Iacp, sospesi i bandi per i collaboratori Il direttore: «Segnalate alcune irregolarità»

Tre giorni dopo l’articolo pubblicato su CTzen, che denunciava presunte scorrettezze nei testi dei bandi e la nomina di un sindacalista come presidente di una delle commissioni d’esame, lo Iacp – Istituto autonomo case popolari di Catania sospende gli avvisi di selezione per l’affidamento di sette progetti, pubblicati lo scorso giugno. «Ci sono stati ricorsi da parte di precedenti titolari di incarichi e nuove indicazioni normative sulla stipula dei contratti a progetto per gli enti pubblici», spiega il direttore generale Giovanni Scuderetti. Sulle segnalazioni di irregolarità che ha «letto su Internet e secondo le quali – dice – sembra che i bandi volessero favorire i sette precari storici dell’Istituto (che da aprile scorso sono in rivolta, perché rimasti senza contratto dopo dieci anni di rinnovi a chiamata diretta, ndr)», candidamente afferma: «Onestamente noi una certa preferenza e precedenza gliela dobbiamo dare in quanto hanno un’esperienza maggiore rispetto a chi dovrebbe venire». Nonostante i 13 concorsi bloccati da quattro anni.

Nelle delibere dirigenziali che annunciano la sospensione dei bandi non si fa riferimento alle irregolarità, ma alla legge 125 del 30 ottobre che «ha introdotto limitazioni significative nell’uso del lavoro flessibile nel pubblico impiego», si spiega nel provvedimento. I contratti a progetto, secondo la norma, possono essere attivati per necessità «esclusivamente temporanee ed eccezionali», mentre gli avvisi di selezione di giugno servivano a supplire a una «generica richiesta di personale». «Studieremo la questione con l’ufficio legale per non deludere le attese e pensare a progetti particolari da attivare», dice con voce serena Scuderetti.

Alla domanda se non fosse invece il caso di finire di espletare i 13 concorsi del 2009, bloccati da quattro anni e indetti proprio per cercare di colmare la carenza di organico all’interno dello Iacp etneo, il direttore risponde che «ci sono vincoli di finanza pubblica e problematiche varie, come la necessità di redigere il piano triennale dell’assunzioni, di avere prima approvato il bilancio e l’esistenza del blocco delle assunzioni per gli enti pubblici dell’Isola». Ma, proprio nel 2009, per permettere il funzionamento dell’Istituto, la Regione ha autorizzato una deroga al blocco. «Bisogna vedere se è ancora valida», dice. Eppure è la stessa richiamata nelle determine firmate dallo stesso Scuderetti a supporto dell’approvazione dei bandi di giugno per l’affidamento dei sette progetti. Il direttore assicura di aver inviato delle «lettere ai vari presidenti di commissione per sollecitare la ripresa e l’accelerazione delle procedure di espletamento dei concorsi». Ma «in questo momento la pressione è sulla questione che riguarda i nostri precari», confessa.

Dopo tre rinvii e un anno e otto mesi di attesa, intanto, giovedì scorso è cominciato il dibattimento che vede imputato l’ex direttore generale Santo Rubino Schilirò, ancora a capo dell’area contabile e in attesa di andare in pensione il prossimo aprile. Accusato con altri impiegati dell’ente a vario titolo di truffa, abuso d’ufficio e falso ideologico. Sullo scandalo e il processo in cui l’Istituto si è costituito parte civile contro il dirigente interno, Scuderetti non vuole rilasciare dichiarazioni. «Non è il caso di entrare nel merito – dice – Preferisco non parlare fino a quando non ci saranno i risultati del procedimento». La prossima udienza è fissata per il 30 gennaio e i tempi si preannunciano lunghi.

[Foto di clarita]


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Dopo la denuncia di CTzen sulle anomalie dei requisiti e sulla nomina di un sindacalista a presiedere una delle commissioni d’esame, l'istituto autonomo case popolari etneo ritira gli avvisi di selezione di personale per l'affidamento di sette progetti. «Ci sono ricorsi e nuove indicazioni normative», spiega il direttore generale Giovanni Scuderetti. Ma sulle «accuse lette su Internet che i bandi agevolassero sette precari storici dell'ente» afferma: «Onestamente una certa precedenza gliela dobbiamo dare in quanto hanno un'esperienza maggiore rispetto agli altri»

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