Ragusa, smantellata rete di spaccio Base in un bar, rifornivano la movida

Il supermercato della droga era davanti a un bar di Ragusa e uno dei riferimenti della rete di spaccio si definiva «lo chef» o anche «il supermarket» degli stupefacenti. Un’organizzazione che riforniva la movida notturna a Marina di Ragusa, in particolare nel cosiddetto quadrilatero di via Tindari. Ma non solo, perché i clienti arrivavano anche da Siracusa e Caltanissetta. I carabinieri hanno smantellato nelle ultime ore una rete di spaccio nella provincia iblea. Sono coinvolte tredici persone – di nazionalità italiana, albanese e tunisina, alcune con precedenti penali – a cui sono stati recapitati i provvedimenti di misura cautelare: sette in carcere e sei ai domiciliari. Tra gli stupefacenti venduti hashish, marijuana, cocaina (che veniva chiamata in codice «scarpe»), anfetamina ed ecstasy, ritenuta dagli investigatori una novità per la provincia ragusana.

Durante l’operazione, denominata Kamarina drugs e coordinata dalla sostituta procuratrice di Ragusa Valentina Botti, sono state effettuate perquisizioni sia agli indagati sia ad altri soggetti coinvolti nell’inchiesta ed è stata sequestrata una notevole quantità di droga. Le indagini sono partite nel gennaio del 2015, dopo un sequestro di tre chili di hashish a Santa Croce Camerina, e si sono protratte fino a luglio. Grazie a mirati servizi di pedinamento sono stati fermati un giovane a Rosolini e un imbianchino di Francofonte con panetti di hashish appena acquistati. Nel corso delle indagini è emersa la figura di Alket Bezhdili, 24enne di origini albanesi, che, nonostante fosse ai domiciliari, continuava a spacciare sia sulla porta di casa che in un bar di via Caucana a Santa Croce Camerina, che adesso ha cambiato gestione. È lui che, secondo i carabinieri, al telefono con gli altri spacciatori si vantava a Santa Croce di essere il «supermarket della droga» per la sua capacità di rifornire i clienti con qualsiasi sostanza ricercassero. 

Il bar di riferimento è stato anche teatro di una lite tra due bande finita a colpi di coltello con un ferito. Una rissa tra tunisini, nella notte tra il 28 e il 29 marzo, iniziata per un debito di droga. Un giovane in quell’occasione è stato ferito all’addome e ha fatto ricorso alle cure della guardia medica. Le indagini dei carabinieri portarono all’arresto del 20enne Omar Karoui, accusato di tentato omicidio. I militari avevano quindi richiesto e ottenuto dall’autorità provinciale di pubblica sicurezza la chiusura del locale per un mese.

Gli investigatori sottolineano, inoltre, la novità portata da questa organizzazione in provincia di Ragusa: lo spaccio di ecstasy, «mai sequestrata prima – precisano – e i tecnici di laboratorio dell’Asp hanno ammesso che non ne vedevano da moltissimi anni». Una situazione che desta allarme. Per questo i carabinieri annunciano di avere in programma per la primavera e la riapertura dei locali estivi una stretta sui controlli vicino a discoteche e locali notturni per intercettare i flussi di droga in entrata. 

I tredici colpiti da misura cautelare sono: Alket Bezhdili (24enne albanese, pregiudicato), Giuseppe Iacono (23 anni), L.D.M. (24 anni), Giuseppe Piazza (28 anni, pregiudicato), Armando Sedda (22 anni), di Santa Croce Camerina; i tunisini Hassan Zantour (31enne pregiudicato), Salim Ammar (23 anni), Omar Karoui (20 anni), Ferss Jenan (19 anni), Zied Amamou (21 anni), e i ragusani Leandro Vitale (24 anni), Marcello Ruggieri (29 anni). Bezhdili, Iacono, Di Martino, Zantour, Ammar, Karoui, Jenan sono finiti in carcere mentre Bezhdili, Iacono, Di Martino, Zantour, Ammar, Karoui, Jenan ai domiciliari.


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