Faraone, il Pd libero dai giochi

Grande pienone e grande festa, ieri, al cinema Golden di Palermo. Mille e 400 persone, e forse di più (in tanti sono rimasti fuori per mancanza di posti, ma non sono andati via) si sono presentate all’appuntamento con il candidato al sindaco per le primarie del centrosinistra, Davide Faraone, per l’occasione in compagnia del sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Una presenza non casuale, quella di Renzi. Che non è soltanto il leader di una parte del Pd che vorrebbe rinnovare radicalmente il partito, ma è anche il simbolo di una politica che – proprio sui problemi delle città – può vincere sbaragliando le burocrazie degli stessi partiti.
E’ successo a Firenze, proprio con Renzi, contro ogni previsione. E potrebbe succedere anche a Palermo con Faraone, un candidato che tutti si ostinano a sottovalutare. Ma forse, dopo la giornata di ieri, qualcuno dovrà cominciare a ricredersi. Se alla presentazione della candidatura di Fabrizio Ferrandelli, qualche settimana fa, al cinema Imperia, c’era tanta gente e tanti giovani, all’appuntamento di ieri, al Golden, di gente ce n’era ancora di più, e c’erano anche tanti giovani.
Chi pensa al Pd di Palermo come a un partito di ‘anime morte’, ‘imbalsamato’ dai giochi di prestigio al ribasso dei vari Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia dovrà ricredersi. Quello visto ieri è un Pd vivo, pieno di passione, di entusiasmo e – brutta notizia per gli altri candidati – con addosso una grande voglia di vincere.
Su questo punto l’affondo di Faraone è stato preciso come il bisturi di un grande chirurgo: “Ricordate, cari amici: se vincerà Rita Borsellino, a vincere sarà Bersani. Se vincerà Fabrizio Ferrandelli, a vincere sarà Lombardo. Se vincerò io, a vincere sarete voi”. Chiaro, chiarissimo il riferimento non tanto e non soltanto all’appoggio di Bersani a Borsellino, o all’appoggio di Lombardo, Cracolici e Lumia a Ferrandelli, ma al fatto – cosa questa ancora più importante – che Faraone, in questa difficile campagna elettorale, sta andando da solo. Con l’orgoglio di chi non ha fatto e non farà accordi di potere con chicchessia.
Un messaggio importante, quello lanciato ieri al Golden. Ai vertici del Pd ma, soprattutto, alla base del partito. Quella base che, in larga maggioranza, non ha mai ‘digerito’ l’accordo siglato alla Regione da Cracolici, Lumia e compagnia bella con Lombardo. E che, adesso, a Palermo, ha la possibilità di difendere l’autonomia del Pd siciliano non avallando i disastri politici, economici, sociali e, perché no?; anche morali del governo Lombardo, ma votando un candidato che è al di fuori da tutti gli ‘apparati’.
“Se diventerò sindaco – ha detto Faraone – non dovrò stringere accordi con questo e con quello. Non dovrò barattare assessorati. Mi occuperò solo della mia città. Del resto, ho impostato una campagna elettorale per cercare di trovare soluzioni ai tanti problemi di Palermo. E questo continuerò a fare: occuparmi di Palermo”.
Faraone ha anche affrontato un tema suo personale. E’ la storia della figlia Sara, 9 anni, autistica. “Fino ad oggi la cattiva politica – ha detto – mi ha impedito di parlarne. Oggi ne parlo. L’essermi liberato dalla vecchia politica mi ha reso veramente un uomo libero. Libero anche di parlare di un dolore che ho sempre tenuto nascosto. Non lo faccio per strumentalizzare alcunché. Se ne parlo qui, in pubblico, è perché voglio dare dignità a tutti. Anche a chi, fino ad oggi, non ne ha avuta”.

 


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