La mancata acquisizione della compagnia etnea da parte del vettore nazionale nell'agosto di due anni fa aveva spinto il patron Antonino Pulvirenti a presentare un esposto alla Procura. A seguito delle indagini, i pubblici minsteri hanno chiesto l'archiviazione: non ci sarebbero gli elementi per sostenere l'accusa di estorsione aperta. Sarà il giudice, forse nella prossima settimana, a decidere se accogliere la richiesta, procedere con il rinvio a giudizio o con ulteriore approfondimenti
Wind Jet vs Alitalia, chiesta l’archiviazione Irregolarità sulla trattativa al vaglio del Gip
Ad agosto del 2012 sembrava cosa fatta l’acquisizione di Wind Jet da parte di Alitalia. Finì invece con un nulla di fatto, con la cessazione delle attività della low cost etnea, una richiesta di risarcimento di 162milioni di euro e un esposto del presidente Antonino Pulvirenti alla Procura per presunte scorrettezze del vettore nazionale nella fallita trattativa, in particolare l’accusa era di tentativo di estorsione aperta. La Procura di Catania ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta nata da quella denuncia, contro cui ha fatto ricorso Windjet. Il fascicolo è passato quindi in udienza camerale che si è celebrata oggi davanti al Gip Alessandro Ricciardolo. Il giudice si è riservato la decisione che potrebbe arrivare la prossima settimana. Tre le possibili soluzioni: che il gip confermi l’archiviazione come chiesto dalla Procura, che disponga l’imputazione coatta e il rinvio a giudizio o che ordini nuovi indagini per approfondire.
Erano stati mesi di incessanti trattative quelli dell’estate di due anni fa: prima la creazione di una newco finalizzata alla vendita ad Alitalia, quindi il controverso parere favorevole dell’Antitrust all’operazione, infine il passo indietro del gruppo Cai dovuto sia alle condizioni restrittive poste dall’Autorità di garanzia, sia, secondo Alitalia, alla mancata presentazione dei documenti richiesti sul bilancio e sulla situazione patrimoniale della compagnia catanese. Una mossa a cui Pulvirenti aveva reagito con veemenza. Dopo il suo esposto alla Procura, la Guardia di finanza aveva sequestrato documenti sia nella sede di Windjet sia in quella di Alitalia. Un caos pagato prima di tutto da migliaia di passeggeri rimasti a terra e da centinaia di lavoratori ancora in cassa integrazione. Nel frattempo, lo scorso maggio, il tribunale fallimentare di Catania aveva dato il via libera al concordato preventivo chiesto dalla compagnia etnea.
Resta aperto un altro fascicolo della Procura di Catania che indaga anche su presunti reati nella gestione societaria della low cost e in particolare nella redazione della documentazione contabile.