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Zen, una piazza al posto della discarica Avviati i lavori di bonifica dall’amianto
«Un passo alla volta»: è questo il commento che accompagna le foto postate sui social dall’associazione di promozione sociale “Zen Insieme” all’intervento straordinario eseguito dalla Rap ieri pomeriggio in piazza Fausto Coppi allo Zen 2, dove loro lavorano sin dal 1988. Il quartiere non ha una piazza, uno spazio dove i bambini possono giocare in tranquillità e senza pericoli, l’unico spazio, non del tutto di proprietà comunale (una parte appartiene a privati), attualmente è una discarica a cielo aperto, ci sono carcasse di auto, scooter e anche una barca abbandonata.
Ieri, però, un primo passo è stato fatto: è stato rimosso l’amianto da quella che un giorno si spera diventerà la piazza del quartiere dove i bambini potranno giocare. Dopo anni di lavoro sul territorio la settimana scorsa l’associazione e i residenti hanno imbracciato pale e rastrelli e hanno sistemato una piccola area della piazza piantando fiori e affidandoli ai bambini. Durante quel giorno su una radio locale c’è stato un dibattito tra l’associazione e l’amministrazione comunale.
«La settimana scorsa, durante un nostro intervento in una trasmissione radiofonica, avevamo chiesto che venisse rimosso l’amianto e in pochissimi giorni è stato tolto – ha spiegato Mariangela Di Gangi, presidente dell’associazione -, ma adesso dobbiamo restituire la piazza agli abitanti. Bisogna ripulirla convocando la conferenza dei servizi e poi bisogna convertire sul piano regolatore l’area della piazza a verde pubblico, attualmente risulta come edificabile».
L’assessore all’Urbanistica del Comune di Palermo Giuseppe Gini ha individuato le aree di pertinenza comunale e stabilito un progetto a lunga scadenza. «Va fatto un progetto di pulizia e bonifica dell’area – spiega – l’amministrazione sta lavorando già in questa direzione. Quello di ieri è solo l’inizio, insieme agli altri assessorati di pertinenza faremo una conferenza dei servizi per il completamento dell’esproprio delle aree private, la variante alla destinazione d’uso, alla quale si arriverà dopo la bonifica anche sotterranea. Lo scopo è quello di accedere ai fondi nazionali per il recupero delle periferie, decoro urbano e riqualifica, e ci arriveremo».
«Noi siamo molto contenti che ci siano i margini per dialogare con il comune perché non possiamo mai sostituirci all’amministrazione – conclude Di Gangi – sebbene siamo presenti e attivi sul territorio. Ci mettiamo a completa disposizione per raggiungere un obiettivo che è nostro, del quartiere e della città».