ma che allo stesso tempo elabora una coscienza del Sud vista non solo come il Sud della nostra penisola, ma come I SUD. Sud che sono consapevoli della loro stanchezza etica e sociale.

Per concludere si può affermare che la concezione del viaggiatore è quella di quel tipico viaggiatore che porta con se nel suo bagaglio non solo i souvenir del luogo ma anche i souvenir dell’animo, della coscienza umana e soprattutto della conoscenza umana.


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