«In attesa della soluzione della vertenza Windjet, chiederemo un protocollo d’intesa tra Enac e aziende, per salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti della Katane handling». Sono le 6 del mattino, e il sole non è ancora sorto, ma oltre un centinaio di lavoratori è in assemblea sindacale all’aeroporto di Catania: al centro del dibattito, c’è ancora la crisi della compagnia aerea di proprietà di Antonio Pulvirenti. Ieri l’imprenditore ha dichiarato in conferenza stampa che «la Windjet potrebbe riprendere a volare», chiedendo una ulteriore settimana di tempo al ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera per chiarire i destini della società sull’orlo del fallimento. Una crisi che riguarda da vicino anche 170 dipendenti della società di servizi a terra Katane handling: potrebbero finire tutti in cassa integrazione, come i 442 lavoratori Windjet che hanno firmato nei giorni scorsi.
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«Martedì 28 in prefettura, alla presenza dell’assessore regionale al lavoro Giuseppe Spampinato, chiederemo un protocollo d’intesa all’Enac», annuncia Angelo Villari, segretario confederale Cgil di Catania. La manovra consentirebbe all’azienda di servizi di «garantire la presenza dei lavoratori che attualmente supportavano Windjet anche con nuove compagnie aeree», spiega Franco Capizzi, sindacalista della Fit Cisl e Rsa dei lavoratori Katane handling. Ma l’azienda, che occupa in totale 360 lavoratori a tempo indeterminato, ha già avviato le pratiche per ottenere la cassa integrazione a rotazione per 170 lavoratori. «Dovrebbe partire giorno 1 settembre ma dobbiamo ancora definire i dettagli», conclude Capizzi. «Si tratta di una richiesta che verrà formalizzata giorno 29, e i nuovi cassaintegrati si andranno ad aggiungere ai 38 già presenti in azienda», precisa Alessandro Grasso, anche lui lavoratore della Katane e responsabile settore aereo della Filt Cgil. Una situazione complessa che vede anche «150 lavoratori precari con contrato in scadenza ad ottobre, che con la chiusura di Windjet non verrà rinnovato», conclude Greco.
Nonostante gli annunci di ieri di Antonio Pulvirenti, tra i dipendenti non c’è grande ottimismo. «Non vogliamo vivere quattro anni come parassiti dello Stato, ma tornare a lavorare: siamo personale iperqualificato e amiamo la nostra professione», dichiara Serena Del Popolo, assistente di volo. «Ai lavoratori abbiamo prospettato due ipotesi: la prima è che una compagnia aerea acquisisca Windjet, la seconda è che la regione Sicilia attraverso l’Irfis partecipi alla costituzione di una nuova società», spiega Carmelo De Caudo, segretario provinciale Filt Cgil. Secondo De Caudo è auspicabile l’intervento della Regione. «Una cordata di imprenditori siciliani da sola non darebbe abbastanza garanzie, visto anche il periodo elettorale – analizza – mentre nel caso dell’interessamento di un’altra compagnia aerea si tratterebbe di riaprire una trattativa». Una situazione sul tavolo del nuovo incontro con il ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera, che si terrà tra «non meno di una settimana».
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