Prendi una pietra e fai un livido nell mie ossa

Scende alla fermata dell’Acquasanta. La aiuto a scendere il suo trolley si è incastrato. E’ una signora borghese, si vede dalla marca del trolley. Non avrà molti più anni di me. Deve essere stata madre, figli o figlie lontane. Il marito non ce l’ha più, altrimenti sarebbe stato con lei in questo momento delicato. Prima che io risalga sull’autobus mi soffia, DIRO’ UN’AVEMARIA PER TE. Così mi sento figlio di questa città che attraverso sconosciute madri si rivela naturalmente. Dopo, tutti i passeggeri dell’autobus mi sembrano conoscenti. La ragazza con il culetto di fuori deve chiamarsi Rosaria, sarà banale, lo penso perché ha il telefonino con una copertura rosa a praline con cordoncino rosa. Si vogliono bene, se lo dicono all’orecchio e, anche se l’altro orecchio è virtuale, scommetto che quell’altro orecchio del suo ragazzo è un nokia lumia 800 a scheda libera. Siamo tutti in rete, penso, ci possiamo conoscere tutti. Sfioro involontariamente la vecchia mano di un pensionato dell’AMAP e lui salta in aria, sa quante volte ho dovuto fare questa corsa? mi parla incazzato, speravo di non doverla fare più da pensionato ma a piedi è più lunga, e poi c’è la prostata, io devo arrivare a casa presto, le femmine hanno la menopausa noi maschi abbiamo la prostata. Al conducente non si parla, perciò intavolo subito un discorso sull’ultima storica multa che hanno preso a un suo collega beccato al telefonino mentre guidava. Lui lo difende, il telefonino oramai è come se ce lo abbiamo in testa, chi si accorge se la mano mentre guidiamo lo prende e se lo porta all’orecchio. Io dico, è un alzhaimer indotto, senza capire cosa dico e anche lui non capisce, deve essere abituato ai passeggeri contorti e col vizio di cazzeggiare. Poi sta pure parlando con me che sono peggio di un telefonino, continuo, per distrarlo dalle sue giuste ossessioni. Guardi tutti questi televisori, dice, questi televisori di sorveglianza non dovrebbero distrarmi di più che rispondere a mia moglie col telefonino? Una signora mi fa scusa lei deve scendere? Ma non la sento, ho già Skip Jones in Sickbed Blues nell’i-pod, un verso fa, “prendi una pietra, fai un livido nelle mie ossa”. Allora la signora mi dà un pugno, mi stende e scende.


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Scende alla fermata dell’acquasanta. La aiuto a scendere il suo trolley si è incastrato. E’ una signora borghese, si vede dalla marca del trolley. Non avrà molti più anni di me. Deve essere stata madre, figli o figlie lontane. Il marito non ce l’ha più, altrimenti sarebbe stato con lei in questo momento delicato. Prima che io risalga sull’autobus mi soffia, diro’ un’avemaria per te. Così mi sento figlio di questa città che attraverso sconosciute madri si rivela naturalmente. Dopo, tutti i passeggeri dell’autobus mi sembrano conoscenti. La ragazza con il culetto di fuori deve chiamarsi rosaria, sarà banale, lo penso perché ha il telefonino con una copertura rosa a praline con cordoncino rosa. Si vogliono bene, se lo dicono all’orecchio e, anche se l’altro orecchio è virtuale, scommetto che quell’altro orecchio del suo ragazzo è un nokia lumia 800 a scheda libera. Siamo tutti in rete, penso, ci possiamo conoscere tutti. Sfioro involontariamente la vecchia mano di un pensionato dell’amap e lui salta in aria, sa quante volte ho dovuto fare questa corsa? mi parla incazzato, speravo di non doverla fare più da pensionato ma a piedi è più lunga, e poi c’è la prostata, io devo arrivare a casa presto, le femmine hanno la menopausa noi maschi abbiamo la prostata. Al conducente non si parla, perciò intavolo subito un discorso sull’ultima storica multa che hanno preso a un suo collega beccato al telefonino mentre guidava. Lui lo difende, il telefonino oramai è come se ce lo abbiamo in testa, chi si accorge se la mano mentre guidiamo lo prende e se lo porta all’orecchio. Io dico, è un alzhaimer indotto, senza capire cosa dico e anche lui non capisce, deve essere abituato ai passeggeri contorti e col vizio di cazzeggiare. Poi sta pure parlando con me che sono peggio di un telefonino, continuo, per distrarlo dalle sue giuste ossessioni. Guardi tutti questi televisori, dice, questi televisori di sorveglianza non dovrebbero distrarmi di più che rispondere a mia moglie col telefonino? una signora mi fa scusa lei deve scendere? ma non la sento, ho già skip jones in sickbed blues nell’i-pod, un verso fa, “prendi una pietra, fai un livido nelle mie ossa”. Allora la signora mi dà un pugno, mi stende e scende.

