Finanziaria, no al mega Irfis e all’accorpamento Iacp Commissione Bilancio boccia le proposte del governo

Prevale la linea delle opposizioni su alcuni punti contestati della Finanziaria 2018. La commissione Bilancio ha appena stralciato l’accorpamento di Crias e Ircac nell’Irfis; la soppressione degli Iacp e dell’Ente di sviluppo agricolo; le nuove assunzioni all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente; l’istituzione dell’autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia; l’accorpamento del Centro regionale per il catalogo e del Centro regionale per il Restauro; la possibilità data all’assessorato all’Economia di stipulare polizze assicurative sugli immobili di proprietà della Regione. Contestualmente i deputati invitano il governo Musumeci a riformulare le disposizioni che prevedono l’accorpamento nell’unico Irfis e quello degli Iacp in un unico ente. Le norme stralciate saranno esaminate successivamente all’approvazione della Finanziaria 2018 e del Defr 2018-2020, con un apposito disegno di legge. 

Dopo la prima versione della legge di stabilità – che aveva attirato le pesanti critiche delle opposizioni, oltre che alcuni facili attacchi a causa di refusi come quello che avrebbe portato all’abolizione delle soprintendenze ai Beni culturali – il governo Musumeci ha presentato alcune modifiche. Tra le più rilevanti la semplificazione dell’iter per l’approvazione del Piano rifiuti della Regione, gli aggiustamenti normativi per dotarsi di un ufficio stampa, l’aumento dei fondi destinati ai Comuni, ai forestali (oggi in migliaia sono scesi in piazza a Palermo per protesta) e ai disabili. Riduzioni invece dei fondi destinati alle famiglie a basso reddito per la prima casa e per la pulizia di fiumi e torrenti. Quattro milioni e mezzo di euro previsti per le scuole paritarie di primo grado. 

L’articolo che interessa i cinquemila forestali che oggi hanno manifestato a Palermo è il numero sei: nella nuova versione lo stanziamento previsto per il 2018 passa da 70 a 131 milioni di euro, e si fissano anche le quote per i fondi dell’intero triennio, 120 milioni nel 2019 e 201 milioni nel 2020. I sindacati del settore Cgil, Cisl e Uil hanno già calcolato che ne servirebbero, solo nell’anno in corso, 180 di milioni per assumere tutti gli stagionali e avviare le attività nei boschi siciliani. Più fondi anche per i Comuni: i trasferimenti regionali di parte corrente passano da 12 a 22 milioni; per i comuni superiori a cinquemila abitanti previsti altri 23 milioni di euro per infrastrutture e riqualificazione del territorio. 

Sul fronte disabili gravissimi, dopo il nuovo censimento delle Asp che è arrivato a contare 13mila persone (un numero di quasi cinque volte superiore a quello registrato un anno fa sotto il governo Crocetta), si dispone lo stanziamento di 78 milioni di euro per garantire 1.500 euro al mese, da gennaio ad aprile del 2018, agli aventi diritto. Nella legge Finanziaria, poi, si prende atto che «non è stato redatto il Piano regionale degli interventi sociosanitari integrato con il piano sanitario regionale e con gli altri interventi statali e degli enti locali» e che il ministero del Lavoro «non ha definito i livelli essenziali di assistenza per i disabili gravissimi». Due mancanze che rendono impossibile quantificare ed erogare i benefici per gli aventi diritto. Se per i primi quattro mesi dell’anno si procede con 1.500 euro a tutti i censiti, per il prosieguo si intendono stabilire «modalità e criteri attuativi» con un decreto del presidente della Regione da emanare entro trenta giorni dall’entra in vigore della Finanziaria. 

Per quanto riguarda il capitolo istruzione, viene fissato in 4,5 milioni di euro il fondo destinato alle scuole paritarie di primo grado. Ridotti invece i finanziamenti per la manutenzione sul demanio idrico fluviale, compresa la pulizia di fiumi e torrenti: si passa da 15 a 10 milioni di euro (di cui 9,5 milioni per interventi di manutenzione ordinaria). Passano da nove a cinque milioni i fondi per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione della prima casa destinati ai nuclei familiari a basso reddito. 

Si cerca di salvare la formazione di un ufficio stampa regionale. Il consiglio dei ministri aveva avanzato delle riserve di legittimità costituzionale al provvedimento varato dal precedente governo Crocetta. Ora la giunta Musumeci prova a superarle: i criteri di selezione non saranno più stabiliti dall’assessorato, ma si userà la procedura prevista dalla contrattazione collettiva regionale, alla pari delle altre figure dell’amministrazione regionale. 

C’è infine il tema rifiuti, su cui è il nuovo assessore Alberto Pierobon a presentare un emendamento per cambiare e accelerare l’iter di approvazione del nuovo Piano regionale (l’ultimo risale al 2012). Al momento per varare il documento programmatico è previsto un iter procedimentale aggravato, che contempla anche il parere del Consiglio di giustizia amministrativa. Pierobon punta a saltare questo passaggio, come succede in altre regioni d’Italia: il Piano rifiuti verrebbe quindi approvato con delibera della giunta su proposta dell’assessore, previo parere della commissione competente all’Ars. «Inserire nella legge di stabilità modifiche temporali alla approvazione del piano dei rifiuti – commenta Giampiero Trizzino, deputato del Movimento 5 stelle e componente proprio della commissione Rifiuti – è un tentativo fallimentare di recuperare anno di immobilismo. Se Musumeci vuole presentare al Parlamento la sua idea sui rifiuti, presenti un nuovo disegno di legge e permetta ai deputati di poterlo esaminare».


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