Attentato Berlino, il siciliano ferito al mercatino «Pensavo il camion fosse imbottito di espolsivo»

Le voci circolate ieri non erano infondate. Tra i 48 feriti dell’attentato di Berlino di due sere fa, c’è anche un siciliano. Si tratta di Giuseppe La Grassa, palermitano di 34 anni che si trovava in viaggio insieme alla moglie Elisabetta Ragno. Nonostante la Farnesina non abbia ufficializzato la voce, perché in attesa di un elenco ufficiale delle persone coinvolte nell’irruzione di un tir al mercatino di Natale di Charlottenburg, zona occidentale della capitale tedesca, la conferma del coinvolgimento dei due è arrivata da fonti autorevoli già alle prime luci di oggi.

«Pensavo che il camion fosse imbottito di esplosivo. Avevo detto poco prima a mia moglie che in questo mercatino c’erano pochi controlli. Altre zone di Berlino erano particolarmente controllate – racconta il 34enne all’Ansa -. Sono stato colpito dalla parte posteriore del mezzo dopo che aveva finito la sua corsa contro le strutture in legno. Dopo l’impatto mi sono rivolto a un medico tedesco che in un albergo mi ha medicato. Poi siamo stati trasferiti in ospedale». La Grassa dovrà essere operato, ma l’intervento avverrà in Italia. «Ieri sera con un volo da Roma siamo arrivati a Palermo. Oggi mi volevano operare, ma ho alcune cose da sistemare per la mia attività, così ho rimandato l’intervento ai prossimi giorni», aggiunge l’uomo.

A rischiare la vita sarebbe stata anche la moglie. «È viva per miracolo. Stava per prendere un panino, ma si era un attimo attardata. È stata superata da una ragazza, che è morta investita dal camion». Poi un commento sui minuti che hanno preceduto l’attentato. «L’atmosfera era tranquillissima. Avevamo l’albergo vicino al mercatino, stavamo rientrando».

Al momento dell’attentato i due si trovavano tra gli stand espositivi del mercatino, quando il grosso mezzo ha accelerato contro la folla. Alla guida del tir, partito nei giorni precedenti dall’Italia, ci sarebbero state due persone, di cui una morta trovata all’interno dell’abitacolo, probabilmente dopo essere stata uccisa dal vero attentatore. Sull’identità della seconda, ieri, si è aperto un giallo. Infatti, dopo che la polizia tedesca aveva fermato un 23enne di origini mediorientali, con il passare delle ore l’ipotesi che si trattasse della persona sbagliata si è fatta via via più probabile. Fino alla decisione di rilasciarlo, in seguito all’esame del dna. 

La scena ha ricordato da vicino quanto avvenuto a Nizza in estate, dove un tir uccise 86 persone durante i festeggiamenti in ricordo della presa della Bastiglia. Dodici, invece, le morti berlinesi. A commentare le voci della presenza della coppia siciliana nella capitale tedesca era stato, ieri mattina, anche il primo cittadino di Milazzo Giovanni Formica, città di cui è originaria la donna. «Ho saputo anche io e ho cercato di appurare la veridicità della notizia. Mi è stato assicurato che la fonte è attendibile. Ho telefonato all’unità di crisi della Farnesina, ma sono ancora in attesa di una risposta ufficiale», ha dichiarato il sindaco. 

Non si sa nulla, invece, di Fabrizia Di Lorenzo, 31enne originaria di Sulmona, della quale è stato ritrovato il cellulare nei pressi dell’attentato. La donna, che lavora a Berlino da tre anni, al momento risulta dispersa. A essere dimessi dagli ospedali tedeschi, sempre per ferite lievi, sono stati altri due italiani.


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