Scende alla fermata dell’acquasanta. La aiuto a scendere il suo trolley si è incastrato. E’ una signora borghese, si vede dalla marca del trolley. Non avrà molti più anni di me. Deve essere stata madre, figli o figlie lontane. Il marito non ce l’ha più, altrimenti sarebbe stato con lei in questo momento delicato. Prima che io risalga sull’autobus mi soffia, diro’ un’avemaria per te. Così mi sento figlio di questa città che attraverso sconosciute madri si rivela naturalmente. Dopo, tutti i passeggeri dell’autobus mi sembrano conoscenti. La ragazza con il culetto di fuori deve chiamarsi rosaria, sarà banale, lo penso perché ha il telefonino con una copertura rosa a praline con cordoncino rosa. Si vogliono bene, se lo dicono all’orecchio e, anche se l’altro orecchio è virtuale, scommetto che quell’altro orecchio del suo ragazzo è un nokia lumia 800 a scheda libera. Siamo tutti in rete, penso, ci possiamo conoscere tutti. Sfioro involontariamente la vecchia mano di un pensionato dell’amap e lui salta in aria, sa quante volte ho dovuto fare questa corsa? mi parla incazzato, speravo di non doverla fare più da pensionato ma a piedi è più lunga, e poi c’è la prostata, io devo arrivare a casa presto, le femmine hanno la menopausa noi maschi abbiamo la prostata. Al conducente non si parla, perciò intavolo subito un discorso sull’ultima storica multa che hanno preso a un suo collega beccato al telefonino mentre guidava. Lui lo difende, il telefonino oramai è come se ce lo abbiamo in testa, chi si accorge se la mano mentre guidiamo lo prende e se lo porta all’orecchio. Io dico, è un alzhaimer indotto, senza capire cosa dico e anche lui non capisce, deve essere abituato ai passeggeri contorti e col vizio di cazzeggiare. Poi sta pure parlando con me che sono peggio di un telefonino, continuo, per distrarlo dalle sue giuste ossessioni. Guardi tutti questi televisori, dice, questi televisori di sorveglianza non dovrebbero distrarmi di più che rispondere a mia moglie col telefonino? una signora mi fa scusa lei deve scendere? ma non la sento, ho già skip jones in sickbed blues nell’i-pod, un verso fa, “prendi una pietra, fai un livido nelle mie ossa”. Allora la signora mi dà un pugno, mi stende e scende.

