L'Università di Catania ha mantenuto la sua promessa e da ieri l'aula A2 del monastero dei Benedettini è dedicata alla studentessa uccisa dall'ex fidanzato nel 2011 assieme al nonno. Partecipata e commossa la cerimonia durante la quale il rettore Giacomo Pignataro ha consegnato ai genitori della ragazza una pergamena di attestato di carriera in Lettere
Inaugurata l’aula Stefania Erminia Noce Il rettore: «Studentessa, donna, femminista»
Una cerimonia commossa si è svolta ieri pomeriggio al monastero dei Benedettini di Catania per intitolare una delle aule universitarie alla memoria di Stefania Noce. L’aula A2 da ieri ha cambiato nome in aula Stefania Erminia Noce. Un gesto simbolico per ricordare la giovane studentessa di Licodia Eubea vittima di femminicidio nel 2011, quello deciso dall’Università degli studi etnea. Consegnata inoltre ai genitori di Stefania che hanno assistito tra il pubblico insieme alla nonna della ragazza, dal rettore Giacomo Pignataro, una pergamena di attestato di carriera in Lettere per la studentessa.
I genitori di Stefania Noce e il rettore«Oggi manca una persona tra noi: la povera Stefania che era studentessa, donna e femminista – ha detto il rettore – La sua assenza, perché vittima di femminicidio, ci ricorda che questi non sono problemi lontani, ma li dobbiamo affrontare nella quotidianità», sostiene. Ribadisce il sostegno dell’Ateneo a tutte le donne dell’ateneo – studentesse, dipendenti o docenti – che subiscono violenza o prevaricazione in quanto tali e alla famiglia di Stefania «a cui dedichiamo questa targa ricordo pur consapevoli che non compensa una perdita così grande». «Abbiamo un impegno in senso culturale da affrontare – ha aggiunto – e noi come centro di produzione del sapere non possiamo esimerci dall’essere promotori del rispetto di tutti i diritti della persona».
Un ruolo ribadito da Stefania Arcara, docente di anglistica di Unict e coordinatrice dei laboratori di didattica di genere che l’Ateneo, tra i primi nel Sud Italia, sta organizzando dall’inizio dell’anno accademico. «Non conoscevo Stefania personalmente, ma mi piace pensare che, in un periodo in cui vediamo il riaffermarsi di vecchie e nuove forme di patriarcato, sarebbe stata contenta di saper che la sua Università ha organizzato corsi di questo tipo», afferma. «Rappresentano un ragionamento critico che interressa tutti i saperi e tutti gli ambiti del sapere sociale e servono a mettere in campo la dimensione di complessità della questione», dichiara. La professoressa annuncia poi un’altra novità per il prossimo anno accademico: «Un nuovo insegnamento per gli studi magistrali dal nome studi di genere».
Soddisfatto anche il Movimento studentesco catanese e tutte le associazioni cittadine che dal mese successivo all’omicidio di Stefania Noce e del nonno, fino ad oggi, si sono riuniti nel suo nome e soprattutto si sono fatti portavoce della proposta dalla scrittrice nonché storica femminista catanese Emma Baeri dell’intitolazione di un’aula all’Università. Desiderio esaudito proprio ieri. «Grazie a istituzioni attente ce l’abbiamo fatta», afferma commosso Matteo Iannitti del Movimento studentesco. Due sono le ragioni che rendono tale dedica molto importante secondo il giovane. «Da una parte oggi riportiamo in vita la memoria e il percorso fatto da Stefania, dall’altro – prosegue – con questo gesto l’Università ci sta insegnando che cambiare è possibile, che non è vero che ci sono solo muri di gomma ad aspettarci nelle lotte per le idee in cui crediamo».