Siracusa, i legami dei clan coi catanesi e le ‘ndrine «Necessari alla pax locale e per il traffico di droga»

Droga ed estorsioni sono gli affari principali dei clan mafiosi in provincia di Siracusa. È quanto emerge dalla relazione della Direzione investigativa antimafia che fa riferimento al secondo semestre del 2016. Nella area aretusea «le attività illecite rimangono prerogativa delle organizzazioni storicamente radicate nel territorio che continuano a mantenere una significativa portata criminale», si legge nel documento, nonostante diverse indagini ne abbiano decapitato i vertici.

Inalterati restano i tradizionali rapporti con alcune famiglie catanesi che giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento della pax mafiosa fra i clan siracusani: da una parte i Bottaro-Attanasio legati al clan etneo dei Cappello (così come lo storico clan Giuliano che opera nel territorio più a sud del Siracusano, in particolare, a Pachino), e dall’altra la cosca Santa Panagia una «frangia cittadina» del clan Nardo-Aparo-Trigila vicini, invece, alla famiglia etnea dei Santapaola. In particolare, «il clan Nardo – si precisa in una nota – esercita il proprio potere nella zona nord del Siracusano comprendendo i comuni di Lentini, Carlentini, Francofonte e Augusta; il clan Aparo nell’area pedemontana in cui ricadono i comuni di Floridia, Solarino e Sortino; mentre il clan Trigila nella zona sud riguardante i comuni di Noto, Pachino, Avola e Rosolini». Nel territorio di Cassibile, frazione di Siracusa, continua a operare lo storico clan Linguanti.

Gli equilibri della spartizione territoriale non sono però così stabili e, infatti, una contrapposizione interna è emersa con l’operazione del 7 dicembre del 2016 denominata Borgata. Nove soggetti – Danilo Greco, Vincenzo Scalzo, Massimo Schiavone, Massimiliano Fazio, Attilio Scattamagna, Salvatore Tartaglia, Massimo Guarino, Sebastiano Barbiera e Rita Attardo -, appartenenti a un sodalizio mafioso operante nel quartiere Borgata di Siracusa e ritenuti a vario titolo responsabili di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata all’estorsione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, hanno tentato di rendersi autonomi scindendosi dal clan Bottaro-Attanasio, come era già successo anche agli esponenti della famiglia Urso. Il capo di questa nuova frangia criminale era Giuseppe Curcio che successivamente si è pentito ed è diventato un collaboratore di giustizia.

Altra prerogativa dei clan siracusani è quella di intrattenere ottimi rapporti con le ‘ndrine calabresi, soprattutto per il settore della gestione della droga. Un «meccanismo consolidato di placet e scambio di favori, funzionale agli equilibri territorio ed economici», lo definisce la Dia. In tal senso, una conferma è venuta dagli esiti dell’indagine denominata Ultimo atto, durata dal 2010 al 2015, che ha permesso di accertare che il clan Trigila, nonostante la detenzione del suo capo Antonio Trigila, ha continuato a rifornire le piazze di stupefacenti della provincia grazie ai legami con la ‘ndrina dei Sergi con i rapporti che risalgono agli inizi degli anni ’90, quando i due elementi di vertice si trovarono contemporaneamente detenuti nello stesso carcere. Il 26 settembre del 2016, inoltre, sono stati posti agli arresti domiciliari Nunziatina Bianca e Gianfranco Trigila, rispettivamente la moglie e il fratello di Antonio Trigila, detto Pinuccio Pinnintula, lo storico boss ormai da più di vent’anni all’ergastolo che dal carcere teneva le fila della gestione dei malaffari del clan.

Ulteriore testimonianza del legame fra i clan di Cosa nostra e le ‘ndrine calabresi è stato l’arresto del capo di una famiglia dell’Aspromonte reggino, Vincenzo Alvaro, che trascorreva la sua latitanza nella frazione siracusana di Belvedere. Noto soprattutto per i consolidati canali nel traffico di droga, l’esponente di spicco del clan di Sinopoli, in provincia di Reggio Calabria, era ricercato dal 2015 e da mesi viveva nella località aretusea contando sull’aiuto di un pregiudicato siracusano, successivamente deferito in stato di libertà, che ne garantiva la latitanza assolvendo alle sue esigenze di vita quotidiana. Data la caratura criminale, è probabile che la gestione della latitanza di Alvaro abbia interessato anche le famiglie di Cosa nostra catanese.


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]