Sorpresa: i dirigenti generali guadagnano più dei deputati regionali!

Non c’è respiro per la politica siciliana che, piuttosto che andare dietro ai problemi, è inseguita dalle emergenze. Ieri la ‘botta’ del commisssario dello Stato a tutto l’impianto legislativo sulla stabilizzazione dei precari. Oggi, a Sala d’Ercole, il disegno di legge sull’esercizio provvisorio che, neanche a dirlo, è ormai diventato un ‘mostro’, ovvero, la solita legge omnibus. Nel ‘mazzo, tanto per cambiare, è stato ‘infilato’ di tutto, dagli interventi per la formazione professionale alla norma che dovrebbe salvare i “parenti”, dalla (tardiva) regolamentazione dei benefici della legge 104 (soprattutto sul fronte dei pensionamenti anticipati) ai soldi da dirottare nelle ‘tasche’ dei dirigenti generali che, ormai, sono tutti ‘allineati e coperti’ con il governo Lombardo.
Su questo punto si è catapultato il parlamentare del Pdl, Marco Falcone, autore di un emendamento al disegno di legge (ddl) sull’esercizio provvisorio che più chiaro non si può: “II trattamento economico dei dirigenti generali della Regione e delle aziende partecipate non deve superare quello dei parlamentari regionali”. Così scopriamo – vergogna delle vergogne – che i dirigenti generali guadagnano di più dei parlamentari regionali, che già non sono proprio dei ‘poveracci (da 14 a 18 mila euro al mese: mica male, no?).
La cosa fa sorridere amaramente, se si pensa allo sfascio dell’amministrazione regionale (un esempio per tutti – ma è solo un esempio -: i fondi europei non spesi). Ma ancora più assurdo è che a intascare stipendi “superiori a quelli dei parlamentari regionali” siano i ‘manager’, o presunti tali, delle società collegate alla Regione. Si tratta – in molti casi – di ‘carrozzoni mangiasoldi’ che la politica siciliana ha inventato a patire dal 2001, mentre era (ed è, visto che non finisce mai) ancora in corso la liquidazione dei vecchi enti regionali soprpessi tra il 1999 e il 2000 (Ems, Espi e Azasi).
Ora l’emendamento Falcone al ddl sull’esercizio provvisorio dovrebbe ridurre – così si spera – le indennità di questi personaggi i cui unici due ‘meriti’ sono quelli di fare capo a questo o quel politico e di specare risorse finanziarie a man bassa.
“Auspico che in nell’Aula – dice Falcone – questo mio emendamento, che rappresenta un ulteriore passo avanti nel taglio dei costi della politica, venga recepito. Si potrà così porre fine ad un’anomalia che, non fissando un tetto massimo ai compensi complessivi dei dirigenti generali della Regione, determina esborsi , anche duplicati rispetto a quelli dei parlamentari regionali”.
“Credo infatti – conclude il deputato del Pdl – che, in un momento in cui l’opinione pubblica chiede alla politica responsabilità e sobrietà, diventi improcrastinabile estendere questi stessi principi anche ai vertici della burocrazia regionale che sono dirette emanazioni della politica”.
Un altro parlamentare del Pdl, Salvino Caputo, attacca il governo sulla gestione della formazione professionale. Com’è noto, a questo settore – che, in realtà, è un vero e proprio pozzo senza fondo – mancano all’appello circa 60 milioni di euro. Il governo, che all’inizio non avrebbe voluto ‘scucire’ nemmeno un euro, sarebbe disposto a metterci 20 milioni di euro. Pochi, secondo Caputo. Il quale sostiene che, senza il giusto finanziamento, la formazione rischia di bloccarsi già nei primi mesi del prossimo anno.
Intanto il presidente della Regione siciliana, nonostante i ‘palazzi’ che gli crollano addosso (l’impugnativa del commissario dello Stato e l’addio dell’Udc al governo), trova il tempo per dedicarsi al suo blog. Dove si leggono parole vnate di ottimismo: “Molto profiquo l’incontro con il sottosegretario Catricalà di oggi pomeriggio (ieri per chi legge) nel corso del quale si sono affrontati molti dei temi in campo circa i rapporti tra il governo regionale e quello nazionale. Innanzi tutto abbiamo affrontato il tema dell’ordinanza su Saponara e i Comuni del Messinese coinvolti nei recenti disastri. Quell’ordinanza ha bisogno di una dotazione finanziaria consistente e si è discusso della proposta di attingere alle accise sulla benzina per un piano serio di prevenzione e messa in sicurezza del territorio messinese e siciliano in generale”.
La speranza di Lombardo, anzi, il suo sogno ‘proibito’, è di mettere mano alle accise, cioè alle imposte sulle benzine prodotte in Sicilia: da 7 a 10 miliardi di euro all’anno. Un ‘toccasana’ per le prossime campagne elettorali…
“Abbiamo parlato anche della questione dei treni a lunga percorrenza – prosegue la riflessione d Lombardo nel suo blog – per i quali ho chiesto un confronto con le Ferrovie dello Stato, ma anche con il ministero delle infrastrutture. Ho ribadito al governo nazionale che i siciliani non possono subire questa scelta unilaterale da parte delle ferrovie sia per quanto riguarda l’aspetto inerente l’assenza di sevizio che per quanto concerne i lavoratori che da un momento all’altro si sono ritrovati in mezzo ad una strada. Poi si e discusso anche di patto di stabilità e federalismo e delle premialità (seicento milioni) che deve essere trasferita alla Sicilia per avere mantenuto gli obiettivi di rigore in ambito sanitario”.
“Abbiamo inoltre affrontato il tema dell’ultima quota del Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate) – si legge sempre nel blog del presidente della Regione – che deve essere approvato da CIPE secondo un piano già definito e condiviso col
governo centrale. Abbiamo anche incontrato il ministro Clini con il quale si è definito il discorso delle ordinanze di protezione civile per i rifiuti e si e discusso di bonifiche. Tutto questo mentre teneva banco la questione politica con gli alleati e in particolare con l’Udc”.
Qui il discorso si fa politico. Scrive Lombardo: “Se l’obiettivo del gesto dell’Udc è il rilancio del governo sulla base dell’alleanza con il Pd, che ad oggi ha consentito di realizzare riforme rivoluzionarie per la Sicilia, ribadisco che da parte mia c’è volontà piena di costruire questa fase nuova dell’azione del governo fondata su un patto programmatico chiaro e su una alleanza capace di procedere senza incertezze verso le elezioni amministrative prossime e le elezioni politiche e regionali dell’anno successivo”.

 


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