Il manager sospeso dal cda d'ateneo torna alla carica: «Sembra che io mi sia trasformato in una sorta di "delinquente abituale"», scrive attaccando il rettore Giacomo Pignataro in una seconda lettera. La prima, nella quale annunciava di non voler lasciare, era stata accolta dall'università con il silenzio. Ma intanto a tornare agli onori delle cronache è l'ex rettore Antonino Recca con un messaggio - rimasto inascoltato - in cui invita il dirigente da lui nominato ad attenersi alle disposizioni impostegli
Unict, nuovo attacco di Lucio Maggio Nonostante il richiamo dell’ex rettore Recca
Dopo la sospensione del direttore generale dell’ateneo di Catania Lucio Maggio da parte del consiglio d’amministrazione guidato dal rettore Giacomo Pignataro, sembra che la minaccia di non voler lasciare l’incarico non abbia suscitato reazioni da parte dei vertici di Unict. Così il docente di Diritto romano è tornato alla carica sulla questione con una seconda lettera girata questa mattina a tutto il personale dell’ateneo. Nonostante ieri si fosse inerito a sorpresa nel dibattito anche l’ex rettore Antonino Recca che ha invitato il suo ex braccio destro Maggio a fare un passo indietro.
Ancor prima che si conoscesse il risultato della seduta straordinaria del cda convocata martedì, il direttore generale aveva incassato il sostegno della Cgil, non senza malumori da parte di alcuni docenti tesserati, poco concordi con la linea di difesa tout court espressa dal sindacato. Dopo la decisione della sospensione, Maggio aveva annunciato con una prima lettera di voler continuare ad amministrare l’ente, senza tenere conto del parere del cda. Dai vertici di Unict è arrivato solo silenzio. Così il dirigente giovedì pomeriggio – in pieno clima pre-festivo – ha inviato una seconda missiva. In questa ribadisce l’assoluta abnegazione con la quale ha svolto il suo incarico, dichiarando come «con l’avvento di un nuovo rettore – Giacomo Pignataro, subentrato ad Antonio Recca nda – sembra che io mi sia trasformato in una sorta di “delinquente abituale”, colpevole di irregolarità di ogni sorta». Maggio ritiene di «non avere in alcun modo travalicato i limiti delle mie competenze; di non avere mai contraddetto un (inesistente) atto di indirizzo del Consiglio di amministrazione». I contratti incriminati, rinnovati in maniera autonoma, non sono stati prorogati violando i «limiti di legge in materia di incarichi dirigenziali esterni», ribadisce.
Intanto a entrare nel dibattito – con una mail privata inviata ieri e destinata a docenti, tecnici, amministrativi e sanitari dell’università etnea – è l’ex magnifico Antonino Recca, colui il quale ha nominato Maggio prima dirigente del proprio ufficio staff nel 2009 e successivamente direttore amministrativo e poi direttore generale. Un messaggio nel quale Recca si pone come una sorta di padre nobile dell’elezione di Giacomo Pignataro, quasi un papa emerito di ratzingeriana memoria che sembra stridere con la sua immagine pubblica e con una storia di innumerevoli scontri tra i due, soprattutto nell’ultima fase del mandato di Recca.
L’appello – giunto tra lo stupore dei più – è incentrato a riportare il clima a quello sereno dell’elezione del suo successore l’anno scorso. Eppure la campagna elettorale per la nomina del nuovo magnifico era stata contraddistinta da alcuni interventi di Recca nel dibattito (come la proposta di realizzare una sorta di primarie in aperta polemica proprio con Pignataro), con l’allora rettore diviso tra la corsa al Senato con il partito di Mario Monti e quella per la scelta del suo successore all’interno del Siculorum Gymnasium. Nella sua mail di ieri alla comunità accademica – studenti esclusi – Recca richiama Lucio Maggio alla massima cautela e gli consiglia di attenersi «senza se e senza ma» alla sospensione cautelativa impostagli.
Quello che ha l’aria di un ammonimento del past rettore – tornato alla docenza, dopo il fallimento dell’impresa elettorale nazionale – nei confronti del suo ex braccio destro, avrebbe potuto offrire a Maggio una possibilità di smorzare i toni in vista delle riunioni di lunedì di consiglio d’amministrazione e senato accademico. Ma il dirigente non sembra aver accolto l’appello, dato che la nuova lettera di difesa – inviata prima solo a un numero ristretto di destinatari – è stata inoltrata stamattina a tutto il personale.
Al termine della procedura di sospensione, che scadrà il 16 maggio, i vertici universitari decideranno la sorte del dirigente. Secondo lo statuto d’ateneo, «la revoca dell’incarico di direttore generale è disposta, previa contestazione all’interessato, dal consiglio di amministrazione, su proposta del rettore, sentito il senato accademico, per gravi irregolarità, nonché per inefficienza e inefficacia nell’adempimento dei compiti allo stesso attribuiti». La maggioranza di cui gode Giacomo Pignataro quasi sicuramente gli permetterà di procedere alla nomina di un nuovo dirigente, forte anche della veemente reazione del docente di Diritto romano che ha anche denunciato al Tribunale del lavoro lo stesso rettore e i docenti che a dicembre hanno votato una mozione di ammonimento nei suoi riguardi.