Scende alla fermata dell’acquasanta. La aiuto a scendere il suo trolley si è incastrato. E’ una signora borghese, si vede dalla marca del trolley. Non avrà molti più anni di me. Deve essere stata madre, figli o figlie lontane. Il marito non ce l’ha più, altrimenti sarebbe stato con lei in questo momento delicato. Prima che io risalga sull’autobus mi soffia, diro’ un’avemaria per te. Così mi sento figlio di questa città che attraverso sconosciute madri si rivela naturalmente. Dopo, tutti i passeggeri dell’autobus mi sembrano conoscenti. La ragazza con il culetto di fuori deve chiamarsi rosaria, sarà banale, lo penso perché ha il telefonino con una copertura rosa a praline con cordoncino rosa. Si vogliono bene, se lo dicono all’orecchio e, anche se l’altro orecchio è virtuale, scommetto che quell’altro orecchio del suo ragazzo è un nokia lumia 800 a scheda libera. Siamo tutti in rete, penso, ci possiamo conoscere tutti. Sfioro involontariamente la vecchia mano di un pensionato dell’amap e lui salta in aria, sa quante volte ho dovuto fare questa corsa? mi parla incazzato, speravo di non doverla fare più da pensionato ma a piedi è più lunga, e poi c’è la prostata, io devo arrivare a casa presto, le femmine hanno la menopausa noi maschi abbiamo la prostata. Al conducente non si parla, perciò intavolo subito un discorso sull’ultima storica multa che hanno preso a un suo collega beccato al telefonino mentre guidava. Lui lo difende, il telefonino oramai è come se ce lo abbiamo in testa, chi si accorge se la mano mentre guidiamo lo prende e se lo porta all’orecchio. Io dico, è un alzhaimer indotto, senza capire cosa dico e anche lui non capisce, deve essere abituato ai passeggeri contorti e col vizio di cazzeggiare. Poi sta pure parlando con me che sono peggio di un telefonino, continuo, per distrarlo dalle sue giuste ossessioni. Guardi tutti questi televisori, dice, questi televisori di sorveglianza non dovrebbero distrarmi di più che rispondere a mia moglie col telefonino? una signora mi fa scusa lei deve scendere? ma non la sento, ho già skip jones in sickbed blues nell’i-pod, un verso fa, “prendi una pietra, fai un livido nelle mie ossa”. Allora la signora mi dà un pugno, mi stende e scende.

Scende alla fermata dell’acquasanta. La aiuto a scendere il suo trolley si è incastrato. E’ una signora borghese, si vede dalla marca del trolley. Non avrà molti più anni di me. Deve essere stata madre, figli o figlie lontane. Il marito non ce l’ha più, altrimenti sarebbe stato con lei in questo momento delicato. Prima che io risalga sull’autobus mi soffia, diro’ un’avemaria per te. Così mi sento figlio di questa città che attraverso sconosciute madri si rivela naturalmente. Dopo, tutti i passeggeri dell’autobus mi sembrano conoscenti. La ragazza con il culetto di fuori deve chiamarsi rosaria, sarà banale, lo penso perché ha il telefonino con una copertura rosa a praline con cordoncino rosa. Si vogliono bene, se lo dicono all’orecchio e, anche se l’altro orecchio è virtuale, scommetto che quell’altro orecchio del suo ragazzo è un nokia lumia 800 a scheda libera. Siamo tutti in rete, penso, ci possiamo conoscere tutti. Sfioro involontariamente la vecchia mano di un pensionato dell’amap e lui salta in aria, sa quante volte ho dovuto fare questa corsa? mi parla incazzato, speravo di non doverla fare più da pensionato ma a piedi è più lunga, e poi c’è la prostata, io devo arrivare a casa presto, le femmine hanno la menopausa noi maschi abbiamo la prostata. Al conducente non si parla, perciò intavolo subito un discorso sull’ultima storica multa che hanno preso a un suo collega beccato al telefonino mentre guidava. Lui lo difende, il telefonino oramai è come se ce lo abbiamo in testa, chi si accorge se la mano mentre guidiamo lo prende e se lo porta all’orecchio. Io dico, è un alzhaimer indotto, senza capire cosa dico e anche lui non capisce, deve essere abituato ai passeggeri contorti e col vizio di cazzeggiare. Poi sta pure parlando con me che sono peggio di un telefonino, continuo, per distrarlo dalle sue giuste ossessioni. Guardi tutti questi televisori, dice, questi televisori di sorveglianza non dovrebbero distrarmi di più che rispondere a mia moglie col telefonino? una signora mi fa scusa lei deve scendere? ma non la sento, ho già skip jones in sickbed blues nell’i-pod, un verso fa, “prendi una pietra, fai un livido nelle mie ossa”. Allora la signora mi dà un pugno, mi stende e scende.

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