Ztl, associazioni dei commercianti in rivolta  Lettera al Consiglio, class action e sciopero

Le associazioni dei commercianti di Palermo scendono in campo contro la Ztl. Lo annunciano durante una conferenza stampa – grande assente è la Confcommercio – convocata alla Camera di Commercio, luogo fisico e metaforico al centro delle grandi questioni della viabilità di questi mesi: il cantiere dell’anello ferroviario, i lavori fognari alla Cala, le code per gli imbarchi al porto e soprattutto via Roma, la strada commerciale che più di tutte, secondo le testimonianze dei negozianti, ha risentito dell’avvio della Ztl.

Al tavolo di coordinamento ci sono Confartigianato, Confesercenti, Confindustria, Fittel, Adoc, Federconsumatori, Casartigiani, Cna, Confimprese, Cidec, Cisal Terziario, Asia, Federpesca, Legacoop e la consulta degli ordini professionali. La richiesta rivolta all’amministrazione Orlando è una e una sola, anche se è difficile immaginarne l’attuazione: sospendere subito la Ztl e le relative multe e rilanciare l’asse Stazione-Politeama. I presidenti delle associazioni hanno preso carta e penna e scritto al Segretario generale di Palazzo delle Aquile e al Consiglio comunale per chiedere una modifica della delibera e l’aggiornamento del piano del traffico. Per indurre gli inquilini di Sala delle Lapidi a pronunciarsi nuovamente hanno anche avviato una petizione di duemila firme facendo leva su un articolo del regolamento comunale. Inoltre hanno annunciato di aggregarsi al ricorso al Tar promosso da cittadini e residenti con il sostegno di Bispensiero, Vivo Civile e Siciliani Liberi. E pure una class action contro le multe, i cui contorni legali però sono ancora da definire. Fra le proposte in campo un pass da due euro per lo shopping.

«Senza i servizi, a partire dai parcheggi – dice Mario Attinasi di Confesercenti -, questa Ztl non è regolare e intendiamo far annullare le multe. Abbiamo aperto un tavolo con l’amministrazione ma non possiamo più aspettare: il centro storico di Palermo è tra i più grandi d’Europa e deve essere ben servito. Invece, nonostante i cantieri, l’amministrazione è andata avanti lo stesso. Questo provvedimento va sospeso».

«La class action è da definire – ammette Lillo Vizzini di Federconsumatori – ma multare le auto in sosta fin dal primo giorno è stato un eccesso di zelo, è mancata l’informazione. Non si può far partire la Ztl in un periodo in cui la città è così piena di cantieri. Prima di chiudere un pezzo di città bisognava creare le infrastrutture di supporto. Non c’è un piano parcheggi dedicato, molti parcheggi sono interni alla Ztl e sono di fatto irraggiungibili».

«La petizione finirà in Consiglio – precisa Alessandro Albanese di Confindustria – perchè sono mutate le condizioni del voto e la Ztl deve tornare in aula. Appoggeremo il ricorso perchè siamo con l’acqua alla gola. In un secondo momento faremo anche la petizione sulle multe. Se gli atti sono nulli si annullano anche le multe. Se saremo costretti scenderemo in piazza o pianteremo le tende davanti Palazzo delle Aquile. E poi, se la Ztl è stata fatta per tutelare l’ambiente, vorremmo capire dove sono le centraline, quali sono i dati di riferimento e se sta funzionando davvero. Se gli effetti sull’ambiente non ci sono a che serve?».

«L’esecutivo cittadino ha smarrito il dialogo con la città – afferma Luigi Ciotta di Adoc – e dunque ben venga l’alleanza tra industriali, consumatori, imprese e negozianti. Il dialogo si era interrotto quando Orlando si è insediato perchè le promesse elettorali erano altre. Si era impegnato ad aprire la consulta dei consumatori».

«Anche i mercati storici come Ballarò o la Vucciria sono in crisi – rilancia Filippo Sarcì di Federpesca – perchè nessuno li può più raggiungere con l’auto». Va detto che, per quanto riguarda Ballarò, raggiungere il mercato con l’auto troppo spesso si è tradotto nel parcheggio selvaggio in divieto di sosta o in doppia fila in corso Tukory o pagando i posteggiatori abusivi della zona di Porta Sant’Agata. «Se la Ztl ha svuotato via Roma dalle auto – insiste Sarcì -, quanto meno la vorrei vedere piena di autobus. Invece mi è capitato di aspettare anche venti minuti alla fermata».

Per Domenico Simonetti, titolare di una farmacia in via Roma, «così com’è congegnato il provvedimento, le aziende che si sono ritrovate confinate all’interno della cittadella proibita non sono più uguali a quelle al di fuori. La zona è diventata un deserto. Siamo stati mortificati». All’incontro era presente anche uno dei fratelli Sirchia, proprietari di una catena di negozi di abbigliamento. «Le nostre attività hanno 65 anni – ha detto – abbiamo 20 dipendenti e sei punti vendita. Siamo disponibili a pubblicare sui giornali gli incassi di giornata dei negozi: ieri sera un negozio di via Roma ha chiuso con 35 euro. La gente non vuole più venire perchè non sa dove lasciare l’auto». Proprio i negozianti e i residenti hanno organizzato per martedì 25 ottobre uno sciopero contro la Ztl, con appuntamento a piazza Croci alle 8.30. 

Confcommercio propone invece di estendere al sabato pomeriggio la pedonalizzazione di via Ruggero Settimo: una soluzione che negli ultimi anni, con l’avvicinarsi delle feste natalizie, è stata applicata con grande riscontro di pubblico. «A seguito di un confronto avuto con gli operatori commerciali della zona – si legge in una nota -, abbiamo proposto all’amministrazione comunale la chiusura della via Ruggero Settimo, in cui è già prevista nel giorno di domenica la chiusura al traffico veicolare, anche il sabato pomeriggio, dalle ore 15 alle ore 24, per i mesi di ottobre e di novembre. Abbiamo approfittato di questa richiesta per sottolineare che la nostra organizzazione e, quindi, i nostri iscritti, sono a favore di provvedimenti di reale riqualificazione e valorizzazione, anche commerciale, delle aree interessate, in cui si riesca, inoltre, a garantire la normalità dei luoghi chiusi al traffico veicolare nel rispetto delle regole e del decoro. Con i nostri associati condividiamo un modello di isola pedonale che sia di ulteriore valorizzazione del territorio commerciale, non potremmo, al contrario, accettare interventi che, pur portando flussi di pedoni, non rispecchierebbero un’immagine complessiva adeguata delle aree interessate dai suddetti provvedimenti. Appare chiaro – conclude l’associazione -, quindi, che per ambire alla migliore riuscita di questa sperimentazione, da noi richiesta, siano necessarie garanzie di decoro, di rispetto della legalità e di sostenibilità per le nostre imprese».


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